Wise Society : La rivoluzione cubana delle rinnovabili

La rivoluzione cubana delle rinnovabili

di Michele Novaga
13 Settembre 2013

Il governo di Raul Castro ha approvato un Piano energetico nazionale incentrato sulla costruzione di centrali eoliche e bioelettriche e sul fotovoltaico

A Cuba i frequenti apagones (i black out elettrici che da oltre 20 anni scandiscono la vita dei Cubani), potrebbero essere solo un ricordo. Merito di una nuova svolta verso le energie rinnovabili decisa da Raul Castro e dal suo governo che ha approvato qualche tempo fa un ambizioso “Piano energetico nazionale”. E per rendere più effettiva questa decisione, il parlamento cubano ha nominato una Commissione Speciale formata da 32 deputati per migliorare l’efficienza energetica e implementare le azioni a tutela dell’ambiente.

cuba

Foto di Daniel Seßler / Unsplash

La rivoluzione sostenibile parte da Cuba

Troppa infatti la dipendenza dai combustibili fossili e soprattutto dal petrolio: Cuba ne importa grandi quantità dal Venezuela ad un prezzo di favore grazie ad un accordo personale e politico tra il defunto presidente bolivariano Hugo Chavez e Raul Castro, che prevede l’invio a Caracas di medici di base cubani. Ma la nuova politica di risparmio energetico sta già dando i primi sorprendenti risultati e quelle circa 680.000 tonnellate di greggio risparmiate ogni anno nell’ultimo triennio hanno permesso di finanziare la costruzione di centrali eoliche, l’installazione di pannelli solari e la creazione di centrali che sfruttano le biomasse. Alla popolazione sono state distribuite lampade a basso consumo energetico in sostituzione delle obsolete a tungsteno e sono stati ritirati i vecchi elettrodomestici di epoca sovietica e dall’elevato consumo energetico sostituendoli con nuovi e più moderni apparati.

Un piano a tutto tondo che non solo prevede la costruzione di nuovi impianti per le energie rinnovabili, ma che permette la modernizzazione delle reti elettriche e delle centrali termoelettriche esistenti.

Energia solare ed energia eolica

Del resto, come afferma Luis Bérriz presidente di Cubasolar-Sociedad Cubana para la Promociòn de las Fuentes Renovables de Energìas y el Respeto Ambiental, la quantità di irradiazione che riceve il territorio cubano è 1800 volte superiore di tutta quella prodotta dal petrolio consumato per alimentare fabbriche, scuole, case. E l’impatto del sole secondo Daniel Stolik Novygrod, professore della Facoltà di Fisica dell’Università dell’Avana sarebbe di 1400 kilowatt ora per metro quadrato.

Dapprima sono stati i pannelli solari il focus del piano. Dopo la centrale composta da 14.100 pannelli inaugurata ad aprile nella città di Cienfuegos, ad agosto sono cominciati i lavori di quella di Santa Clara che, coi suoi 5200 pannelli, sarà in grado di produrre 962 kilowatt di energia al giorno. Una quantità in grado di servire 750 abitazioni.

Nel menzionato piano energetico rientra il nuovo parco eolico nella provincia orientale di Las Tunas, che grazie 34 mulini da 1,5 megawatt ciascuna di potenza, sarà in grado di generare 153 gigawatt l’ora facendo risparmiare 40 mila tonnellate di petrolio all’anno. Un impianto che si aggiunge ai tre precedentemente installati nelle province di Holguìn, Ciego de Avila e sull’Isla de la Juventud e il cui investimento iniziale sarà ammortizzato in sei anni.

Energie rinnovabili: eolico

Foto di Karsten Würth / Unsplash

Le biomasse dagli scarti della canna da zucchero

Infine le biomasse: nel piccolo municipio di Calimete nella occidentale provincia di Matanzas situata a 150 chilometri dalla capitale Avana, sorgerà la prima centrale bioelettrica dell’isola che, con tecnologia cinese, impiegherà biomasse. L’impianto che costerà 60 milioni di dollari e la cui costruzione terminerà a fine 2013, genererà 20 megawatt grazie agli scarti di lavorazione della canna da zucchero dello zuccherificio Jesus Rabì. Ma su questa nuova fonte naturale di energia il Ministero dell’Agricoltura cubano punta molto: a Santiago de Cuba sono in corso tre studi di fattibilità per capire come poter usare la segatura e gli scarti della lavorazione del legno che possono offrire la possibilità di produrre fino ad un megawatt di energia.

Per ora l’energia prodotta a Cuba da fonti rinnovabili rappresenta solo il 4%. Ma grazie al nuovo rivoluzionario (è il caso di dirlo) programma energetico entro il 2030 almeno il 10% dell’energia elettrica consumata nell’isola deriverà da fonti alternative. In scacco a 50 anni di un antistorico embargo economico e commerciale.

 

© Riproduzione riservata
Continua a leggere questo articolo: