Wise Society : Sdgs: cosa sono i Sustainable development goals

Sdgs: cosa sono i Sustainable development goals

di Valentina Neri
17 Gennaio 2025

Siglando l’Agenda 2030, i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite si sono impegnati a conseguire 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs). Vediamo più da vicino cosa significa

Quando si parla genericamente di sviluppo sostenibile, a primo acchito può sembrare un ideale. Un qualcosa di astratto, forse addirittura un’utopia. Non è così: lo sviluppo sostenibile è l’unico possibile, perché è quello che ci consente di soddisfare i nostri bisogni “senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”, per riprendere l’ormai celebre definizione del Rapporto Brundtland (che risale al 1987). C’è di più: esiste un documento, chiamato Agenda 2030, che i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite si sono impegnati a seguire e che declina il concetto in sviluppo sostenibile in 17 Obiettivi. Gli Sdgs appunto, dall’inglese Sustainable developent goals.

sdgs

Immagine Shutterstock

Cos’è l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite

Gli antesignani dell’Agenda 2030 furono i Millennium goals, otto obiettivi che gli Stati membri delle Nazioni Unite si erano impegnati a raggiungere nel periodo compreso tra il 2000 e il 2015. All’epoca, però, fu l’Organizzazione delle Nazioni Unite a imporli “dall’alto” agli Stati: essendo focalizzati sulla lotta contro la povertà, inoltre, erano pensati a beneficio dei Paesi in via di sviluppo.

Con l’Agenda 2030, l’approccio diventa olistico. Si tratta infatti di un piano d’azione per il Pianeta, le persone e la prosperità, declinato in 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) che i Paesi membri dell’Onu si impegnano a raggiungere entro il 2030. Uno sguardo alto e omnicomprensivo diventa indispensabile nella misura in cui queste tre dimensioni – Pianeta, persone e prosperità, appunto – si incrociano e si influenzano l’una con l’altra, in positivo e in negativo.

Sono temi universali che tutti gli Stati – industrializzati, emergenti e in via di sviluppo – sono tenuti ad affrontare, mettendo a punto piani d’azione in cui ogni componente della società ha un ruolo. In altre parole, per raggiungere gli Sdgs non basta che i governi dettino e finanzino delle politiche ad hoc. In aggiunta al settore pubblico, occorre la partecipazione attiva anche di imprese private, società civile, università e centri di ricerca, operatori dell’informazione e della cultura.

Definizione di Obiettivi, target e indicatori

Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile sono 17 e, come vedremo più avanti, sono ampi e ambiziosi: soltanto per citare i primi tre, si propongono ad esempio di sconfiggere la povertà e la fame e garantire la salute e il benessere delle persone.

Come tradurli in piani d’azione concreti? L’Agenda 2030 declina ciascuno di essi in una serie di target (in totale sono 169), il cui raggiungimento viene a sua volta misurato attraverso oltre 240 indicatori.

Per capire meglio questo meccanismo, può essere utile un esempio. Il Goal 5 è incentrato sulla parità di genere, un concetto che comporta varie sfaccettature e quindi è declinato in sei target. Il target 5.2, per esempio, prevede di “eliminare ogni forma di violenza contro tutte le donne, bambine e ragazze nella sfera pubblica e privata, incluso il traffico a fini di prostituzione, lo sfruttamento sessuale e altri tipi di sfruttamento”. Per capire in che misura ogni Stato si sta avvicinando a tale proposito, si fa riferimento a due indicatori. L’indicatore 5.2.1 è la percentuale di donne e ragazze dai 15 anni in su che hanno subito violenza fisica, sessuale o psicologica da un partner o un ex nei 12 mesi precedenti; il 5.5.2 è la percentuale di donne e ragazze, sempre dai 15 anni in su, che nei 12 mesi precedenti hanno subito violenza sessuale da una persona con cui non avevano mai avuto una relazione.

Ciascun Paese è tenuto a monitorare questi parametri e rendicontarli periodicamente alle Nazioni Unite, per essere valutato dalle istituzioni Onu e anche dalla sua stessa opinione pubblica. La divisione di Statistica del dipartimento per gli Affari economici e sociali dell’Onu pubblica ogni anno un report in cui, proprio sulla base di questi dati oggettivi, fa il punto sui progressi fatti a livello globale e in specifiche aree geografiche.

Illustrazione su agenda 2030

Foto Shutterstock

I 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs)

Vediamo dunque, uno per uno, cosa sono i 17 Sdgs, i Sustainable development goals dell’Agenda 2030. Il sito dell’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, riporta per ciascuno di essi anche i singoli target tradotti in italiano.

  • GOAL 1: SCONFIGGERE LA POVERTÀ. Porre fine a ogni forma di povertà nel mondo.
  • GOAL 2: SCONFIGGERE LA FAME. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile.
  • GOAL 3: SALUTE E BENESSERE. Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età.
  • GOAL 4: ISTRUZIONE DI QUALITÀ. Assicurare un’istruzione di qualità, equa e inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti.
  • GOAL 5: PARITÀ DI GENERE. Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze.
  • GOAL 6: ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.
  • GOAL 7: ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE. Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.
  • GOAL 8: LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.
  • GOAL 9: IMPRESE, INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE. Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione e una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile.
  • GOAL 10: RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE. Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni.
  • GOAL 11: CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.
  • GOAL 12: CONSUMO E PRODUZIONE RESPONSABILI. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.
  • GOAL 13: LOTTA CONTRO I CAMBIAMENTI CLIMATICI. Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze.
  • GOAL 14: VITA SOTT’ACQUA. Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.
  • GOAL 15: VITA SULLA TERRA. Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica.
  • GOAL 16: PACE, GIUSTIZIA E ISTITUZIONI SOLIDE. Promuovere società pacifiche e più inclusive per uno sviluppo sostenibile; offrire l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficienti, responsabili e inclusivi a tutti i livelli.
  • GOAL 17: PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI. Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

Il ruolo italiano

Il punto di riferimento italiano per i Sustainable development goals è la già menzionata ASviS, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Fondata nel 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma Tor Vergata, oggi è una rete che conta oltre trecento soggetti. Il suo obiettivo primario è quello di fare divulgazione e cultura sull’Agenda 2030, contribuendo alla definizione di strategie nazionali e locali e misurandone i risultati.

Tra le sue iniziative di rilievo c’è il Festival dello sviluppo sostenibile che si tiene ogni anno, in presenza e online, facendo da collettore per centinaia di iniziative organizzate da ASviS stessa ma anche da chiunque altro voglia proporle. Inoltre, ASviS funge da osservatorio sullo stato di avanzamento del nostro Paese rispetto all’attuazione dell’Agenda 2030, perché pubblica un rapporto annuale e un analogo rapporto Territori. A queste pubblicazioni, che danno una visione di scenario, se ne affiancano altre verticali che approfondiscono aspetti specifici.

Tutti questi dati tornano utili per valutare le scelte individuali e collettive alla luce degli obiettivi per cui anche l’Italia, in quanto Paese che fa parte dell’Onu, si è formalmente impegnata. Obiettivi che hanno un impatto tangibile sulla vita, sul benessere e sul futuro di ciascuno e ciascuna di noi.

Valentina Neri

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