Wise Society : Turismo sostenibile: un premio all’hotellerie italiana, per innovazione e creatività
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Turismo sostenibile: un premio all’hotellerie italiana, per innovazione e creatività

di Lia del Fabro
11 Dicembre 2012

Gianluca Picone, giovane direttore di una piccola e prestigiosa catena alberghiera ha vinto a Londra il World Travel Market Global Award. Per la passione e l'impegno nella difesa dell'ambiente, messi in pratica con la regola delle tre R: riduzione, riutilizzo e riciclo

Gianluca PiconeGianluca Picone è un giovane manager che dopo aver studiato in Italia e all’estero, decide di trasferire la sua attenzione ai temi dell’ambiente nella gestione del Royal Group Hotels & Resorts.  Non dimenticando le logiche imprenditoriali, introduce pratiche decisamente in direzione dell’eco-sostenibilità, nel rispetto della regola delle tre R (cioè riduzione, riutilizzo e riciclo), cercando di sensibilizzare e di coinvolgere in un discorso di squadra i dipendenti dell’azienda.

Una scelta volutamente non ostentata, perché Picone, come spiega in questa intervista a WiseSociety.it, è convinto che l’adozione di pratiche a tutela dell’ambiente debba essere una decisione prima di tutto personale e debba rientrare nei comportamenti virtuosi e consapevoli da adottare nella quotidianità di ciascuno.

Il suo impegno in questa direzione gli è stato riconosciuto a livello internazionale con il recente premio vinto a Londra , nell’ambito del World Travel Market Global Award, la più prestigiosa fiera del turismo a livello internazionale.

Riduzione della plastica e risparmio dell’acqua

 

Quali sono state le scelte che le hanno fatto vincere il Global Award?

Il sistema di gestione ambientale, che da anni sto implementando parte da tre macro obiettivi: l’ottimizzazione del ciclo dei rifiuti, la minimizzazione dell’uso delle risorse, la sensibilizzazione del sistema con cui si interagisce.

Qualche esempio su come la teoria si traduce nella pratica quotidiana: riguardo al primo obiettivo, molto è stato fatto per ridurre l’uso della plastica: l’adozione di bottiglie di vetro con vuoto a rendere, le colonnine di acqua messe a disposizione del personale, e nel bar degli alberghi si usano solo naturalizzatori. I detersivi che utilizziamo sono concentrati: si tratta di vesciche da miscelare e diluire attraverso una macchina, con un evidente risparmio del numero dei contenitori che dopo l’uso sono riutilizzati, e quindi con un minore impatto inquinante dei trasporti sull’ambiente.

Dove sono stati fatti lavori di ristrutturazione, abbiamo investito in impianti di cogenerazione, ossia in produzione di acqua calda ottenuta dalle celle frigorifere. Sono stati adottati riduttori di flusso dell’acqua. Siamo anche passati al sistema di illuminazione al led, con un costo iniziale notevole ma ammortizzabile in breve tempo per il bassissimo consumo. E ancora, per i prodotti della ristorazione, cerchiamo, fin dove possibile, di usare quelli a km zero.

Ci spiega meglio chi è “Mr. Royal”, il personaggio a fumetti che ha utilizzato anche per realizzare l’opuscolo sulla riduzione degli sprechi nei Royal Group Hotels & Resorts?

Mr. Royal, salviamo il pianetaIl personaggio inventato insieme a un mio cugino è la punta dell’iceberg della nostra idea di turismo sostenibile ed è un modo sdramatizzante, divertente, per affrontare questioni importanti come il rispetto dell’ambiente, lo sviluppo culturale ed economico locale e non da ultimo la soddisfazione del turista.

Sul sito che abbiamo inventato cerchiamo di fornire spunti e informazioni sull’ecologia, sull’eco-sostenibilità, sullo sviluppo sostenibile, sull’ambiente e sulla green economy.

E comunque si tratta di un’iniziativa pur sempre di marketing, tanto che è cofinanziata dai nostri fornitori che sono fondamentali per trovare le giuste soluzioni alle nostre esigenze che vanno nella direzione della salvaguardia e del rispetto dell’ambiente.

 

 

Cos’è il progetto “Bee”

 

 

Come reagiscono i suoi collaboratori, i clienti e il sistema politico-amministrativo con cui entra in contatto?

Ho sempre pensato che sia fondamentale che tutte le persone interessate al nostro progetto siano motivate perché non è possibile realizzare la gestione eco sostenibile di un’attività come questa senza collaborazione.

Da parte dei dipendenti c’è stata un’apertura favolosa a queste iniziative. Voglio fare un esempio su una delle ultime idee realizzate grazie alla loro collaborazione. “Adotta il tuo cestino“, così si chiama l’idea di affidare a ogni dipendente un cestino per la carta in cui è stato incastrato un contenitore più piccolo (un semplice scolaposate acquistato presso la grande distribuzione) destinato agli altri rifiuti e che ognuno, alla fine del turno di lavoro, può svuotare in apposite aree di stoccaggio di raccolta differenziata.

Si accresce così la sensibilizzazione ambientale di tutti coloro che sono coinvolti nell’operazione e per l’azienda questo si traduce in una riduzione dei costi di smaltimento dei rifiuti.

Nei confronti dei clienti il discorso è più delicato perché abbiamo scelto di attuare una politica non-impositiva su questi temi, anche se, quando lo abbiamo fatto, le reazioni sono sempre state ottime. Abbiamo però deciso di spingere di più nella direzione ambientale in occasione di meeting di lavoro e quindi coinvolgendo grandi gruppi di persone, con un’accoglienza che si è sempre rivelata calorosa.

