Wise Society : Il Polo Nord a rischio scioglimento: ma davvero ha le ore contate?

Il Polo Nord a rischio scioglimento: ma davvero ha le ore contate?

di Fabio Di Todaro
20 Giugno 2016

L'allarme di uno scienziato inglese: potrebbe scomparire entro la fine dell'anno. La riduzione dei livelli di ghiaccio è l'ultima conseguenza del riscaldamento climatico

Il Polo Nord a rischio scioglimento: l’allarme arriva dall’Inghilterra. Lo scenario descritto è al limite della catastrofe: il ghiaccio del Polo Nord potrebbe sparire entro la fine dell’anno. A lanciare il monito Peter Wadhams, capo del dipartimento Polar Ocean Physics Grup all’Università di Cambridge, da anni impegnato nel determinare i cambiamenti climatici in corso nel circolo polare artico e protagonista di quaranta spedizioni. Studiando i dati dell’Us National Snow&Ice Centre, lo scienziato ha osservato che l’uno giugno i chilometri di ghiaccio che componevano la calotta artica erano «soltanto» 11,1 milioni. Contro una media degli ultimi trent’anni pari a 12,7. Ciò equivale a dire che in poco tempo è scomparsa un’estensione di ghiaccio pari a cinque volte l’Italia.

L’ULTIMA VOLTA DEL POLO NORD SENZA GHIACCIO 120 MILIONI DI ANNI FA – La notizia ha avuto ampia eco sui media anglosassoni. «La mia predizione rimane: il ghiaccio dell’Artico può svanire, riducendosi a un’area di meno di un milione di chilometri quadrati», ha spiegato Wadhams attraverso le colonne dell’Independent. Ciò potrebbe accadere già a settembre di quest’anno. «Ma se il ghiaccio non dovesse sparire completamente, entro quest’anno potrebbe stabilirsi comunque un record: dato dalla riduzione del Polo Nord a meno di 3,4 milioni di chilometri quadrati. A quel punto la riduzione a un milione potrebbe essere soltanto rimandata di un anno». L’ultima volta che il Polo Nord rimase senza ghiaccio risale a circa centoventi milioni di anni fa. Il rapido riscaldamento della zona polare è stato collegato ai recenti fenomeni meteorologici che hanno caratterizzato le scorse stagioni, come tornado e cicloni.

MA ALCUNI COLLEGHI SONO SCETTICI – Secondo uno studio pubblicato sulla rivista «Nature» dal professor Wadhams e da altri ricercatori, un simile scenario potrebbe portare a un aumento medio della temperatura globale di 0,6 gradi Celsius in soli cinque anni. «Quando il ghiaccio del mare si ritira, cambia l’intera situazione – ha aggiunto Wadhams – Le persone hanno ragione a essere preoccupate». Altri scienziati, come il professor Peter Gleick hanno però replicato a queste previsioni con una piccola dose di scetticismo. «Bisogna essere cauti, perché se le previsioni non dovessero essere confermate, a pagare il conto sarebbe l’intera comunità scientifica». Lo scenario catastrofico, secondo Jennifer Francis, professoressa della Rutgers University (New Brunswick), potrebbe «essere realistico, ma non si verificherà prima del 2030-2050». L’ipotesi pare un tantino azzardata, ma rimanda a un’altra delle possibili conseguenze del riscaldamento globale. Correre quanto prima ai ripari è un obbligo, anche senza far riferimento alla peggiore delle possibili conseguenze.

Twitter @fabioditodaro

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