Prodotti dalle navi da carico e da crociera che affollano la laguna, provocano spostamenti di sedimenti e rilascio di sostanze contaminanti
Fanno meno paura per la portata e sono meno distruttivi, ma l’effetto che i micro tsunami provocano nei sedimenti dei bassi fondali lagunari non è certo trascurabile. Ne sanno qualcosa a Venezia, dove, al passaggio di ogni grande nave, vengono prodotte onde lunghe in grado di provocare massiccie movimentazioni e scambi di materiali fra i bassi fondali e canali circostanti.
Una combinazione di fattori fra cui la geometria dello scafo, la velocità di crociera e il livello di marea fa sì che il passaggio di un’imbarcazione di notevoli dimensioni provochi stress nei fondali, causando fenomeni di erosione. Una grande concentrazione di sedimenti sospesi lungo i bassi fondali della Laguna, soprattutto durante i periodi di bassa marea, provoca poi un aumento della torbidezza e un deterioramento considerevole della qualità dell’acqua.
Uno studio, svolto dal Cnr in collaborazione con l’Università di Kiel (Cluster di eccellenza ‘The Future Ocean’), monitora parametri del trasporto solido e dell’idrodinamica utili a spiegarne gli effetti. «Queste onde anomale», spiega Luca Zaggia, dell’Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr di Venezia, «rappresentano, oltre che un danno ambientale, un problema per la gestione e per la navigabilità dei canali lagunari, per il continuo spostamento di sedimenti contaminati nella zona del porto industriale».
I dubbi ambientali riguardano anche l’emissione dei gas di scarico in acqua e in aria e il rilascio di residui di pittura antivegetativa contaminante, sebbene le specie che popolano i canali sembra non corrano pericolo, deponendo le loro uova nelle zone di secca.