Wise Society : Ulrich Stofner e l’Alto Adige come business location sostenibile
Wise Incontri

Ulrich Stofner e l’Alto Adige come business location sostenibile

di Emanuele Bompan
15 Ottobre 2014

Il direttore della Business Location Südtirol Alto Adige racconta come la regione di confine si confermi all'avanguardia nell'ambito della green economy

L'H2 Center South Tyrol di BolzanoL’Alto Adige ed il Trentino sono da sempre in vetta alle classifiche delle regioni più eco-sostenibili d’Italia. Ora però Bolzano ha iniziato a fare sul serio investendo tutto il suo potenziale promozionale per attirare nuove imprese e creare start-up votate alle tecnologie pulite e all’economia amica dell’ambiente. Wisesociety.it ha intervistato Ulrich Stofner, direttore di BLS, Business Location Südtirol Alto Adige, l’ente pubblico di promozione economica della provincia, che nasce con lo scopo di valorizzare l’Alto Adige come meta per imprenditori con una forte vocazione alla sostenibilità e allo sviluppo tecnologico. I risultati già si fanno vedere: sono circa 4.000 gli addetti e oltre 500 le aziende attive nel campo dell’economia ecosostenibile.

Quali sono gli elementi caratterizzanti in termini di sostenibilità dell’Alto Adige come business location?

L’Alto Adige rappresenta un esempio virtuoso. Basti ricordare che il 39% del suo fabbisogno energetico è coperto da fonti rinnovabili e l’obiettivo è quello di arrivare al 75% entro il 2020 e di raggiungere l’autosufficienza entro il 2050. Da noi il “green” è sempre stato uno stile di vita e un patrimonio culturale, così da diventare “naturalmente” un motore di sviluppo economico e del fare impresa.

Avviare nuove e innovative idee imprenditoriali è più facile qui che altrove poiché gli incentivi economici sono interessanti, soprattutto in materia di ricerca e sviluppo, la pressione fiscale è più contenuta e l’efficienza amministrativa è indubbiamente più alta. Ma la sola natura di regione a statuto speciale non basta a rendere l’Alto Adige l’habitat ideale per fare impresa: questo risultato è stato raggiunto grazie alla creazione di un network coeso di realtà – istituzioni, enti accademici, imprese – che si muovono verso un percorso comune fondato su innovazione, ricerca e sviluppo.

Quanto aiuta lo statuto speciale dell’Alto Adige?

Va ricordato che quest’ultimo – a differenza di quelli di altre provincie o regioni autonome Italiane – è ancorato al trattato Internazionale stipulato da De Gasperi alla Conferenza di pace di Parigi, che garantiva ai sudtirolesi provvedimenti specifici per la salvaguardia del loro carattere etnico e del loro sviluppo economico e culturale. L’Alto Adige ne ha fatto negli anni buon uso: ha il minor tasso di evasione fiscale d’Italia, il PIL pro capite più alto e ha da sempre, nei confronti dello Stato, un saldo ampiamente positivo.

Quali iniziative possiamo dire sono state pioneristiche nel comparto della green economy altoatesina?

Innanzitutto le centrali a teleriscaldamento a biomasse, diffuse qui già sin dal 1993, che oggi sono una sessantina. Inoltre, risale al 1992 l’idea iniziale del progetto Casaclima (un sistema di certificazione per edifici sostenibili) che dal 2002, ha rilasciato in Alto Adige la certificazione energetica ad oltre 5.000 edifici. Infine ci sono importanti attività fieristiche come Klimaenergy e Klimamobility, rispettivamente la fiera internazionale per l’applicazione innovativa delle energie rinnovabili e il Salone per la mobilità sostenibile.

Operativamente quali strutture ed incentivi trova una start-up “ecologica” grazie a BLS?

Noi agiamo sostanzialmente da “facilitatore di business”, offrendo servizi di consulenza gratuita a imprese e investitori interessati ad avviare progetti o nuovi reparti aziendali. Siamo poi affiancati da enti specializzati e da altri player istituzionali. Mi riferisco tra gli altri a TIS Innovation Park di Bolzano (che favorisce l’avvio e il radicamento di know-how innovativo), a EURAC (l’Accademia Europea di Bolzano), all’Istituto Fraunhofer (specializzato in sistemi informatici e software microelettronici), all’Istituto per Innovazioni Tecnologiche IIT (impegnato nello sviluppo delle tecnologie ambientali) e a Eco Research (specializzato nello studio dei micro¬inquinanti inorganici e organici).

Come si sviluppa il cluster dell’innovazione della mobilità ecologica, una delle realtà più importanti del comparto sostenibilità?

Qui sono nate soluzioni alternative al trasporto tradizionale, come ad esempio il business delle funivie utilizzate in tutto il mondo per la mobilità urbana. A ciò si aggiunge l’importante sfida dell’idrogeno: lo scorso giugno è stato inaugurato a Bolzano il primo impianto per la produzione e la distribuzione che permetterà di produrre 1,5 milioni di metri cubi di idrogeno all’anno, in grado di sostituire 525 mila litri di benzina o 440 mila di gasolio, evitando l’emissione di oltre mille tonnellate di emissioni di CO2. L’obiettivo della Provincia è arrivare a realizzare 24 impianti entro il 2020, creando una vera e propria autostrada dell’idrogeno che colleghi Modena a Monaco passando dall’Alto Adige. Nella Provincia di Bolzano si producono ogni anno 6,2 miliardi di kilowattora di energia idroelettrica, ma se ne consumano solo tre mentre il resto va disperso: grazie a questo progetto, parte dell’energia rinnovabile in surplus sarà stoccata sotto forma di questo elemento chimico.

La sede di Salewa a BolzanoLe tecnologie alpine con aziende come TecnoAlpin e Salewa rivestono un’altra quota di mercato importante: quali strategie avete approntato per attrarre start-up in questo settore specifico?

Noi siamo leader indiscussi in questo settore a livello mondiale. Anche grazie alle condizioni ideali del territorio per il 60% al di sopra dei 1.600 metri di quota, sono nate numerose aziende innovative che, con un export di 235 milioni di euro, garantiscono un impiego a oltre 1.471 lavoratori. Tanto che quasi un quarto del PIL altoatesino è originato in maniera diretta o indiretta dall’industria e dal turismo invernale. La virtuosa convivenza tra aziende leader a livello mondiale, imprenditori di nicchia e aziende start up fa sì che, oltre a prodotti high-tech, ci sia spazio anche per prodotti innovativi nel campo delle attrezzature e dei servizi. E poi formazione e ricerca universitaria, una fitta rete di imprese promossa dal TIS innovation park ed anche fiere e manifestazioni che fanno incontrare i player più importanti del settore: tutto questo promuove ulteriormente la location Alto Adige come punto di riferimento in materia di montagna e sport all’aria aperta.

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: ,
Continua a leggere questo articolo: