Creare quadri, strumenti musicali, oggetti d'arredo e installazioni da materiali di scarto: è l'arte del riciclo. Il Museo virtuale, voluto dal Consorzio Ecolight per sensibilizzare la gente sull'importanza del recupero dei rifiuti, festeggia due anni e oltre due milioni di clic.
Compie due anni il Museo del Riciclo e festeggia con numeri di tutto rispetto. Oltre 300 opere realizzate solo con materiali di riciclo e 50 artisti aderenti alla green art. In due anni di vita ha già superato i due milioni di clic sul portale www.museodelriciclo.it registrando un crescendo di interesse tra artisti, appassionati d’arte e amici dell’ambiente.
La finalità di questo progetto lanciato nel febbraio 2010 dal Consorzio Ecolight – il Consorzio per la gestione di RAEE, pile e accumulatori – è proprio quella di sensibilizzare sul recupero dei rifiuti. Quello che accomuna le opere esposte è il fatto di essere state realizzate con materiali di scarto: erano rifiuti e sono diventati quadri, strumenti musicali, oggetti d’arredo e installazioni.
Pur essendo un museo solamente virtuale, museodelriciclo.it è la dimostrazione concreta di come ciò che viene considerato rifiuto non è materiale da buttare ma può rinascere a nuova vita. Ed è la testimonianza di come il recupero dei rifiuti può portare a un valore aggiunto: le schede madri di computer possono essere trasformate in colorate lampade; circuiti stampati, così come piccoli e grandi elettrodomestici, televisori e lampadine a risparmio energetico non solamente danno origine a importanti materie prime seconde che possono essere impiegate nei ciclo di produzione di nuovi oggetti ma permettono anche un risparmio in termini di consumo energetico e inquinamento ambientale. Rinascendo a vita artistica. Una sorta di arte del cassonetto che, al di là di facili ironie, asseconda la crescente attenzione sulle tematiche del riuso e del riciclo.
Per festeggiare il secondo compleanno del Museo del Riciclo sono state scelte le opere dello Studio SETADesign di Teresa Siano e Alfonso Escoffièr: per esempio le MBLamp sono ottenute riciclando le schede madri dei computer. Due le versioni proposte: la lampada da terra con un mouse utilizzato come interruttore e la versione da tavolo con un vecchio floppy disc che fa da base. «Tutto nasce da un pensiero: “nulla è ciò che appare, nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”», spiegano gli autori. «È così che da vecchie “risorse” quali i componenti elettronici dei computer, obsoleti o guasti, è nata l’idea di realizzare la MBLamp, un oggetto di uso quotidiano che risulta anche un elemento di design eco-artistico».