Un sito web wiki, continuamente aggiornato, che consente di recuperare velocemente le diverse informazioni sull'Unione europea. Una guida per studenti e dottorandi, rivolta anche a tutti i cittadini
L’informazione prodotta dalle istituzioni e dagli organi dell’Unione Europea è vastissima e spesso difficilmente accessibile: uno scenario destinato a cambiare con l’avvio di Wiki-Cde, l’ampia piattaforma digitale realizzata dalla rete italiana dei centri di documentazione europea (Cde), che mette a disposizione del pubblico del web le risorse dell’ampio network della Commissione europea.
La guida, disponibile all’indirizzo www.wikicde.it/mediawiki, è rivolta in primo luogo a studenti universitari e giovani ricercatori, con l’obiettivo di garantire loro quell’informazione che è condizione imprescindibile per lo sviluppo di una cittadinanza europea attiva. Per questo, oltre all’ampia mole di documenti normativi, banche dati e testi sulle politiche dell’Ue, particolare attenzione viene data ai temi della mobilità professionale, dei servizi attivi in materia di ricerca, formazione e cultura. Il tutto reso di semplicissima consultazione grazie all’intuitiva interfaccia grafica di mediawiki, il software gratuito della Wikipedia foundation.
«Wiki-Cde sfrutta un formato ben noto al pubblico del web: il risultato è un ambiente di navigazione familiare, intuitivo e costantemente aggiornato che va nella direzione di garantire un reale diritto all’informazione, valorizzando le risorse disponibili in rete a favore di tutti, a partire dai giovani», afferma Maria Adelaide Ranchino, membro del gruppo di lavoro che ha redatto la guida e responsabile per il Cnr del Centro di documentazione europea.
Punti di servizio delle reti Ue presso università, enti di ricerca, biblioteche e istituzioni di insegnamento superiore di tutti i Paesi membri, i centri di documentazione europea attivi in Italia sono circa cinquanta. Il Consiglio nazionale delle ricerche ne è parte integrante attraverso la sua biblioteca centrale G. Marconi, presso cui operava, già dal 1991, la biblioteca depositaria della Commissione.