Wise Society : La rivolta del Sikkim contro la plastica

La rivolta del Sikkim contro la plastica

di Fabio Di Todaro
18 Luglio 2018

Il piccolo stato dell'Himalaya, grazie alla sua politica anti plastica, da anni è diventato un modello di sostenibilità per gli altri stati indiani. E non solo

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Nel piccolo stato indiano del Sikkim da decenni hanno deciso di intraprendere una politica plastic free, foto: iStock

Una bottiglia vuota per il trasporto di acqua, olio e latte. E una buccia di banana, tenuta stretta con uno spago di bambù, per trasportare carne, uova e pesce. È così che si fa la spesa alle pendici dell’Himalaya, nel piccolo Stato indiano del Sikkim (600.000 abitanti) al confine con Bhutan e Nepal. O meglio: così si faceva fino agli ’80. E così s’è ripreso a fare dopo una «pausa» durata un decennio e coincisa con l’avvento sul mercato della plastica. Nel 1998, nel Sikkim, s’è deciso di vietare l’uso dei sacchetti di plastica: considerati responsabili del blocco degli scarichi (per un errato smaltimento, responsabile di diversi allagamenti nella stagione dei monsoni) e responsabili finanche di alcuni smottamenti del terreno. Alle pendici della montagna più alta del mondo, s’è scelto di dare spazio alle borse di stoffa, anche se nei mercati c’è ancora chi preferisce avvolgere i propri prodotti nella foglia di fico.

IL BUON ESEMPIO ARRIVA DALL’INDIA – Ecco come si spiega l’interesse mostrato da diversi Stati nei confronti della realtà del Sikkim, dove l’utilizzo della plastica è stato dapprima disincentivato (pena il mancato rinnovo delle licenze per i commercianti) e poi addirittura vietato. Repressione, ma pure educazione: hanno funzionato le campagne portate avanti nelle scuole, mentre in Italia il problema della plastica era ancora lontano dall’emergere. E oggi in India, grazie all’esempio del Sikkim, 25 stati dell’enorme paese federale asiatico hanno introdotto un divieto di utilizzo della plastica. Certo, il rispetto non è sempre ferreo come dovrebbe. Ma che il segnale sia partito da un Paese lontano dal modello occidentale la dice lunga su come la compromissione del Pianeta sia una responsabilità ascrivibile per lo più ai benestanti. In India, e in particolare nello Stato del Sikkim, il rispetto per la natura è diffuso: foreste, laghi e montagne sono considerati sacri, un vantaggio in più quando occorre far passare un messaggio mirato alla tutela dell’ambiente. Dal 2016, inoltre, nel Sikkim vige il divieto di utilizzare bottigliette d’acqua in plastica anche nelle aziende e negli uffici pubblici. La bevanda viene servita in bottiglie di vetro o, nel corso di riunioni, in caraffe filtranti.

LA SENSIBILIZZAZIONE DEVE PARTIRE DALLE SCUOLE – La sensibilizzazione è attiva anche nei confronti dei turisti: vietata la vendita di piastre monouso, thermos, posate e contenitori per alimenti. Un esempio da seguire anche in altri paesi magari europei. L’abitudine ad acquistare frutta e verdura e a riporli in sacchetti di plastica, cancellata da poco più di un anno in Italia, è ancora radicata in buona parte del mondo. Ma l’esempio che arriva dal Sikkim, nonostante le difficoltà nell’esportarlo su una più larga scala, merita comunque di essere diffuso. Il segreto, raccontano dalle pendici dell’Himalaya, è partire dalle scuole: perché se svolta sarà, non potrà che essere affidata alle nuove generazioni di adulti.

La lotta alla plastica è senza confini: geografici e di età.

Twitter @fabioditodaro

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