E’ la teoria di Erik Verlinde, fisico matematico che sta suscitando un ampio dibattito in seno alla comunità accademica.
Un celebre fisico matematico olandese-americano, Erik Verlinde, che ha già legato il suo nome alla teoria delle stringhe (la supersimmetria negli universi paralleli), sta agitando il mondo accademico degli Stati Uniti con una serie di conferenze in cui fa a pezzi la teoria della gravità. Da Harvard a Berkeley, i colleghi scienziati lo stanno prendendo molto sul serio. La sua nuova visione infatti può gettare una diversa luce su alcuni dei grandi temi della fisica contemporanea: la cosiddetta dark energy (energia oscura), una sorta di anti-gravità che sembra accelerare l’espansione dell’universo, o la materia oscura che ipoteticamente tiene unite le galassie.
Verlinde è l’ultimo di una serie di scienziati che da trent’anni a questa parte stanno smantellando pezzo dopo pezzo la teoria della gravità.
Pensate all’universo come una scatola dello scrabble (lo scarabeo, ndr), il gioco in cui si compongono parole con le lettere dell’alfabeto. Se agitate la scatola e sparpagliate le lettere a caso, c’è una sola possibile combinazione che può darvi una poesia del Leopardi. Una quantità pressoché infinita di combinazioni non hanno alcun significato. Più scuotete la scatola delle lettere più è probabile che il disordine aumenti via via che le lettere si combinano per ordine di probabilità. Questo è il nuovo modo di vedere la forza di gravità, come una forma di entropia. O un «effetto collaterale della propensione naturale verso il disordine». Se non è chiaro che cosa la sostituirà, e ancora siamo ben lontani dall’immaginare le possibili applicazioni pratiche, su un punto Verlinde è categorico: «Il re è nudo. Da tempo si era capito che la gravità non esiste. Ora è giunto il momento di gridarlo».