La produzione di e-diesel e microalghe si affianca a quella del vino nelle cantine all'avanguardia. Le sperimentazioni partite tra la Sicilia e Malta
Chi l’ha detto che la vigna può produrre solo uva? Le vigne del futuro possono produrre anche energia. Si chiama ViEnergy – Vigna energetica il progetto che punta a ottenere l’efficienza produttiva del vigneto secondo i criteri di eco-compatibilità. È stato finanziato dal Piano Operativo Italia-Malta 2007–2013 a sostegno degli interventi congiunti per la prevenzione dei rischi naturali e antropici.
I primi risultati relativi alla sperimentazione di e-diesel, del trattamento delle acque reflue enologiche e del loro riuso in agricoltura sono stati presentati all’Istituto agrario Abele Damiani di Marsala. Nel mese di ottobre, per esempio, sono stati effettuati dei test per valutare la riduzione delle emissioni di polveri sottili attraverso l’utilizzo di una miscela di diesel ed etanolo, ricavato da scarti di vinificazione, stabilizzata con un additivo di origine agricola. La sperimentazione è stata condotta su un tragitto prestabilito su bus equipaggiato con motore EURO II. Dai dati rilevati dal Laboratorio VELA del Joint Research Centre di Ispra di Varese è emerso che la miscela ha avuto un effetto positivo sulla riduzione degli inquinanti emessi.
Un altro ambito di ricerca, invece, riguarda la stima del potenziale di sfruttamento delle biomasse residuali del settore vitivinicolo. Più che interessante è la possibilità del trattamento delle acque reflue enologiche con un innovativo sistema in fase di test attraverso un progetto pilota, realizzato nella cantina Marabino di Siracusa. Il test tende a esplorare se la fitodepurazione può costituire una risposta valida e innovativa per la gestione delle acque reflue di lavorazione enologica e il suo riuso in agricoltura. Per la difesa dell’ambiente, invece, è possibile catturare la CO2 utilizzandola per la produzione delle microalghe, utilizzabili poi per fertilizzare il terreno, attraverso un fotobioreattore.