Wise Society : “Con l’acqua alla gola”: un libro che fa il punto sul riscaldamento globale

“Con l’acqua alla gola”: un libro che fa il punto sul riscaldamento globale

di Mariella Caruso
20 Ottobre 2015

Daniele Pernigotti in "Con l'acqua alla gola" fa il punto sul riscaldamento globale in vista della Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici al via il 30 novembre

Il 30 novembre a Parigi prenderà il via la Cop21. La posta in gioco è enorme, ma a dispetto del fatto che le decisioni prese influenzeranno la vita delle generazioni future, non sono in tanti a sapere quali sono gli argomenti di cui si discuterà per dodici giorni nella capitale francese. Invece tutti dovrebbero sapere che a Parigi politici, funzionari ed esperti di organismi nazionali e sovranazionali saranno impegnati nella XXI Conferenza globale sul cambiamento climatico a raggiungere un accordo universale e legalmente vincolante per contenere il riscaldamento globale entro i 2 gradi. «Soglia sopra la quale – avvisa Daniele Pernigotti, consulente ambientale, giornalista freelance e nostro collaboratore – il destino del pianeta come lo conosciamo sembra segnato».

Con l’acqua alla gola: un libro che fa il punto sul riscaldamento globale

A fare il punto sul riscaldamento globale con grande attenzione, senza il disfattismo di alcuni, ma anche senza tralasciare di puntare il dito su chi ha le maggiori responsabilità sul fenomeno è lo stesso Pernigotti nel volume Con l’acqua alla gola” edito da Giunti. Un titolo che lascia poco all’immaginazione. «L’equilibrio ecologico e idrogeologico è compromesso tra bombe d’acqua, alluvioni e allagamenti – spiega Pernigotti -. La terra è malata, i suoi abitanti non stanno troppo bene e il global warming sempre più spesso semina vittime in Italia e non solo».

Di chi sono le responsabilità? Il consulente ambientale non le manda a dire. «Ci sono le lobby del petrolio arroccate in difesa dei loro privilegi, la scarsa educazione ambientale dei cittadini, la poderosa forza del mercato nel determinare le scelte politiche ed economiche dei governi, l’infondato negazionismo di tanti scienziati e climatologi e l’indifferenza dei media e la loro superficialità nel presentare notizie e dati», continua Pernigotti che, proprio per bypassare la scarsa informazione ha scritto il volume il cui sottotitolo è “Tutti i responsabili dell’emergenza climatica in cui viviamo”.

Di cosa si parla nel libro?

Sono otto i capitoli del libro di Pernigotti. Nel primo “Finire sott’acqua giocando col fuoco” il climatologo sgombra il campo da ogni equivoco, soprattutto da quelli che spiegano le alluvioni e l’aumento della quantità di piovosità annuale come un fenomeno naturale. «Non è così – dice categoricamente Pernigotti -. L’Ipcc, che è il luogo in cui si dà periodicamente appuntamento il gotha mondiale delle varie scienze per dare il loro contributo, non ha dubbi: il clima sta cambiando e il principale responsabile di questo cambiamento è l’uomo».

Purtroppo, come è spiegato nel secondo capitolo “C’è chi dice no”. «Quello dei “falsi esperti” è un terreno in cui è facile cadere nel caso del cambiamento climatico, anche in assenza di una volontà negazionista», continua Pernigotti impegnato a contrastare la bufala più grande, «quella che vuole divisa la comunità scientifica». A questi si aggiungono i capitoli su “Le parole in libertà”, quelle dei media che oscillano tra il comportamento bulimico e l’apatia; quello sull’“Adattamento: il rovescio della medaglia” che parla del rischio che l’umanità non si renda conto di quanto sta accadendo per la lentezza dei fenomeni rischiando di fare la fine della rana che immersa nell’acqua che viene riscaldata lentamente finisce lessa senza aver mai la percezione del pericolo. Si continua con “I pilastri della sostenibilità”, di fatto tutti gli abitanti del pianeta se s’impegnassero in uno sviluppo sostenibile e così via dicendo fino agli ultimi due – “Che fare” e “È ancora possibile” – che aprono la porta alla speranza.

 

Riscaldamento globale: possiamo fare qualcosa?

Invertire la tendenza e affrontare sul serio il global warming vuol dire implementare subito energie alternative e abbandonare combustibili fossili, stimolare nei cittadini pratiche ecologiche corrette, cambiare mentalità e non arrendersi al fatalismo, offrire risposte alternative al paradigma della crescita a ogni costo, promuovere economie all’insegna della sostenibilità e del minor impatto ambientale, salvaguardare la biodiversità. E soprattutto cambiare modello di sviluppo, basandosi su una nuova consapevolezza ambientale e sociale.

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: ,
Continua a leggere questo articolo: