Entro il 2032 nel paese un terzo dell'energia sarà prodotta da fonti rinnovabili
Con i suoi oltre dieci milioni di barili di petrolio spillati ogni giorno, l’Arabia Saudita è insieme a Russia e Stati Uniti il maggior produttore di petrolio al mondo. Anche se solo una piccola parte di questi barili viene utilizzata per soddisfare il consumo interno e produrre l’energia di cui il paese ha bisogno, i governanti sauditi hanno deciso di mettere in pratica un programma ventennale per sviluppare le energie rinnovabili. Troppa, infatti, l’energia consumata pro capite dai 27,5 milioni di Sauditi, che è pari a circa quattro volte quella consumata da ogni italiano.
Quello che sembra un controsenso, in realtà è un consistente investimento di oltre 100 miliardi di dollari da qui al 2032. L’obiettivo è quello di installare impianti fotovoltaici, eolici e geotermici in grado di fornire 54,1 gigawatt e il piano prevede che i produttori di rinnovabile rivendano l’energia ad un apposito ente governativo che a sua volta la rivenderà alla rete nazionale. Grazie a questo programma che oltre ad una stretta collaborazione con il NREL-Department of National Renewable Energy Laboratory americano, annovera anche una partecipazione dell’Enel, un terzo dell’energia utilizzata in Arabia Saudita proverrà da fonti rinnovabili. “Collaboreremo a progetti di automazione e per rendere più efficiente la rete. Ma anche ad interventi rivolti a contenere i consumi, allo sviluppo della mobilità elettrica, all’installazione di sistemi di illuminazione a Led e di sensori per uso domestico, in grado di fornire informazioni sul dispendio energetico delle singole abitazioni”, ha commentato Livio Gallo, direttore della divisione infrastrutture e reti di Enel.
E per dimostrare che i Sauditi fanno sul serio, lo scorso inverno è stato inaugurato a Riad un impianto fotovoltaico da 3,5 megawatt composto da oltre 12.000 pannelli.