Wise Society : Dab, l’acronimo che sta rivoluzionando la radio

Dab, l’acronimo che sta rivoluzionando la radio

di Maria Enza Giannetto
10 Dicembre 2024

Molti paesi stanno ormai migrando verso il sistema di trasmissione radiofonica Dab. Efficiente e innovativo, offre una miglior qualità d'ascolto e un'offerta maggiore di contenuti. Ed è anche più sostenibile per l'ambiente e la salute umana

E’ la rivoluzione tecnologica della radio. Si chiama Digital Audio Broadcasting (DAB) ed è la tecnologia che sta trasformando del tutto l’esperienza di ascolto. Se ne parla già da qualche anno ma, nell’ultimo periodo, questo sistema di trasmissione radiofonica è diventato sempre più all’avanguardia. Ma cosa rende il DAB (e nella sua versione più attuale il Dab+) così innovativo e sostenibile? E quali sono le sue implicazioni per il settore radiofonico ma anche per l’ambiente e la salute umana?

Giovane donna che ascolta la radio

Foto Shutterstock

Cos’è il Digital Audio Broadcasting?

Partiamo però subito dal capire meglio di cosa si parla quando si dice Digital Audio Broadcasting. Il Dab è, appunto, un sistema di trasmissione radiofonica digitale che permette di trasmettere segnali audio di alta qualità attraverso onde radio.

A differenza della tradizionale radio analogica, che può essere soggetta a interferenze e variazioni di qualità del suono, offre, quindi, una ricezione chiara e stabile (paragonabile, nella sua ultima versione DAB+ a quella di un Cd). Inoltre, visto che gli spazi per la trasmissione via FM sono praticamente tutti occupati, la tecnologia DAB+ consente di offrire un numero di reti nettamente maggiore, oltre alla possibilità di trasmettere più canali audio sulla stessa frequenza. Il risultato? Gli ascoltatori possono accedere a una varietà di stazioni radio, incluse quelle locali e tematiche, senza dover sintonizzarsi manualmente su diverse frequenze.

Dab, storia e sviluppo

Nonostante si parli di una tecnologia innovativa, il DAB ha praticamente già 40 anni. I primi esperimenti, infatti, risalgono già agli anni ’80. A lanciare il primo canale Dab al mondo è stata, nel giugno 1995, la Norwegian Broadcasting Corporation con NRK Klassisk. L’hanno seguita la BBC e la Swedish Radio.

Il DAB+, versione migliorata del DAB originale, è stato introdotto nel 2007. Si tratta di una tecnologia che al posto del codec audio chiamato MPEG-1 Layer II, usato dal Dab, utilizza un codec più avanzato, l’AAC+ (Advanced Audio Codec Plus) che gli consente di offrire una qualità audio migliore e una maggiore efficienza nella compressione, permettendo di trasmettere più canali con la stessa larghezza di banda. Inoltre, DAB+ è più efficiente nell’uso della banda, e può ospitare più stazioni radio nello stesso spazio di frequenza offrendo una qualità del segnale più stabile e riducendo il rischio di interruzioni o degrado della qualità audio.

Strumentazione radio

Foto senivpetro su Freepik

La situazione del Dab in Italia

E oggi? Il DAB+ ha guadagnato rapidamente popolarità in molti paesi come Australia, Nuova Zelanda e alcune nazioni africane. E mentre l’America mantiene il sistema FM, la Norvegia è stato il primo Paese al mondo a spegnere completamente la trasmissione radiofonica analogica nel 2017, passando interamente al nuovo sistema.

Per quanto riguarda l’Italia, invece, il processo è ancora in fase di sviluppo e richiede investimenti significativi in infrastrutture e campagne di sensibilizzazione per educare il pubblico sui benefici della radio digitale. Di fatto, le problematiche, in Italia, sono legate alla copertura che è in espansione, ma non ancora uniforme su tutto il territorio nazionale (le principali città tendono a essere servite meglio). Inoltre, anche l’offerta di contenuti è ancora in fase di crescita e non tutte le stazioni FM hanno una corrispondente trasmissione in DAB+.

Un’altra questione è legata alla disponibilità di ricevitori DAB+ che è aumentata, con molti modelli di radio e autoradio (il Dab si sta ovviamente sviluppando molto nel settore automobilistico) e dispositivi portatili che supportano questo standard ma non tutti gli ascoltatori hanno ancora accesso a questi dispositivi. Di fatto, sul mercato si possono anche trovare adattatori con varie tipologie di connessione che permettono di utilizzare i vecchi dispositivi con la tecnologia Dab.

