Fare turismo responsabile conviene a tutti. Parola dell'amministratore delegato di EcoWorldHotel, il primo gruppo italiano di alberghi con certificato di ecosostenibilità. Che ha come obiettivo la salvaguardia del patrimonio paesaggistico del nostro Paese e l'offerta di prezzi accessibili. Grazie alla maggior efficienza e all'ottimizzazione dei costi
Il turismo è senza dubbio una delle più grandi risorse del nostro Paese che, non a caso, è ai primi posti al mondo per numero di strutture ricettive presenti sul territorio nazionale.
È all’interno di questo contesto che è nato qualche anno fa EcoWorldHotel, il primo gruppo italiano di albergatori particolarmente attenti alle tematiche ambientali. Vi aderiscono oggi oltre cento strutture fra hotel, b&b, agriturismo, case vacanza, residenze, wellness-resort, alberghi diffusi, castelli, dimore storiche. Tutte certificate, conferma Alessandro Bisceglia, amministratore delegato del Gruppo , secondo precisi parametri di ecosostenibilità.
A ognuna viene assegnato il Marchio di Qualità Ambientale EcoWorldHotel che prevede, proprio come le stelle degli alberghi, cinque eco foglie che misurano appunto l’impegno della struttura nella salvaguardia del Pianeta.
EcoWorldHotel nasce per rispondere a quali esigenze?
Oggi un albergo inquina mediamente quattro volte in più rispetto agli edifici civili, in altre parole come quattro condomini di varie dimensioni. È per questo che abbiamo voluto riunire sotto un unico marchio tutte le strutture ricettive italiane attente all’ambiente e a uno sviluppo ecosostenibile.
Si è creato un sistema di certificazione molto innovativo che, un po’ come avviene per le stelle alberghiere, ha le sue cinque eco foglioline, indicatori dell’impegno profuso dall’albergatore in favore dell’ambiente. Peraltro nel 2003 l’Unione Europea ha dato un segno molto importante in ambito normativo con la certificazione di qualità ambientale delle strutture ricettive in Ecolabel (il marchio europeo di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori dal punto di vista dell’impatto ambientale).
E siccome l’Italia è al primo posto come numero di alberghi in Europa e quarta al mondo non potevamo non attivarci anche noi in tal senso.
Cosa significa essere oggi un eco-hotel?
Per definitisi così bisogna rispettare determinati parametri e intraprendere un percorso di certificazione che valuta appunto l’impegno della struttura ricettiva in tal senso. Per poter accedere al primo livello di certificazione e ottenere la prima eco foglia bisogna rispettare minimo 15 criteri obbligatori. Fra questi, tanto per fare qualche esempio, avere almeno il 60 percento di lampadine a risparmio energetico in classe A, oppure l’utilizzo di prodotti per le pulizie eco certificati, quindi biodegradabili, con ovvie ricadute positive sia sulla clientela che sulle collaboratrici ai piani, sottoposte tutti i giorni a inalazioni di prodotti per l’igiene. Ci sono poi criteri facoltativi che possono essere scelti liberamente dall’albergatore: pannelli fotovoltaici, biciclette a disposizione dei clienti e così via. A ognuno di questi parametri vengono assegnati dei punteggi e la loro somma dà la possibilità di ottenere via via sempre più eco foglie. Più un albergo ha eco foglie più vuol dire che si impegna nel rispetto dell’ambiente e questo può aiutare e guidare scelte più consapevoli e responsabili da parte del cliente.
L’Italia come si colloca rispetto al resto dell’Europa sul fronte dell’ecoturismo?
Siamo sicuramente ai primi posti in termini di offerta. Se c’è una cosa che noi italiani sappiamo fare bene è proprio il turismo e fare un turismo responsabile in un Paese come il nostro, che ha un grande patrimonio paesaggistico e ambientale da difendere, va a beneficio di tutto il sistema Paese. Negli ultimi anni abbiamo registrato un incremento a due cifre nella scelta di queste tipologie di strutture e di vacanze da parte del turista italiano e secondo gli ultimi dati l’ecoturismo rappresenta ormai circa il 10 percento del fatturato globale del comparto, quindi oltre 10 miliardi di euro l’anno. Ci sono regioni come Emilia Romagna, Piemonte, Trentino che sono sempre ai primi posti in Europa in termini di numero di strutture regionali eco certificate. Inoltre riscontriamo sempre maggiore interesse anche da parte delle grandi aziende. Importanti società come Ikea o Leroy Merlin, cercano di utilizzare, infatti, sempre più responsabilmente lo spostamento dei propri dipendenti, che rientra nel processo produttivo dell’azienda, scegliendo appunto strutture eco certificate. Questa scelta permette loro anche di comunicare nel bilancio ambientale dell’azienda il loro impegno in questa direzione. Lo stesso vale per la richiesta di congressi ed eventi che nelle nostre strutture vengono organissati secondo una logica di low impact.
L’ecoturismo si paga? Cioè il cliente spende di più rispetto a un albergo tradizionale?
Normalmente si pensa che eco e bio costino di più, ma non sempre questo è vero. In un eco-hotel si fa di tutto per ottimizzare, per esempio, acqua ed energia elettrica, e solitamente si chiede anche il coinvolgimento degli ospiti, che partecipano sempre ben volentieri. E questo si traduce spesso in risparmio anche per il cliente. Un albergo che sa ottimizzare i costi ha quindi la possibilità di applicare prezzi inferiori rispetto a un albergo classico ed energivoro che non riesce a essere competitivo proprio perché meno efficiente.
Nel nostro caso, come EcoWorldHotel, premiamo chi ci sceglie e chi vuole contribuire alla salvaguardia dell’ambiente con una nostra fidelity card che dà la possibilità di avere forti sconti, proprio perché vogliamo premiare anche il coinvolgimento in prima persona.
Quali, secondo lei, le sfide future per un turismo sempre più eco-friendly?
Bisogna impegnarsi a fondo per sensibilizzare verso queste tematiche la maggior parte delle persone: quanto si sta facendo ancora non basta e l’ambiente è una sfida troppo importante sia per il turismo in sé sia per il futuro del genere umano. L’ecosostenibilità, tra l’altro, è quasi una strada obbligata – il nostro valore in più- per noi italiani ed europei se vogliamo rimanere competitivi rispetto a Paesi emergenti e agguerriti come Cina e India.