Wise Society : Spuzzulè, il bistrot napoletano arredato con oggetti di recupero

Spuzzulè, il bistrot napoletano arredato con oggetti di recupero

di Andrea Ballocchi
15 Giugno 2016

Nella città partenopea ha da poco aperto un locale arredato completamente con oggetti scartati. Una storia di riconversione e di rinascita di un quartiere

Aprire un locale in Italia è già di per sé un’impresa. Secondo i dati Confesercenti, nei primi due mesi dell’anno il saldo tra chi ha alzato le serrande e chi le ha chiuse definitivamente segna un “rosso” di quasi 9000 attività. Lo è particolarmente in una città come Napoli, dove la tendenza è marcata. Qui da febbraio ha aperto Spuzzulè, un bistrot che pur appena nato ha già fatto notizia, facendo parlare molto – e bene – di sé. Per un motivo innanzitutto: è arredato quasi interamente con materiali recuperati dalla strada.

VOGLIA DI RICONVERSIONE: Lo spunto per avviare un “localino”, come lo chiama il titolare Bruno De Crescenzo («non un ristorante», che ha nel riciclo il suo fiore all’occhiello) è stata una scelta ponderata: «L’idea alla base della nascita di Spuzzulè è associata alla rinascita dei Quartieri Spagnoli, che passa dall’idea di attrarre i turisti a riscoprire una parte della città quasi del tutto abbandonata». Il primo a “riconvertirsi” è stato proprio De Crescenzo, che ha deciso di cambiare vita e di provare questa sfida: «Per dieci anni ho gestito un negozio di informatica. Ma ero sempre più insoddisfatto e volevo invece … riciclarmi in una nuova avventura». Per qualche mese De Crescenzo ha girato nelle strade alla ricerca di oggetti abbandonati, andando anche a casa di diverse persone, avendo saputo che intendevano disfarsi di roba vecchia. «Il mio locale nasce anche come contrasto al modo di fare di molti napoletani: gettare per strada tutto ciò che non serve più».

Questo malcostume è all’antitesi del pensiero di tanti altri partenopei che come De Crescenzo credono alla cultura del riciclo e del riuso, a una corretta politica di gestione dei rifiuti. E così due porte vecchie sono diventati il pezzo forte su cui creare un bancone, ma anche le catene arrugginite trovate per strada hanno trovato nuova vita come pendenti dal soffitto, un pezzo di aratro ha dato l’idea per realizzare un lampadario. «E a breve mi verranno regalate da un cliente delle botti non più utilizzate e da un altro una bobina industriale di filo che potrò riutilizzare come tavolini. Così riprendono a rivivere oggetti a fine vita», aggiunge. A curare l’arredamento ed esaltarne l’aspetto creativo l’ha aiutato un amico di vecchia data, l’artista Antonio Lucio Correale.

MEET UP ALLA NAPOLETANA: ma torniamo al locale: cosa significa Spuzzulè? «In napoletano significa spiluzzicare. Infatti, propongo degli assaggi, mettendo in tavola prodotti tipicamente e tradizionalmente campani, che vanno dai salumi e formaggi a piatti preparati con le melanzane fino al casatiello e alla pastiera napoletana». Tutti i piatti sono abbinati a vini rigorosamente campani. Tutto è preparato con passione genuina e autodidatta del titolare che ha avuto come maestra la tradizione culinaria familiare. Il lato piacevole raccontato sul profilo Facebook del locale è quello dei turisti, italiani e tanti stranieri, che ogni giorno e ogni sera trascorrono momenti piacevoli incontrando e conoscendo nuove persone. E scoprendo un quartiere – e una città – che vuole smarcarsi dai soliti luoghi comuni che parlano solo di delinquenza e malavita e farsi invece conoscere per quello che si può vedere coi propri occhi. Io stesso faccio da guida ai miei clienti, facendo loro scoprire ristoranti e altri locali, un modo per darsi una mano e per far rinascere il quartiere».

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