Wise Society : Pistoia – Dialoghi sull’uomo 2011
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Pistoia – Dialoghi sull’uomo 2011

di Redazione Wise Society
27 Maggio 2011

Seconda edizione del Festival dell'Antropologia Contemporanea dedicata al "Corpo che siamo". Incontri, spettacoli, dialoghi per capire, conoscere e confrontarsi

Pistoia – Dialoghi sull’uomo 2011

Dopo il successo della prima edizione, con oltre 9.000 presenze, torna dal 27 al 29 maggio, Pistoia – Dialoghi sull’uomofestival di antropologia del contemporaneo, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Pistoia, ideato e diretto da Giulia Cogoli.

In programma tre giornate con 19 appuntamenti nel centro storico di Pistoia: incontri, spettacoli, dialoghi rivolti ad un pubblico non specialistico, interessato all’approfondimento e alla ricerca di nuovi strumenti e stimoli per comprendere la realtà di oggi, con un linguaggio accessibile e comprensibile a tutti.

La seconda edizione dei Dialoghi ha come filo conduttore “Il corpo che siamo”, partendo dal dato universale che accomuna tutte le società umane: non esiste una cultura al mondo che accetti il corpo così com’è.

Il tema è presentato dall’antropologo Marco Aime, consulente al programma dei Dialoghi, che nella sua conferenza spiega perchè da sempre gli esseri umani vogliano strappare il corpo dalla sua condizione originaria, “naturale”, per renderlo più “culturale”. Gli altri antropologi che intervengono ai Dialoghi sono: Marc Augé, che propone un percorso dall’Africa Occidentale sino all’Europa con curiose analogie e forti differenze sull’utilizzo del corpo; Adriano Favole ci spiega che neppure dopo la morte abbandoniamo il corpo al suo destino; Franco La Cecla ci dice che non di sola carne sono fatti l’uomo e la donna, ma anche di pulsioni e desideri che cambiano con le epoche, producendo talvolta sovrapposizioni e confusioni di generi; Giuliano Tescari interviene sul corpo dello sciamano, un corpo multiplo, mortificato, annientato, smembrato e disarticolato, veicolo della metamorfosi, ma anche interfaccia con la natura; Cristiana Natali, antropologa della danza, dialoga con il coreografo e ballerino Virgilio Sieni; David Le Breton parla dell’antropologia del dolore.

Tra i filosofi presenti: Roberta De Monticelli discute sulla fatica di diventare adulti e sul concetto di corpo sociale;  Maurizio Ferraris affronta il tema della perdita del corpo nell’immaterialità del web. Cosa diventerà? Più di quanto immaginiamo: il virtuale infatti ha quanto mai bisogno di un corpo, sino a trasformarlo in risorsa; Umberto Galimberti si interroga su cosa sia oggi il corpo nell’Occidente industrializzato. Un corpo plurale, un organismo da sanare per la medicina, forza lavoro da impiegare per l’economia, carne da redimere per la religione, inconscio da liberare per la psicoanalisi, manichino per la moda. La sociologa  Rossella Ghigi discute della cultura dei cambiamenti e della chirurgia estetica;  Telmo Pievani parla dell’evoluzione e del cambiamento del corpo da un punto di vista genetico ed evoluzionistico. Lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet interviene sul difficile rapporto con il proprio corpo in adolescenza; i teologi Stefanie Knauss e Vito Mancuso si confrontano sul rapporto tra spiritualità e corpo: due concetti opposti? La demografa Rossella Palomba dialoga con la giornalista scientifica Sylvie Coyaud sulla nostra identità di genere: prodotto misto di elementi biologici e di tratti socio-culturali. Il fotografo Ferdinando Scianna interviene sull’ambiguo rapporto fra il proprio corpo e la propria immagine, perchè non ci riconosciamo mai nelle fotografie? Carlo Petrini, presidente di Slow Food, dedica il suo incontro al delicato rapporto fra corpo e cibo, che ci indica chi siamo e il legame con il territorio in cui viviamo.

Il programma dei Dialoghi include inoltre un omaggio  a uno dei più grandi antropologi e pensatori di tutti i tempi: Claude Lévi-Strauss a cui Toni Servillo dedica un recital leggendo brani tratti dal suo celebre libro Tristi Tropici, ed uno spettacolo di danza Studies of the Human Body, ideato e interpretato da Virgilio Sieni su musiche di Salvatore Sciarrino e J.S. Bach.

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