I vantaggi del DAB

Insomma, come anticipato, un dei principali vantaggi del DAB è sicuramente la qualità audio superiore, ma ce ne sono tanti altri sia in termini di varietà di contenuti e protezione della privacy sia in termini di sostenibilità. Ecco quali sono:

  1. Ricezione di qualità: il DAB+ garantisce una ricezione chiara e senza interferenze, anche in movimento, grazie alla sua tecnologia avanzata.
  2. Ampia varietà di programmi: a differenza della FM, che può trasmettere solo una rete per frequenza, il DAB+ permette di trasmettere da 12 a 18 reti sulla stessa frequenza, offrendo una scelta più vasta di stazioni e programmi.
  3. Ricerca automatica dei canali: gli apparecchi DAB+ facilitano la ricerca e la memorizzazione delle stazioni, mostrando automaticamente i programmi disponibili senza la necessità di cercare manualmente le frequenze.
  4. Informazioni supplementari: il DAB+ permette la trasmissione di testi e immagini in aggiunta all’audio, come titoli di canzoni, nomi degli artisti e aggiornamenti sul traffico, migliorando l’esperienza dell’ascoltatore.
  5. Indipendenza dalla Rete Internet: non dipendendo da connessioni Internet, è più affidabile in situazioni di sovraccarico della rete, garantendo una continua disponibilità di trasmissione.
  6. Protezione della privacy: le trasmissioni DAB+ non tracciano le abitudini di ascolto individuali, garantendo un maggiore anonimato e l’assenza di pubblicità mirata.
  7. Sostenibilità ambientale: l’abbandono graduale della FM a favore del DAB+ contribuisce a una riduzione significativa del consumo energetico, poiché diminuisce il numero di canali da gestire e il bisogno di manutenzione delle infrastrutture.

Il Dab e la sostenibilità

E per quanto riguarda l’ambiente? Ovviamente la questione ha un suo peso rilevante perché la sfida per il settore è anche quella di garantire una transizione inclusiva e sostenibile, in modo che tutti possano beneficiare di questa rivoluzione nell’ascolto radiofonico senza recare, però, danni all’ambiente.

Per quanto riguarda l’impatto ambientale, infatti, ci sono alcuni aspetti da considerare. Uno su tutti la questione energetica. Il DAB, infatti, può essere più efficiente dal punto di vista energetico rispetto alla radio analogica, poiché consente di trasmettere più contenuti utilizzando meno energia. Tuttavia, la produzione e l’installazione delle infrastrutture necessarie per il DAB richiedono risorse e energia. Inoltre, l’impatto ambientale complessivo del DAB dipende anche dalle fonti di energia utilizzate per alimentare le stazioni di trasmissione.

Un’altra questione da non sottovalutare è quella delle apparecchiature e dei rifiuti elettronici. La transizione a tecnologie digitali comporta anche la sostituzione delle apparecchiature analogiche, il che può generare rifiuti elettronici. Se non gestiti correttamente, questi possono avere un impatto ambientale negativo. Di fatto, però, la gran parte dei ricevitori FM radio only, ha una presa AUX/IN che permette di passare al DAB+ utilizzando un adattatore senza cambiare apparecchio.

Il Dab e la salute umana

L’assenza di campi elettromagnetici è di certo un vantaggio significativo per la salute umana. I campi elettromagnetici, generati da dispositivi elettronici e infrastrutture come linee elettriche e torri di trasmissione, sono infatti stati oggetto di numerosi studi per la loro possibile correlazione con effetti nocivi sulla salute.

L’esposizione prolungata a questi  campi è, infatti, stata associata a disturbi del sonno, mal di testa, affaticamento e, in alcuni casi, a un aumento del rischio di patologie più gravi, come i tumori. Nonostante gli studi siano continui e non ci siano evidenze su tali correlazioni, eliminare o ridurre l’esposizione ai campi elottromagnetici non può che migliorare il benessere generale

Le radio DAB, infatti, operano a basse potenze e le radiazioni elettromagnetiche emesse sono ben al di sotto dei limiti di esposizione stabiliti dalle normative internazionali. Ovviamente, come per qualsiasi tecnologia, è importante continuare a monitorare la ricerca scientifica e rimanere aggiornati sulle linee guida e le raccomandazioni delle autorità sanitarie.

Maria Enza Giannetto

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