In Valtellina per confondere la carpocapsa e impedirne la riproduzione i maschi vengono confusi con i feromoni della femmina
Usare metodi naturali invece di antiparassitari chimici per proteggere sia colture aperte sia piante di appartamento: parliamo di lotta biologica attraverso insetti e acari. Un sistema che con la crescita dell’attenzione nei confronti dell’ambiente sta, pian piano, diffondendosi sempre di più. A prendere esempio dai coltivatori biodinamici e da quelli biologici sono anche i coltivatori dei meleti della Valtellina, dove per allontanare la carpocapsa del melo, una delle farfalle più dannose per quel tipo di coltivazioni, utilizzano l’odore del sesso.
Da qualche tempo in 50 ettari di meleti in Valtellina, a far perdere la testa ai maschi di carpocapsa sono i feromoni diffusi nei campi, ma diversamente da quanto avviene in altri meleti, la diffusione è stata concentrata dal tramonto all’alba attraverso l’utilizzo di trappole sessuali temporizzate. «Aumentando la concentrazione di ormoni femminile i maschi perdono la testa, si confondono e non trovano più le partner da fecondare, bloccando così la moltiplicazione della popolazione del lepidottero», spiegano da Coldiretti Lombardia.
L’utilizzo di questo tipo di trappole sessuali a tempo è la prima sperimentazione nei meleti valtellinesi. «Un metodo – conclude Coldiretti – che protegge le coltivazioni riducendo la manodopera, visto che bastano 2 diffusori per ogni ettaro».