Anche in Italia scatta l’allerta per il fentanyl, un oppioide sintetico cinquanta volte più potente rispetto all’eroina e cento volte rispetto alla morfina. Facciamo il punto sulla sua storia e sulle sue conseguenze per la salute
Gli Stati Uniti sono teatro, ormai da anni, di una strage silenziosa. Il colpevole è il fentanyl, la cosiddetta “droga degli zombie”, un oppioide sintetico cinquanta volte più potente rispetto all’eroina e cento volte rispetto alla morfina. L’Italia se n’è tenuta relativamente al riparo, anche perché il sistema di prescrizione di questo farmaco è molto più rigido e dunque limita fortemente la sua diffusione. Ma a fine aprile ha destato allarme la notizia, diramata dal ministero della Salute, del ritrovamento di tracce di fentanyl usato come sostanza da taglio in una dose di eroina sequestrata nella zona di Perugia.
Cos’è il fentanyl
La prima cosa da sapere del fentanyl è che si tratta di un farmaco, usato come anestetico in medicina (in questo caso ha il nome commerciale di sublimaze, actiq, durogesic, duragesic, fentanest, effentora, onsolis, instanyl o abstral) o in veterinaria (con il nome commerciale di carfentanyl). Appartiene alla categoria degli oppioidi, cioè i farmaci sintetici derivati dall’oppio, assieme all’eroina e alla morfina. Il suo effetto, però, è molto più potente.
Il principio attivo del fentanyl viene sviluppato nel 1959 e usato per l’anestesia e per alleviare il dolore dei malati di cancro. Di per sé, dunque, è un medicinale legale ampiamente adottato nella pratica clinica. In virtù del suo potente effetto psicoattivo, però, si è venuto a creare un mercato parallelo alimentato da furti, prescrizioni “facili”, distribuzione illegale da parte di pazienti e operatori sanitari, produzione clandestina all’interno di laboratori illegali.
Se quindi il fentanyl come farmaco è disponibile sotto forma di pastiglie con applicatore (“lecca lecca”), spray nasale o sublinguale, cerotti o pastiglie effervescenti o da sciogliere sotto la lingua, quello prodotto clandestinamente si trova sotto forma di polvere, compresse o mischiato a eroina o cocaina.
Gli effetti collaterali del fentanyl
Per comprendere gli effetti del fentanyl, è bene ricordare che tutti gli oppioidi agiscono sugli omonimi recettori che modulano la percezione del dolore. Di conseguenza, chi assume fentanyl percepisce innanzitutto un fortissimo effetto anestetico e sedativo: soprattutto nelle prime fasi, inoltre, è colto da un pervasivo senso di benessere ed euforia.
I primi effetti collaterali, comuni anche ad altri oppioidi, sono nausea, vomito, sonnolenza, riduzione della coscienza, confusione mentale, diminuzione della frequenza cardiaca e del respiro (fino a rischiare l’ipossia e l’arresto respiratorio). Se il fentanyl è ribattezzato come droga zombie, è perché chi ne abusa sembra un morto che cammina. La sostanza, infatti, induce rapidamente assuefazione e dipendenza: i sintomi della crisi di astinenza sono quelli caratteristici, cioè sudorazione, ansia, diarrea, dolori alle ossa, brividi, crampi addominali, pelle d’oca. Essendo il fentanyl così potente, anche piccolissime quantità possono provocare un’overdose: la dose potenzialmente letale è di appena 2 milligrammi.
La strage del fentanyl negli Stati Uniti
Negli ultimi decenni, la crisi degli oppioidi negli Stati Uniti ha avuto impatti sanitari drammatici. Non si parla soltanto di fentanyl, ma anche di tramadolo, ossicodone e altre molecole simili. I Centres for Disease Control and Prevention fanno sapere che, tra il 1999 e il 2021, sono morte di overdose da oppiodi circa 645mila persone, all’incirca come gli abitanti del comune di Palermo.
Si possono ricostruire tre ondate: la prima all’inizio degli anni Novanta, con le overdose da oppioidi naturali e semi-sintetici e metadone; la seconda a partire dal 2010, con il boom dell’eroina; la terza invece è iniziata nel 2013 e ha come protagonisti gli oppioidi sintetici, in particolare il fentanyl prodotto illegalmente, anche in combinazione con eroina, cocaina e medicinali contraffatti.
Nel solo 2021 si sono registrate quasi 107mila morti per overdose, un numero aumentato del 16% rispetto all’anno precedente: in tre quarti dei casi era coinvolto un oppioide. Sempre tra il 2020 e il 2021, il numero di morti dovute all’eroina è calato quasi del 32% ma è stato compensato da un +22% di quelle dovute agli oppiodi sintetici, ad esclusione del metadone.
Una strage per cui anche alcune case farmaceutiche sono state costrette ad assumersi alcune responsabilità. Le loro politiche di marketing aggressive infatti hanno spinto i medici a prescrivere questi antidolorifici anche quando non ce n’era la reale necessità, noncuranti dei rischi. Johnson&Johnson e altre tre case farmaceutiche hanno accettato di pagare un risarcimento pari a 23 miliardi di euro per chiudere circa 3mila cause intentate da Stati e amministrazioni locali statunitensi. Purdue pharma, produttrice dell’Oxycontin, ha ammesso di aver spinto i medici a prescriverlo minimizzando la sua capacità di creare dipendenza, per poi presentare istanza di fallimento.
Esistono diversi film sul fentanyl e sugli altri oppioidi: Pain hustlers – Il business del dolore, diretto da David Yates e disponibile su Netflix; o ancora Painkiller, miniserie Netflix ideata da Micah Fitzerman-Blu e Noah Harpster per la regia di Peter Berg.
Il fentanyl in Italia
In Italia siamo ancora lontani anni luce dall’emergenza in corso negli Stati Uniti. Il sistema di prescrizione degli oppioidi è regolamentato in modo molto più stringente e dunque tutela la popolazione da eventuali abusi. È vero comunque che un traffico illegale, seppure su dimensioni ben più contenute, esiste anche in Europa.
Per questo, il Governo ha annunciato un piano nazionale di prevenzione dell’uso improprio del fentanyl. Elaborato dal dipartimento Politiche antidroga, prevede da un lato una più attenta sorveglianza sulle scorte presenti nelle strutture sanitarie, dall’altro lato un lavoro educativo rivolto soprattutto ai giovani.
A seguito del ritrovamento del fentanyl nella dose di eroina sequestrata a Perugia, il Sistema nazionale di allerta rapida per le droghe (NEWS-D) coordinato dal Dipartimento per le politiche antidroga (DPA) ha elevato l’allerta a grado 3. In Europa capita sporadicamente e senza preavviso che l’eroina sia adulterata con il fentanyl. Considerato che bastano dosi minuscole per provocare gravissime conseguenze sulla salute, fino addirittura all’overdose, va da sé che eventi simili siano molto pericolosi.
Valentina Neri