Tra chi ha comprato e chi ha intenzione di farlo, cresce l’indice di gradimento degli italiani verso prodotti ricondizionati o usati, a cominciare dallo smartphone. I motivi economici sono forti, ma anche l’attenzione all’ambiente è evidente. Lo rileva uno studio di CertiDeal
Il ricondizionato in Italia si fa sempre più spazio. Motivi economici, certo, ma anche ambientali spingono all’acquisto di smartphone rigenerati, ma anche elettrodomestici e mezzi di trasporto di seconda mano. È quanto emerge da uno studio di CertiDeal, condotto da Ipsos, analizzando le abitudini di consumo di mille italiani di diverse fasce d’età con cellulari e altri prodotti di seconda mano. La prima evidenza è che il 92% degli intervistati conosce il concetto di dispositivo ricondizionato, il 24% ne ha già acquistato uno e un italiano su tre (36%) del campione sta pensando di farlo. Tra chi opta per l’usato, la metà lo fa per risparmiare, ma un significativo 44% lo considera una scelta ambientale, per contribuire allo sviluppo sostenibile. Il fenomeno ha preso piede in tutto il mondo e si stima crescerà sensibilmente nei prossimi anni: Market Research Future prevede che il mercato globale degli smartphone ricondizionati salirà da 60,3 miliardi di dollari nel 2023 a 154,7 miliardi di dollari entro il 2032. Ma, in generale, l’acquisto di prodotti di seconda mano di varie categorie sta prendendo piede, mette ancora in luce lo studio dell’azienda francese specializzata nella vendita di device elettronici ricondizionati.
Acquistare prodotti di seconda mano: una pratica che si fa strada
L’acquisto di prodotti usati e ricondizionati è una tendenza che interessa non solo smartphone e prodotti tecnologici, ma anche tante altre categorie: moda, design, arredamento, elettrodomestici, mobilità sostenibile (biciclette, monopattini…). Nel settore della moda, ad esempio, ben il 39% degli italiani ha già fatto l’acquisto di abbigliamento di seconda mano.
La tendenza è più marcata tra i giovani, dove il 45% degli utenti tra i 18 e i 34 anni sceglie il second-hand come alternativa al fast fashion. Nel design e arredamento, il 30% ha già acquistato mobili usati o restaurati, segno che sta crescendo l’interesse per un design etico e di qualità. Anche giocattoli e videogiochi (31%) e gli elettrodomestici (21%) stanno guadagnando popolarità.
E parlando di elettrodomestici ricondizionati, pare che al Nord siano il 22% gli italiani che hanno acquistato frigoriferi, lavatrici o altri dispositivi per la casa. Al Sud e nelle Isole invece, l’interesse si concentra fortemente sulla mobilità sostenibile: il 25% ha acquistato biciclette o monopattini ricondizionati, confermando una crescente attenzione verso soluzioni di trasporto eco-friendly.
Lo smartphone ricondizionato conquista sempre più persone
Lo smartphone è la porta d’accesso alla tecnologia ricondizionata. Dallo studio CertiDeal, condotto da Ipsos, si nota che gli italiani tendono a cambiare o rinnovare il proprio cellulare abbastanza spesso: nel 54% dei casi tra i 3 e i 5 anni, il 25% ogni due anni e il 5% più di una volta l’anno.
Considerato un oggetto di uso quotidiano o un assistente personale dal 51% degli italiani del campione, è elevato il livello di conoscenza di cellulare ricondizionato in Italia (92%).
È elevato anche l’indice di gradimento. «L’83% degli italiani si è detto soddisfatto degli smartphone ricondizionati, una scelta che permette di avere benefici ambientali sensibili: per ogni smartphone venduto il costo evitato per l’ambiente è di 5,4 kg di CO2 equivalente, con un risparmio dell’80% rispetto a uno smartphone nuovo. La sensibilità al green si nota maggiormente nella fascia del campione di utenti tra 25 e 34 anni, più attenta (73% del campione) alla sostenibilità ambientale», commenta Salvatore Macrì, growth marketing manager di CertiDeal.
Le differenze generazionali giocano ancora un ruolo importante. A guidare la rivoluzione verso il ricondizionato in Italia sono i giovani: nella fascia 18-24 anni, il 76% pensa di fare o ha già effettuato il primo acquisto. Ma un dato sorprendente è costituito dal 73% del campione over 55 che si professa soddisfatto, ritenendo la scelta del ricondizionato una buona alternativa al nuovo.
Una pratica da incentivare
Da quanto emerge dallo studio, il 66% del campione sarebbe disposto ad acquistare un prodotto ricondizionato se fosse incentivato dallo Stato. «Questa possibilità rientra tra le misure della Direttiva UE sulla riparabilità dei beni e potrebbe essere pensabile a ridurre l’IVA dato che il ricondizionato e l’usato in generale prevede già l’imposta già pagata».
Gli smartphone sono anche i prodotti con il più alto tasso di conservazione (34%). Ciò dimostra come lo sviluppare dei servizi di permuta possa essere interessante per valorizzare dispositivi lasciati all’abbandono in cassetti o armadi.
Una delle strategie che CertiDeal ha attuato è la permuta dei telefonini usati: conta di recuperare il 25% dei cellulari che venderà nel 2025 dall’acquisto diretto dei privati.
Altre logiche da mettere in campo dovrebbero essere messe in campo dagli stessi consumatori finali: lo stesso Macrì ricorda che più di un terzo degli utenti cambia smartphone perché la batteria si scarica troppo rapidamente. «Dato che è uno dei componenti facilmente sostituibili, forse non tutti sanno che basterebbe cambiarla per allungare la vita utile di uno smartphone di 2/3 anni».
La stessa Direttiva UE sulla riparabilità prevede la necessità di istituire campagne di informazione. Ma già oggi chi intende acquistare uno smartphone ricondizionato esprime una scelta legata ai principi dell’economia circolare: il 30% di chi ne ha acquistato uno ha scelto di farlo da un’azienda o da un privato che ricondiziona i prodotti, piuttosto che da chi ne produce sempre di nuovi.
Andrea Ballocchi