Nella giornata mondiale contro il tabacco il richiamo degli scienziti: "Gli aromi delle sigarette elettroniche dovrebbero essere vietati, così come la pubblicità ingannevole".
Repetita iuvant. «Gli aromi delle sigarette elettroniche dovrebbero essere vietati, così come la pubblicità ingannevole», mette nero su bianco un gruppo di esperti di malattie respiratorie, intenzionato nella giornata mondiale contro il tabacco e tutelare gli adolescenti. «Sono ormai solide le evidenze che dimostrano come le sigarette elettroniche siano dannose per la salute e provochino dipendenza. Eppure le aziende continuano a venderle come prodotti più salutari e la loro popolarità tra i giovani è in crescita».
Sigarette elettroniche e adolescenti
Una stroncatura in piena regola, che poggia però le basi sull’autorevolezza degli undici autori del documento pubblicato sull’«European Respiratory Journal»: tra cui anche l’italiana Stefania Lagrutta, responsabile del gruppo di ricerca di allergologia e pneumologia pediatrica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Il documento conferma l’atteggiamento che andrebbe assunto nei confronti delle sigarette elettroniche rispetto ai giovani: di divieto assoluto. Diverso invece può essere l’approccio da tenere di fronte a un adulto. Se non si tratta di un fumatore, non dovrebbe comunque essere mai invogliato a utilizzare le sigarette elettroniche. Se la persona è un fumatore di lungo corso, invece, «svapare» sarebbe meno dannoso del resto: sebbene non ci siano comunque gli elementi per affermare che con le sigarette elettroniche ci si può avvicinare verso l’abbandono dell’abitudine.
I rischi erano sottostimati
Il documento passa in rassegna le molteplici evidenze emerse in ormai diversi anni di ricerche sulle sigarette elettroniche. Confermata l’estrema sensibilità dei più piccoli alla nicotina: motivo per cui lo sdoganamento dell’utilizzo delle sigarette elettroniche tra i più giovani rischia di vedere irrobustirsi il fronte dei fumatori abituali, nel giro di qualche anno.
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Una sintesi che i ricercatori hanno ripetuto in più punti del documento, perché «fino a poco tempo fa i rischi delle sigarette elettroniche erano sottostimati, se non proprio ignorati», per dirla con Rhomas Ferkol, docente di pediatria all’Università di Saint Louis e primo autore della pubblicazione. «Il design del prodotto, gli aromi e il marketing hanno invece contribuito ad accrescere l’interesse dei più giovani nei confronti delle sigarette elettroniche. Una strategia che ha determinato la normalizzazione del loro impiego che rischia di immettere nella società una nuova generazione di dipendenti dalla nicotina». Questo (anche) perché sono crescenti le prove «che le sigarette elettroniche possano fungere da ponte verso il consumo di quelle tradizionali». E sebbene l’esposizione alle sostanze potenzialmente nocive contenute all’interno delle sigarette elettroniche possa essere inferiore alle sigarette tradizionali, ciò non significa che le sigarette elettroniche siano innocue.
Sigarette elettroniche e aromi
«Quando parliamo di bambini e adolescenti che provano le sigarette elettroniche per la prima volta, non dovremmo confrontare il loro uso con le sigarette tradizionali, ma con un utilizzo di tabacco pari a zero», si legge nel documento per spiegare perché non è il caso di puntare sulla minore nocività delle sigarette elettroniche, quando ci si confronta con una platea di adolescenti. Secondo gli esperti, le sigarette elettroniche dovrebbero essere regolate allo stesso modo dei prodotti del tabacco e incluse nelle politiche antifumo: cosa che accade in Italia, ma non in larga parte del mondo. Più stringenti dovrebbero essere pure le politiche nei confronti degli aromi, perché «è dimostrato che avvicinino i giovani alle sigarette elettroniche».
Twitter @fabioditodaro