Wise Society : Silenzio. Fotografie di Marco Paoli
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Silenzio. Fotografie di Marco Paoli

di Redazione Wise Society
24 Novembre 2011

Immagini di angoli remoti del mondo, dall’Asia alle Americhe, all’Europa. Luoghi di calma e armonia, di solitudine e di silenzio, dove è possibile incontrare l'incanto della natura e della spiritualità

Soddo, Etiopia 2009. Marco Paoli

Silenzio è il titolo del nuovo progetto fotografico di Marco Paoli, pubblicato da Giunti Editore, introdotto da un testo di Giuliana Scimè, storica e critica della fotografia, firma del Corriere della Sera. In occasione dell’uscita del volume, Ex3 Centro d’arte contemporanea, Firenze, ospita a partire da venerdì 25 novembre 2011 fino all’8 gennaio 2012, una selezione di venti immagini.

Marco Paoli, fotografo fiorentino, con un passato legato al teatro e al mondo della sperimentazione artistica, ha già pubblicato con Giunti nel 2010 la raccolta Ballads, una serie di lavori, frutto di procedimenti di sovrapposizioni multiple di immagini, sia scattate in giro per il mondo sia di suoi dipinti realizzati con stratificazioni di cere di natura diversa, sulle quali poi l’artista ha agito con un delicato e attento montaggio digitale. Fotografie che avevano la densità materica e cromatica della pittura.

In Silenzio l’artista continua il suo viaggio nei più disparati angoli del mondo, dall’Asia alle Americhe, all’Europa, ma a differenza di Ballads, il procedimento fotografico non ha alterato ne’ trasformato l’immagine iniziale. In questa serie si predilige il bianco e nero, lasciando spazio all’incanto della natura e a quello della spiritualità. Dal mare nostro Mediterraneo, in cui la linea tra acqua e cielo si confonde, ai paesaggi pluviali della foresta amazzonica, dalle pagode dorate della Birmania ai cieli africani e al verde urbano di Central Park sono tutti luoghi di calma e armonia, di solitudine e di silenzio. Un giardino dell’Eden, insieme grandioso e intimo. Un Eden che, come scrive Giuliana Scimè, «Paoli va cercando e ritrova in ogni luogo, e cattura nelle sue immagini. Non è un luogo, immaginato o scoperto per l’incanto della natura, piuttosto è il sapore della spiritualità».  Sono fotografie che non strepitano, che contemplano i ritmi della natura e la geografia dei volti della gente che l’artista ha incontrato e che ci invitano in modo sottile a riflettere su noi stessi.

 

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