Wise Society : Come funziona il riciclo delle bottiglie di plastica

Come funziona il riciclo delle bottiglie di plastica

di Valentina Neri
10 Febbraio 2025

Ecco come riciclare le bottiglie di plastica correttamente

Nonostante l’acqua di rubinetto sia conforme ai parametri di sicurezza in oltre il 99% dei casi, l’Italia è il primo Paese europeo per consumo di acqua in bottiglia, con una media di 249 litri pro capite (ben 159 in più rispetto alla media di Unione europea e Regno Unito). Se aggiungiamo alle bottiglie di acqua minerale anche quelle di bevande, arriviamo a un totale che – secondo Greenpeace – raggiunge gli 11 miliardi di bottiglie in plastica (PET, nello specifico) immesse in commercio ogni anno. Con numeri del genere, e tenendo conto del fatto che la plastica vergine è un derivato dagli idrocarburi, è evidente come sia indispensabile innanzitutto una riduzione dell’usa e getta, accompagnata parallelamente dal riciclo delle bottiglie di plastica. Vediamo più da vicino come funziona.

Riciclo delle bottiglie di plastica

Foto Shutterstock

Riciclo delle bottiglie di plastica: perché è importante

Le bottiglie in plastica sono composte principalmente da polietilene tereftalato (PET), una resina termoplastica leggera e resistente. Il PET è un materiale molto versatile, ideale per contenere alimenti e bevande perché è trasparente, stabile a temperatura ambiente, impermeabile ai gas e garantisce la sicurezza alimentare. Tuttavia, la sua diffusione su scala globale ha portato a una produzione massiva di rifiuti, con conseguenze ambientali allarmanti.

Stando al Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), infatti, la produzione globale di plastica – di qualsiasi tipologia, non solo PET – ha superato i 400 milioni di tonnellate nel 2021. 400 milioni di tonnellate che sono generate ancora per la stragrande maggioranza da combustibili fossili.

Guardando invece al dato storico, cioè a tutta la plastica prodotta dall’umanità negli ultimi settant’anni, si arriva a un totale stimato in 6,9 miliardi di tonnellate. Soltanto una minima parte, il 9%, è stata riciclata e un altro 12% è stato bruciato nei termovalorizzatori. Tutto il resto è finito in discarica o è stato rilasciato nell’ambiente, compresi gli oceani. Senza un radicale cambiamento di rotta, la quantità di rifiuti plastici in mare passerà dagli 11 milioni di tonnellate del 2016 ai 29 milioni del 2040.

Se non smaltita correttamente, però, la plastica può impiegare secoli per degradarsi, accumulandosi negli ecosistemi: lì si frammenta in microplastiche ed entra nella catena alimentare, con effetti sulla salute ancora ignoti.

Il riciclo delle bottiglie di plastica, dunque, aiuta a ridurre drasticamente la quantità di rifiuti dispersi nell’ambiente. Non solo: il riciclaggio abbatte anche il dispendio di risorse – idrocarburi, nello specifico – che sarebbe stato necessario per produrre nuovi imballaggi. In termini di emissioni di CO2 risparmiate, riciclare un milione di tonnellate di plastica equivale a togliere un milione di auto dalle strade.

Anche per questo, l’Unione europea è intervenuta in modo molto deciso per limitare i consumi di plastica monouso attraverso la direttiva Sup (single use plastics). Oltre a vietare la commercializzazione di cotton fioc, posate, cannucce, bastoncini per palloncini e altri articoli in plastica usa e getta per cui esistono alternative valide, la direttiva pone alcuni obiettivi specifici in termini di riciclaggio delle bottiglie di plastica.

Nello specifico, a partire da gennaio 2025 le bottiglie in Pet con una capacità fino a tre litri devono contenere almeno il 25% di plastica riciclata, una percentuale che sale al 30% entro il 2030. Questa percentuale va calcolata sul peso totale delle bottiglie (includendo quindi tappo ed etichetta) e non è riferita alla singola confezione, ma a una “media per tutte le bottiglie in Pet immesse sul mercato nel territorio dello Stato membro in questione”. Ci sono già aziende che – anche in Italia – producono bottiglie composte al 100% da R-PET. Riciclare le bottiglie di plastica è quindi importante anche per questo motivo.

Riciclo delle bottiglie di plastica: la raccolta differenziata

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I vantaggi del riciclo della plastica delle bottiglie

Il riciclaggio delle bottiglie di plastica avviene attraverso un processo ben definito e ormai rodato. Dopo la raccolta, le bottiglie vengono selezionate per colore, triturate in scaglie, lavate per eliminare impurità e sottoposte a un processo di decontaminazione per garantire la sicurezza del materiale riciclato. Il PET ottenuto, noto come R-PET, mantiene molte delle proprietà del PET vergine. Questo materiale, inoltre, può essere riciclato più volte conservando comunque gran parte delle sue proprietà.
Il R-PET ottenuto dal riciclo delle bottiglie di plastica può essere utilizzato per produrre:

  • altre bottiglie per bevande;
  • contenitori per alimenti;
  • fibre tessili sintetiche per pile, indumenti sportivi, scarpe da ginnastica, zaini;
  • pannelli isolanti per l’edilizia;
  • additivi per asfalto;
  • rivestimenti e tappetini per le automobili;
  • tavoli, sedie, moquette e complementi d’arredo;
  • oggetti di uso quotidiano come penne, occhiali da sole, custodie.

