Wise Society : La svolta green di Mosca in mostra a Venezia

La svolta green di Mosca in mostra a Venezia

di Maddalena Bonaccorso
9 Luglio 2014

Tra gli eventi collaterali della Biennale Architettura anche una passeggiata virtuale nello Zaryadye Park progettato da Diller Scofidio e Renfro

Se c’è una città, oggi, che traccia la strada dello sviluppo urbano confortevole e vivibile, come dovrebbe essere in un mondo ideale, quella città è Mosca. Territorio privilegiato per architetti e designer di tutto il mondo, la capitale sovietica da anni prova a reinventare se stessa attraverso una serie di “grandi opere” verdi che – grazie anche all’attenzione per l’argomento di Vladimir Putin – prendono vita e forma nelle immediate vicinanze del centro storico. Non poteva mancare quindi, tra gli eventi collaterali della Biennale Architettura 2014 un progetto tutto dedicato allo sviluppo della città negli ultimi cento anni; uno sviluppo che ha, per la prima volta, messo la gente al centro dell’attenzione.

E se il volto e l’aspetto della grande maggioranza delle città del mondo è determinato dai suoi edifici e dai suoi grattacieli, ecco che a Mosca la prospettiva è stata cambiata, e disegnare il futuro ci pensa il “tessuto connettivo” dei suoi spazi verdi pubblici, che mirano a creare un’identità comune a tutti i suoi abitanti e che sono, da tre anni a questa parte, una priorità assoluta per il governo della città.

Pertanto, per il padiglione ospitato dalla chiesa di Santa Maria della Pietà, su Riva degli Schiavoni, gli architetti e curatori Sergey Kuznetsov e Kristin Feireiss assieme al filantropo Dmitry Aksenov hanno dato vita a “Moskva: urban space”; progetto di grande suggestione che racconta l’ultimo secolo di trasformazioni della città e apre le prospettive per il futuro. Lo fa analizzando le iconiche costruzioni avant-garde del passato, studiate come case sperimentali, e soprattutto ponendo al centro dell’attenzione il progetto di Diller Scofidio e Renfro, vincitore, nell’ottobre 2013, del concorso per la realizzazione di Zaryadye Park. Sarà, quest’ultimo, il principale parco di Mosca, e verrà realizzato nel nucleo storico della città, esattamente a pochi minuti a piedi dalla piazza Rossa.

Il concept di Zaryadye park è perfetto per diventare protagonista di una Biennale all’insegna del “green”, essendo basato sui principi dell’urbanesimo selvaggio: persone, piante e fauna vivono assieme nella stessa area, creando liberamente una serie di interconnessioni, che poi si espandono alla città. Il parco non avrà sentieri obbligati, e le piante non verranno ingabbiate o costrette in aiuole, sarà la natura a creare un contrasto o un legame con la città circostante.

Naturalmente, saranno utilizzate solo tecnologie sostenibili, e per dare vita a quattro zone diverse, che richiamano i quattro tipici territori sovietici, tundra, steppa, foresta e palude, verranno usate tecniche come il controllo del vento, la regolazione della temperatura e della luce, per creare microclimi differenti nelle diverse zone.

E per far vivere ai visitatori del padiglione in Santa Maria della Pietà un’esperienza totalizzante che ricreasse il più possibile l’atmosfera del parco, i curatori di “Moskva: urban space” hanno “giocato” con le condizioni di temperatura, atmosfera e luce, attraverso un corridoio che guida le persone attraverso gli spazi del parco, ancora solo immaginato attraverso i rendering, ma comunque di grande suggestione.

Del resto, lo studio Diller Scofidio + renfro è nient’altro che il gruppo di visionari che ha dato vita alla High line di New York, parco urbano sospeso ispirato al “corridoio verde” di Parigi, che ha da pochissimi giorni compiuto cinque anni e che ha già più visitatori – circa cinque milioni ogni anno – della Statua della libertà.

Il verde pubblico, gli spazi di connessione, sono probabilmente la chiave del futuro delle città: Mosca ne vuole fortemente essere la regina.

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