Sempre più persone abiteranno in città. Per fornire loro una maggiore qualità di vita e assicurare maggiore resilienza e minore inquinamento, viene in soccorso la cosiddetta urban forestry
La forestazione urbana assume un ruolo chiave per ridurre l’inquinamento, per aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici e per accrescere la qualità di vita dei cittadini. Sempre più persone risiedono in un contesto urbano: dal 2008, per la prima volta nella storia, più del 50% della popolazione mondiale abita in città e si prevede che questa percentuale salirà al 70% entro il 2050; già oggi, in Europa vi risiede più dei due terzi della popolazione. Da qui si comprende l’importanza delle aree verdi urbane, sotto forma anche di parchi e giardini, come pure di orti urbani, di un maggior numero di alberi come pure di tetti verdi e facciate verdi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità richiede che, per contare su città in grado di offrire condizioni migliori in termini di residenzialità e di salubrità, le persone dovrebbero abitare a non più di 300 metri di distanza da un’area verde.
Cos’è la forestazione urbana e come si struttura
La forestazione urbana è definita come l’arte, la scienza e la tecnologia della gestione degli alberi e delle risorse forestali all’interno e intorno agli ecosistemi delle comunità urbane per i benefici fisiologici, sociologici, economici ed estetici che gli alberi forniscono alla società. Menzionata per la prima volta negli Stati Uniti già nel 1894, ha subito una rinascita negli anni Sessanta del XX secolo come approccio globale e interdisciplinare alle sfide specifiche legate alla coltivazione degli alberi in ambiente urbano. Questa definizione oggi esprime tutte le pratiche e le soluzioni in grado di rendere più green una città. In particolare assume centralità il termine di foresta urbana. La urban forest comprende gli alberi e gli arbusti presenti in un’area urbana, nei cortili, lungo le strade, nelle aree protette e nei bacini idrografici.
Le infrastrutture verdi per città più resilienti e green
Le foreste urbane sono la forma più estesa, funzionale e visibile di infrastruttura verde nelle città. Quest’ultima – ricorda il progetto e coalizione Cities3Forest – è l’infrastruttura naturale e semi-naturale in città che fornisce servizi ecosistemici come la gestione delle acque meteoriche o la riduzione dell’inquinamento atmosferico.
L’importanza delle infrastrutture verdi oggi assume un rilievo particolare proprio per contribuire a fornire una maggiore resilienza ai contesti urbani. Pensiamo agli effetti più evidenti dei cambiamenti climatici in atto: in città essi si manifestano sotto forma di isole di calore o di piogge molto abbondanti.
Il deflusso delle acque meteoriche continua a essere una delle principali cause di inquinamento idrico nelle aree urbane, ricorda EPA, l’agenzia ambientale statunitense. Attraverso le fognature, trasportano rifiuti, batteri, metalli pesanti e altri inquinanti nei corsi d’acqua locali. Le forti piogge possono causare allagamenti che danneggiano le proprietà e le infrastrutture.
Per affrontare questo problema vengono in aiuto le infrastrutture verdi, che filtrano e assorbono le acque meteoriche dove cadono. Nel 2019 il Congresso USA ha emanato il Water Infrastructure Improvement Act, che definisce l’infrastruttura verde come “la gamma di misure che utilizzano sistemi vegetali o di suolo, pavimentazioni permeabili o altre superfici o substrati permeabili, la raccolta e il riutilizzo delle acque meteoriche o la cura del paesaggio per immagazzinare, infiltrare o evapotraspirare le acque meteoriche e ridurre i flussi verso i sistemi fognari o le acque superficiali”. In Europa le infrastrutture verdi hanno preso piede: secondo una ricerca dell’Agenzia europea dell’ambiente, le infrastrutture verdi costituiscono in media il 42% dell’area urbana.
L’importanza dei tetti verdi
Tra le green infrastructure si possono considerare anche i tetti verdi. Già diverse città in Europa contano su una loro maggiore presenza: la città di Utrecht, nei Paesi Bassi, offre ai residenti una sovvenzione che copre il 50% dei costi per l’inverdimento dei propri tetti. In Germania, già nel 2011 quasi la metà delle città tedesche cofinanziava green roof. Stoccarda è spesso riconosciuta come la capitale dei tetti verdi del Vecchio Continente, grazie alla sua vasta rete di spazi esterni alternativi. E in Italia? A Milano esistono già 970mila metri quadri di tetti verdi, che potrebbero diventare 13 milioni di mq nei prossimi anni “grazie agli incentivi promossi dal Governo e dall’Amministrazione e attraverso le nuove norme del Piano di governo del territorio in via di approvazione”, faceva sapere lo stesso Comune nel 2019.
Esempi di forestazione urbana: nel mondo, in Europa e in Italia
Tra gli interventi di forestazione è possibile comprendere anche le facciate verdi. Nel tentativo di combattere gli effetti del cambiamento climatico, in Belgio la Fondazione Re Baldovino ha annunciato pochi giorni fa l’intenzione di stanziare 500mila euro per sostenere 11 progetti volti a rendere più verde lo spazio pubblico creando i cosiddetti “giardini verticali” sulle facciate degli edifici pubblici in tutto il Belgio.
Anche oltreoceano si sta puntando più decisamente sulla urban forestry: negli Stati Uniti, grazie alla Inflation Reduction Act, legge firmata quest’estate dal Presidente Joe Biden, sono previsti 1,5 miliardi di dollari per il programma di forestazione urbana, partendo dalle grandi città fino alle piccole comunità. La forestazione urbana può contribuire a raggiungere la sicurezza alimentare e nutrizionale e a fornire mezzi di sussistenza. Lo mette in luce la Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite.
Proprio sul tema della forestazione urbana, la FAO è impegnata nella promozione e nello sviluppo delle foreste urbane e periurbane come componente importante dello sviluppo urbano sostenibile. Sempre a proposito di forestazione urbana, gli esempi di città che si sono attrezzate per essere più green, in Europa, ma anche in Italia ci sono casi virtuosi.
Lo scenario in Italia
Reggio Emilia intende piantare 50mila alberi entro il 2030, in 100 diverse aree verdi pubbliche individuate dal Comune. Il Comune di Parma intende raggiungere un totale di 8 mila alberi messi a dimora nell’arco di due anni. Decisamente ambizioso, a Milano, è il progetto Forestami che intende piantare tre milioni di alberi e sviluppare il “capitale naturale” della Città metropolitana di Milano entro il 2030. A oggi sono stati piantati più di 330mila alberi.
Sempre in tema di foreste urbane, in Italia si attende la spinta del PNRR che destina 330 milioni di euro per la Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano. Grazie ai fondi stanziati si intendono piantare 6,6 milioni di alberi entro il 2024 nelle 14 città metropolitane italiane, in cui vivono più di 21 milioni di abitanti e che raggruppano 1.268 Comuni.
Andrea Ballocchi