Wise Society : Detroit, in bilico tra crisi e decrescita “green”
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Detroit, in bilico tra crisi e decrescita “green”

di Rossana Caviglioli
25 Aprile 2016

Costretta a dichiarare fallimento nel 2013 grazie a molti progetti municipali e di iniziative dal basso oggi Detroit sta diventando sempre più green

Mai come nel caso di Detroit, crisi significa anche opportunità: costretta a dichiarare fallimento nel 2013 dopo aver accumulato debiti per quasi 20 miliardi di dollari, la più grande città del Michigan, famosa per essere la capitale dell’industria automobilistica statunitense, ha assistito negli ultimi decenni a un crollo drammatico della popolazione. Da grande metropoli di due milioni di abitanti negli anni ’50, è arrivata ad avere circa 700mila residenti. Anche se lo stato di insolvenza si è concluso a fine 2014, gran parte della popolazione si è ormai stabilita altrove, lasciando molti quartieri in stato di completo abbandono. Una situazione non facile da cui l’amministrazione locale sta cercando di uscire puntando sulla sostenibilità e sul senso di comunità degli abitanti rimasti.

L’ex sindaco David Bing ha iniziato già nel 2010 un originale progetto di ridimensionamento della città, cercando di convincere la popolazione, tramite un mix di incentivi e di riorganizzazione dei servizi, a spostarsi dalla fascia più periferica per concentrarsi in alcuni quartieri del centro. Anche se molte famiglie non hanno voluto lasciare le proprie case, alcune delle zone più degradate sono state trasformate in aree agricole, i cui prodotti vengono ora venduti nei mercati cittadini. Il più grande, l’Eastern Market, è stato riqualificato ed è diventato negli ultimi anni un vero e proprio polo culturale, grazie all’apertura nelle vicinanze di gallerie d’arte, studi, fab lab e makerspace, che stanno lentamente restituendo respiro alla vita culturale locale.

Anche se la città continua ad avere alti tassi di disoccupazione e di microcriminalità, il basso costo della vita e la sua recente fama di laboratorio creativo la rendono infatti attraente in particolare per i liberi professionisti, che non sono legati a un posto di lavoro specifico. Per incentivare l’arrivo di lavoratori intellettuali è stato addirittura varato il programma Write-a-house che offre case gratis agli scrittori in cambio dell’impegno a fermarsi per almeno due anni e a svolgere alcuni lavori per la comunità. Anche gli immigrati sono benvenuti: il governatore del Michigan, Rick Snyder, ha chiesto al governo 50mila visti speciali della durata di cinque anni da concedere ai lavoratori qualificati stranieri, mentre l’associazione Global Detroit si occupa di facilitare il loro inserimento nella comunità.

Le condizioni particolari in cui si trova Detroit la rendono terreno fertile anche per le sperimentazioni di green economy: il progetto no profit Detroit Green Map ha creato una dettagliata mappa interattiva di tutte le aziende locali che adottano pratiche sostenibili. L’anagrafe conta ormai più di un centinaio di attività, che vanno dalla Architectural Salvage Warehouse, che riutilizza i materiali delle case in demolizione, alla COMPAS, associazione culturale che si occupa di tenere in vita le tradizioni locali, fino a Motor City Soap, che produce cosmetici naturali. Migliaia di cittadini sono impegnati come volontari nei progetti dell’associazione The Greening of Detroit, che punta a restituire alla città i 500mila alberi svaniti durante gli anni della cementificazione selvaggia e a creare nuovi posti di lavoro nel settore. Dal 1989 i nuovi alberi piantati sono stati 85mila e per il 2016 si prevede la posa di altri 20mila. Tra le attività dell’associazione c’è anche Build a Garden, per i cittadini che vogliono creare un orto urbano sotto casa.

Nonostante le difficoltà di bilancio, anche l’amministrazione ha deciso di puntare sulla sostenibilità ambientale. La Q-Line, la metropolitana leggera che percorre il centro della città, è stata potenziata mentre i cittadini sono invitati a partecipare attivamente alla rinascita del centro collaborando con le autorità. La app Improve Detroit, sviluppata di recente, consente a chiunque di segnalare problemi di ordine pubblico come discariche illegali e buche nelle strade e ha permesso, secondo l’amministrazione, di rispondere a 10mila segnalazioni nei primi sei mesi dal lancio. Il programma Adopt a Park, lanciato dall’attuale sindaco Mike Duggan, propone alle comunità religiose, ai gruppi di vicinato e alle scuole di prendersi cura dello spazio verde più vicino. Ma sono i cittadini a organizzare molte delle iniziative più emblematiche di riconquista della città. Tra queste c’è sicuramente Slow Roll, la biciclettata notturna che parte il lunedì sera dal centro e compie un giro sempre diverso alla riscoperta delle periferie, approfittando delle strade semi deserte.

 

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