Una ricerca della Cattolica di Roma dimostra che basta bloccare un gene per prevenire la malattia
Foto di Myriam Zilles/Unsplash
Si chiama p66shcA: basta disattivarlo per prevenire il diabete. Ricercatori dell’Università Cattolica di Roma hanno individuato in vivo un importante interruttore molecolare che, messo Ko, impedirebbe la comparsa del diabete. Si tratta di un gene dell’invecchiamento, ovvero il gene che codifica per la proteina p66, scoperto alcuni anni fa da altri ricercatori italiani. Bloccandolo, gli scienziati hanno evitato la comparsa del diabete nei topi, anche in quelli con abitudini alimentari scorrette e con un consumo eccessivo di cibo che porta anche a sovrappeso e obesità. Se gli stessi risultati saranno riprodotti sull’uomo, p66 potrebbe divenire un’arma potentissima contro una delle epidemie del XXI secolo. Il lavoro scientifico è stato condotto dall’equipe dei ricercatori Giovambattista Pani e Tommaso Galeotti dell’istituto di patologia generale della facoltà di medicina e chirurgia dell’università Cattolica di Roma. La ricerca, che oggi viene pubblicata sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences USA (PNAS) è stata sostenuta da un finanziamento della European Association for the Study of Diabetes (EASD), e contribuisce a decodificare il misterioso filo rosso che lega alimentazione, metabolismo e invecchiamento. E’ la dieta ipercalorica e iperlipidica tipica della società occidentale a favorire, dicono gli esperti, l’obesità e il diabete. Questa malattia, caratterizzata dalla incapacità dell’organismo di utilizzare e smaltire l’eccesso di zuccheri e nutrienti assorbiti mangiando, accelera il processo di invecchiamento colpendo tessuti come l’occhio, il rene e i vasi sanguigni, con danni molto simili a quelli osservati nelle persone molto anziane.