Come riciclare le bottiglie di plastica

Vediamo ora alcuni consigli pratici su come riciclare le bottiglie di plastica:
Bisogna svuotare le bottiglie prima di gettarle nella spazzatura. Se contenevano un liquido diverso dall’acqua non è necessario lavarle con il detersivo, basta sciacquarle rapidamente per togliere i residui.

Di norma non è necessario rimuovere le etichette per facilitare il riciclo delle bottiglie di plastica, perché gli impianti sono progettati per separare il PET dagli altri materiali. Vale un discorso diverso per i flaconi di detersivi interamente avvolti da etichette di plastica colorate: in tal caso, aguzzando la vista spesso si nota un messaggio come “Strappa qui per riciclare separatamente l’etichetta e il flacone”, magari accompagnato da un’apertura facilitata.

Le bottiglie vanno innanzitutto compresse per risparmiare spazio, ma schiacciandole dal lato lungo e non – come spesso accade – “a fisarmonica” dal lato corto. Premendole dal lato lungo, infatti, si facilita il lavoro dei macchinari che selezionano i rifiuti in plastica e li suddividono in categorie. Le bottiglie non vanno messe una dentro l’altra perché questo complica la separazione dei materiali.

A partire dal 3 luglio 2024, in tutta l’Unione europea è consentito mettere in commercio solo tappi di plastica che restano attaccati ai contenitori (bottiglie in Pet, ma anche cartoni di latte e succhi di frutta in Tetra Pak). Così facendo, infatti, si limita il rischio che finiscano dispersi nell’ambiente sfuggendo al riciclo. Va da sé che questi tappi non vanno tagliati o rimossi manualmente.

Cosa si butta e cosa non si butta nel bidone della plastica

Più in generale, quando si parla di riciclo delle bottiglie di plastica è bene avere ben chiaro quali rifiuti vanno buttati nell’apposito contenitore e quali no. Gli impianti, infatti, sono progettati per trattare solo ed esclusivamente imballaggi di plastica: materiali diversi rischiano di non essere separati correttamente e contaminare i lotti di plastica riciclata, con ripercussioni negative sulla loro qualità. I vari tipi di plastica hanno punti di fusione differenti: mescolando plastiche non idonee, c’è la possibilità che il materiale – o addirittura l’intero lotto – risulti inutilizzabile e vada scartato, vanificando la raccolta differenziata.

La regola d’oro dice che nel bidone della plastica bisogna conferire soltanto gli imballaggi, vale a dire:

  • bottiglie e bottigliette di PET;
  • flaconi di shampoo;
  • saponi liquidi e detersivi;
  • barattoli per creme e cosmetici;
  • blister di farmaci svuotati dal loro contenuto;
  • piatti e bicchieri di plastica, purché puliti;
  • buste e sacchetti;
  • pellicole trasparenti;
  • reti per frutta e verdura;
  • confezioni di merendine, biscotti e caramelle;
  • vaschette di polistirolo per carne, pesce, frutta e verdura (una volta sciacquate e senza spezzettarle).

Nel bidone della plastica, viceversa, non bisogna buttare:

  • posate di plastica;
  • giocattoli e altri oggetti di plastica dura come grucce, tubi e secchi:
  • custodie per CD o DVD;
  • spazzolini da denti e rasoi usa e getta;
  • sacchetti, contenitori e stoviglie biodegradabili o compostabili;
  • grossi imballaggi di polistirolo;
  • confezioni sporche di cibo o liquidi.
Riciclare bottiglie di plastica

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Bottiglie di plastica: il riciclaggio che “paga”

Per incentivare il riciclo di bottiglie di plastica, Coripet – il Consorzio volontario che riunisce 63 imprese del comparto – ha attivato il modello bottle to bottle, il cui obiettivo è quello di trasformare le bottiglie dismesse in nuove bottiglie. In parallelo alla raccolta differenziata tradizionale, c’è una seconda modalità ancora più efficiente: quella degli eco-compattatori in cui cittadini e cittadine conferiscono solo ed esclusivamente le bottiglie, evitando così possibili contaminazioni.

Alla fine del 2023 gli eco-compattatori installati in tutt’Italia erano 1.179, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, e hanno intercettato 5.348 tonnellate di bottiglie in PET grazie alla raccolta selettiva. Sono collocati soprattutto all’interno di centri commerciali, supermercati, strutture sportive, scuole, fermate dei mezzi pubblici e altri luoghi di passaggio, dove tipicamente si tendono a buttare le bottigliette nella raccolta indifferenziata. Per consolidare questa buona abitudine, alcune catene della grande distribuzione hanno anche stipulato un consorzio che prevede una sorta di risarcimento – sotto forma di buoni spesa o sconti – per chi smaltisce le bottiglie nell’eco-compattatore.

Valentina Neri

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