Wise Society : Visitare Roma in bici grazie al Grab

Visitare Roma in bici grazie al Grab

di Fabio Di Todaro
8 Febbraio 2016

Con il Grande Raccordo Anulare per le Bici la capitale si dota di 40 chilometri di percorsi ciclabili per fare un salto nella storia

Fino a pochi mesi fa appariva come un progetto futuristico. Adesso visitare Roma in bici è realtà. Merito di Grab, l’iniziativa che punta a rendere visitabile la Capitale dal sellino della propria bicicletta. Fortemente voluto da Legambiente, il Grande raccordo anulare delle biciclette è un’iniziativa che ha convinto anche il Governo, se il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio ha inserito nella legge di stabilità un fondo per la sua realizzazione. Una «ciclo-rivoluzione», come la definiscono gli attivisti dell’associazione ambientalista, che «può dare vita a una nuova mobilità nel nostro Paese, creando importanti ricadute per l’economia, l’ambiente, la salute, la qualità della vita».

DUE GLI ITINERARI GIÀ DISPONIBILI – Se non è una svolta, poco ci manca. Nell’anno dell’iniziativa voluta da Paola Gianotti per vedere riconosciuto il Nobel alla bicicletta, il Grab inizia a essere realtà. Da un paio di settimane sono disponibili due itinerari che percorrono il perimetro di Roma e che, seguendo alcuni raggi principali, arrivano all’interno della città. Un tragitto parte dal Colosseo, attraversa il Parco Naturale regionale dell’Appia Antica, il Parco degli Acquedotti e arriva nella borgata del Quadraro. L’altro itinerario parte dalla culla della Street Art romana per viaggiare all’indietro nel tempo per oltre duemila anni su strade pedonali o a traffico pressoché nullo e su sentieri in terra battuta, un tratto della via Appia Antica in direzione del centro città dove si scavalca il ponte sul fiume Almone e poi un tratto di strada romana perfettamente conservata per tornare infine al punto di partenza del giro.

UN PROGETTO DI AMPIO RESPIRO – Il Grande raccordo anulare delle bici è il progetto partecipato per la realizzazione di un anello ciclopedonale di 44,2 chilometri che si sviluppa interamente all’interno della città di Roma. Si tratta di un’iniziativa che si inserisce nel solco dei progetti di mobilità sostenibile (LINK: https://wisesociety.it/ambiente-e-scienza/mobilita-sostenibile-cinque-province-unite-per-la-ciclovia-piu-lunga-ditalia/) di cui anche in Italia s’è parlato a più riprese negli ultimi anni (LINK: https://wisesociety.it/ambiente-e-scienza/con-bicitalia-in-sella-lungo-lo-stivale/). Il percorso individuato per osservare la Capitale da un’altra prospettiva, tutto pianeggiante, si snoda lungo vie pedonali e ciclabili, parchi, aree verdi e argini fluviali: per 32 chilometri, pari al 72 per cento del tracciato. Altri 3,6 chilometri si sviluppano su marciapiedi che possono facilmente accogliere una ciclabile. Due i riconoscimenti che il Grab ha ricevuto ancor prima di prendere forma: il secondo posto del premio Premio Esri, l’azienda leader mondiale nelle tecnologie di georeferenziazione, e il premio speciale al miglior progetto di ciclabilità urbana 2015. Motivazione: «Il Grab, il Grande Raccordo Anulare delle Bici, è un prodotto del made in Italy, sintesi di creatività, bellezza e reinterpretazione dei luoghi, può produrre green economy e green jobs, è un decisivo impulso allo sviluppo di una rete ciclabile e, per i cittadini, un invito concreto a sperimentare l’uso delle gambe e del trasporto pubblico per i propri spostamenti».

UN’OPPORTUNITÀ DI RILANCIO ANCHE PER LE PERIFERIE – Secondo Alberto Fiorillo, coordinatore del progetto e responsabile della mobilità urbana di Legambiente, «il Grab è una lezione di storia, racconta lungo il cammino il corso degli eventi della città e del Paese. Esiste al mondo un viaggio di scoperta che, in pochi chilometri, parte da Appius Claudius Caecus e arriva a Zaha Hadid? È così: l’anello cinge la consolare precristiana e un capolavoro dell’architettura contemporanea, attraversando epoche storiche e stili architettonici e rendendo indifferibile la completa e definitiva pedonalizzazione dell’Appia Antica, un museo a cielo aperto purtroppo ancora oggi sfregiato dal traffico automobilistico». L’anello non è solo monumentale, ma collega tra loro periferie, quartieri densamente popolati e aree storiche. Viene così ribaltato il il rapporto centro-bordi. «Il percorso garantisce una mobilità inter-quartiere, connette aree pregiate e aree marginali che possono trovare nel Grab un meccanismo di innesco di processi di trasformazione e rigenerazione urbana». Nessuna scusa: d’ora in poi basteranno due ruote e un paio di pedali per ammirare i capolavori della Capitale senza assilli.

Twitter @fabioditodaro

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