Wise Society : Simone Betto: «Nei nostri campi, piante per nutrire le api»

Simone Betto: «Nei nostri campi, piante per nutrire le api»

di Maria Enza Giannetto
5 Novembre 2019

L'agricoltore friulano con la sua azienda agricola di famiglia è il promotore di un progetto che prevede la semina di un miscuglio di piante idonee al nutrimento degli insetti impollinatori

Salvare le api, per salvare il pianeta. Gli agricoltori lo sanno bene, per questo un progetto che nasce proprio  dalla volontà di un’azienda agricola assume anche il valore dell’azione di chi opera sul campo. Ci ha creduto, aggiudicandosi per questo anche uno degli Oscar Green regionali della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia, Simone Betto dell’Azienda Agricola Betto di Pocenia che insieme con il fratello Stefano rappresenta la terza generazione dell’azienda agricola avviata dal nonno Santo e portata avanti dal padre Demetrio.

«Il nostro impegno nel campo dell’agricoltura sostenibile  – spiega Simone Betto – risale ormai al 2010 quando, insieme ad altre aziende di Pocenia, abbiamo costituito una cooperativa  che si occupa di gestire un impianto biogas da circa un megawatt. L’utilizzo delle energie rinnovabili ha contribuito a cambiare, velocemente, il nostro approccio all’agricoltura che non è più di tipo tradizionale ma più innovativo e sempre aggiornato. Per esempio, abbiamo totalmente abbandonato l’aratura cominciando a fare colture di copertura come intercalare fra le colture di reddito».

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Foto Pixabay

E proprio dalla messa a riposo “alternativa” del terreno è venuta fuori l’idea di utilizzare un miscuglio di semi che potesse apportare benefici al terreno, all’ambiente e agli insetti “buoni”. «Ci siamo accorti – dice – di come molte colture non redditizie siano comunque un ottimo investimento per fissare azoto o C02 nel terreno e di come certe piante siano davvero strutturanti e protettive per il terreno nei periodi in cui non è seminato a cereali. Così è nata anche l’idea di utilizzare un miscuglio di semi – tra cui orzo, facelia, medica, trifoglio violetto, trifoglio subterraneo, grano saraceno, senape bianca, miglio – che oltre a far bene al terreno creano un habitat idoneo agli insetti pronubi cioè quegli insetti che trasportano il polline da un fiore all’altro, e a un imenottero (Ooencyrtus telenomicida) che potrebbe parassitare le uova della cimice asiatica, evitando l’utilizzo dei pesticidi. In questo modo, con un investimento di qualche migliaio di euro, abbiamo trasformato un campo temporaneamente senza valore in qualcosa di attivo».

Il progetto è piaciuto e ha creato interesse in altre aziende nonché in apicoltori della zona che hanno sposato l’idea e che, a loro volta, hanno aderito mettendo in programma, per il futuro, la donazione di miele alle persone bisognose. Un piccolo grande esempio di progetti spontanei che partono da chi sta sul territorio e che creano collaborazione e arricchimento circolare.

 

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