Quanto alla pubblica amministrazione, sinora tanti complimenti ma nulla in termini di sostegni concreti: penso, su questo punto, che un incentivo a chi esegue la raccolta differenziata dei rifiuti potrebbe essere un elemento di grande stimolo.

La raccolta differenziata al momento rappresenta per noi che la attuiamo solo un costo in più che dovrebbe essere ripagato in termini di un vantaggio ambientale complessivo realizzato dal sistema pubblico.

 

Queste strategie si potrebbero applicare in un contesto più ampio, come la gestione sostenibile di un’intera città? E in che modo?

Si potrebbero applicare sicuramente, perché stiamo parlando di meccanismi che funzionano molto meglio a livello sistemico piuttosto che a livello di singola azienda.

Penso al sistema di tariffazione e di incentivi per le politiche di raccolta differenziata e all’esempio di una piccola città come Capannori in Toscana che rappresenta un caso di eccellenza nello smaltimento dei rifiuti.

C’è un progetto cui tengo e sul quale mi sto impegnando che riguarda la mobilità sostenibile, un car sharing con auto elettriche che partirà da Napoli, alla quale sto collaborando a livello di project business e come messa a disposizione dei siti.

Il progetto si chiama Bee (www.bee.it) ed è stato sviluppato dalla NHP coinvolgendo partner importanti come Renault e Siemens. La start up è previsto a gennaio del prossimo anno e dovrebbe consolidarsi in breve tempo con trasporti garantiti anche per l’aeroporto e i porti della città. Mi sembra un ottimo esempio di sviluppo della città nella direzione ambientale che è quello che più mi interessa.

 

Una grande sfida da vincere

 

 

 

 

Come è arrivato a maturare queste idee?

Credo che tutto sia nato dall’incontro con il mio amico Valerio Siniscalco ingegnere ed esperto di energia pulita, ma anche fondatore della società NHP, start-up di grande successo nel campo della sostenibilità. È lui, tra l’altro, l’ideatore del progetto di mobilità sostenibile “Bee” di cui ho detto prima (partito da Napoli ma con ambizioni nazionali) e con lui ho maturato le idee che sto cercando di realizzare.

Per fare un esempio su come le nostre visioni siano comuni, il suo regalo di compleanno per i miei trenta anni è stato il sistema di gestione ambientale che utilizzo per individuare la convenienza o meno delle scelte attuate negli hotel del gruppo, misurando i costi/benefici sotto quattro punti di vista: il dipendente, l’ambiente, il cliente e il costo.

Queste mie convinzioni nascono quindi da una motivazione personale, dalla passione e dall’interesse verso i temi della difesa dell’ambiente. Ma c’è anche l’idea più generale che si tratti della grande sfida, ambientale ed economica, dei nostri tempi. Sfida che dobbiamo affrontare senza possibilità di alternative, perché la garanzia di mantenere e migliorare la nostra qualità di vita attraverso il soddisfacimento dei nostri bisogni passa per forza di cose da scelte ambientali diverse dalle attuali.

 

Lei ha fondato anche una società di consulenza, la Pik One Solutions, focalizzata sulle soluzioni creative e sostenibili per l’industria alberghiera. Come mai?

 

 

Perché semplicemente vorrei trovare altri albergatori che condividano con me l’idea di turismo sostenibile. Ma non è pensabile realizzare questo progetto ponendosi in veste di albergatore e collaborare da concorrente con altri colleghi.

Presentarsi in un altro modo ho pensato che potesse aiutare allo scambio delle opinioni e riuscire a creare una rete tra chi sostiene forme di turismo sostenibile.

Le iniziative “green” nel settore alberghiero

 

 

Come si sta muovendo, secondo la sua esperienza, il mondo dell’hotellierie ambientalista in Italia e nel mondo?

Non mi sembra che in Italia e anche all’estero siano state realizzate su larga scala iniziative ambientaliste in questo settore, che sicuramente è inquinante soprattutto per le strutture ricettive che si trovano nelle città, perché per i resort in mezzo alla natura è certo più facile rispettare parametri di sostenibilità.

C’è comunque un forte interesse verso questi temi, ma c’è anche una tendenza green che alla fine si è un po’ svuotata di significato. Per chi ne è consapevole, la sostenibilità dovrebbe diventare un modo di intendere la vita da cui non è più possibile prescindere.

Voglio dire che la tutela dell’ambiente è sì un tema molto sentito, ma non dovrebbe riguardare solo il piccolo ambito lavorativo e personale di ciascuno di noi:  l’intero sistema dovrebbe essere orientato in questa direzione premiando i comportamenti virtuosi e incentivandoli.

Cosa pensa degli Ecoworldhotel?

Quello degli Ecoworldhotel (prima catena alberghiera italiana che raggruppa strutture turistico-alberghiere particolarmente attente alle tematiche ambientali ndr) è senz’altro un buon sistema di certificazione, magari un po’ costoso, effettuato attraverso la valutazione qualitativa e la conseguente attribuzione di “foglioline” come misura del livello di sensibilità ambientale di alberghi, che generalmente sono un po’ piccoli.

Penso però, a livello del tutto personale, che non mi piace vendere la mia sostenibilità e che mi infastidisce sbandierare le azioni che realizzo in nome della difesa ambientale, magari destinate a finire nel calderone indifferenziato di quello che oggi chiamiamo “green”.

Sono convinto, piuttosto, che la tutela ambientale sia un modo consapevole di pensare e di gestire le proprie azioni che dovrebbe impegnare ciascuno di noi in prima persona, come scelta non più rinviabile e rispetto alla quale non esistono alternative.

Mr Royal, paladino dell'ambiente e dell'ecologia

 

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