Ogni nostra azione ha un impatto sull'ambiente. Ma la buona notizia è che esistono tanti stratagemmi per pesare meno sul Pianeta. Eccone alcuni, suddivisi per settore e ambito
Fin dalla notte dei tempi, noi esseri umani abbiamo la tendenza a ritenerci al centro del mondo. In realtà, siamo quello che siamo soltanto perché c’è un Pianeta che ci ospita e ci offre tutte le risorse di cui abbiamo bisogno, dall’aria per respirare ai minerali che fanno funzionare i nostri smartphone. Ogni nostra azione genera un’impatto sull’ambiente: che sia per l’inquinamento, per l’utilizzo di acqua o di risorse, mai come oggi è importante cercare di ridurre la nostra impronta ecologica, ovvero il peso che ciascuno di noi ha sul Pianeta. Questo peso si può misurare e, per fortuna, può diminuire mettendo in atto le giuste strategie.
Come ridurre l’impronta ambientale
I dati globali e italiani sono tutt’altro che confortanti e pressoché ogni giorno abbiamo le prove di quanto il nostro Pianeta sia sotto pressione. Ma la buona notizia è che sono sempre di più le persone intenzionate a cambiare in meglio; non è un caso se gli articoli sull’impronta ecologica sono tra i più letti e commentati su Wise Society. Ripercorriamo allora alcuni semplici consigli per ridurre l’impatto ambientale nei vari ambiti delle nostre vite.
Alimenti
Anche il cibo che portiamo in tavola ha un impatto sull’ambiente: in termini di consumo di suolo, in termini di uso dell’acqua e anche dal punto di vista delle emissioni climalteranti. Quando mangiamo e facciamo la spesa possiamo quindi aiutare il pianeta a stare meglio, riducendo anche l’impronta ecologica. Per farlo dovremmo:
- Ridurre il consumo di carne, latte e latticini. Non serve per forza diventare vegani: si può cominciare introducendo uno o due giorni vegetariani alla settimana.
- Prediligere ingredienti locali, di stagione e a filiera corta e prendere l’abitudine di cucinare, invece di comprare cibi confezionati e processati.
- Acquistare meno, più di frequente e riutilizzare in modo creativo gli avanzi, per non contribuire allo spreco alimentare.
Abitazioni
In casa utilizziamo tantissima energia. Sia per gli elettrodomestici che per gli impianti di raffrescamento e riscaldamento. Produrre energia ha però un costo, e questo costo pesa sulle spalle del nostro pianeta. Per fare scelte più sostenibili in casa potremmo:
- Ristrutturare la propria casa per migliorare il suo isolamento termico e la sua efficienza energetica.
- Installare pannelli solari, fotovoltaici o termici; se questo non è possibile, scegliere un fornitore di energia 100% rinnovabile.
- Scegliere elettrodomestici con buone prestazioni energetiche e, quando si guastano, provare a ripararli prima di sostituirli.
- Abbassare di uno o due gradi il riscaldamento e non abusare dell’aria condizionata, provando semmai a tenere adeguatamente ventilati gli ambienti.
Trasporti
Quando si parla di ridurre la propria impronta ambientale, la mente va subito ai tubi di scappamento delle automobili. Si tratta, in fondo, di una delle fonti di inquinamento che possiamo letteralmente vedere con i nostri occhi. Ecco perché, per abbassare il livello delle emissioni climalteranti, anche la mobilità deve essere coinvolta. Per farlo, potremmo:
- Andare a scuola o al lavoro a piedi, in bicicletta, sui mezzi pubblici o facendo ricorso a monopattini elettrici, motorini e bici in sharing.
- Evitare di viaggiare in aereo se non è strettamente necessario, prediligendo piuttosto il treno.
- Ottimizzare gli spostamenti, per esempio organizzando più impegni in un unico tragitto o offrendo passaggi se si hanno posti in auto liberi per lunghi viaggi.
- Acquistare un’auto elettrica, ibrida o a basso consumo di carburante.
Beni di consumo
E poi c’è lui, il consumismo sfrenato. Eppure la produzione di ogni oggetto ha un impatto sul Pianeta. Acquistare in modo più oculato e più consapevole è quindi il primo passo da fare per ridurre la nostra impronta ambientale. Quindi potremmo:
- Prima di acquistare qualcosa, che sia un capo d’abbigliamento o un complemento d’arredo per la casa, verificare se non sia possibile riparare o riutilizzare ciò che si ha già.
- Evitare il più possibile gli articoli usa e getta (posate, bicchieri, bottiglie ecc.), sostituendoli con alternative che hanno una vita utile più lunga.
- Fare correttamente la raccolta differenziata dei rifiuti.
- Acquistare abiti, accessori e giocattoli di seconda mano, rivendendo o regalando quelli che non si usano più.
Servizi
Infine c’è il vastissimo settore dei servizi, ovvero quei beni “immateriali” che però dal punto di vista dell’impatto ambientale tanto immateriali non sono. Per condurre un’esistenza più amica del pianeta potremmo:
- Spostare il conto corrente in una banca che adotta policy ambientali, limitando i finanziamenti e gli investimenti nei combustibili fossili e in altri settori deleteri per il Pianeta.
- Lavorare da remoto, se il proprio contratto e la propria mansione lo prevedono.
- Attivare la domiciliazione bancaria per le bollette, la firma digitale e la PEC, per evitare di dover stampare, inviare e ricevere documenti cartacei inutili.
- Sostenere le Ong che si occupano di tutela ambientale, per esempio attraverso il volontariato, le donazioni o le bomboniere solidali.
La definizione di impronta ecologica
Dalla pratica… alla teoria! Concludiamo questa guida alla riduzione dell’impronta ecologica con una definizione che può sempre tornare utile. Le persone consumano risorse (per gli alimenti, le abitazioni, i trasporti, i beni di consumo e i servizi) e generano rifiuti: l’impronta ecologica è l’area biologicamente produttiva di terre emerse e di mari che serve per rigenerare queste risorse e assorbire questi rifiuti. Viene dunque misurata in kg per ettari. Esistono diversi calcolatori, disponibili anche gratuitamente online, con cui è possibile fare una stima dell’impronta ecologica di un singolo individuo, di una famiglia, della popolazione di un determinato Paese.
Si sente spesso parlare di carbon footprint (tradotto impropriamente come impronta di carbonio e, più correttamente, come impronta di CO2). Il concetto però è leggermente diverso, perché si riferisce soltanto all’impatto di una certa azione in termini di emissioni di gas a effetto serra: misura dunque il contributo al riscaldamento globale, non il consumo di risorse naturali. Va da sé che, spesso, ridurre l’impronta di carbonio vada di pari passo con un alleggerimento dell’impronta ecologica.
L’Overshoot Day
Il Global Footprint Network è un ente di ricerca internazionale che si è assunto il compito di calcolare l’impronta ambientale dell’umanità, ogni anno. Il risultato è l’Overshoot Day, cioè il giorno in cui la popolazione si trova in debito, perché arriva a consumare più risorse rispetto a quelle che il Pianeta è in grado di rigenerare nell’arco di 365 giorni. Questo conteggio comincia a partire dal 1971: all’epoca, a livello globale l’Overshoot Day arrivava il 25 dicembre. Nel 2024 è stato il 1° agosto; e in Italia ancora prima, il 19 maggio.
Valentina Neri