Da Salgado a McCurry passando per i vincitori di prestigiosi premi fotografici internazionali. Da Torino a Milano, da Roma a Napoli, il menù delle mostre dedicate alla bellezza e alla fragilità del Pianeta è davvero molto ricco. Scopriamolo insieme
Il periodo natalizio può essere il momento ideale per concedersi un po’ di tempo e fare qualcosa che ci piace. Cosa fare o vedere dunque a Natale e durante le feste? Perché non approfittarne per visitare, per esempio, qualche bella mostra? Ne abbiamo selezionata qualcuna a tema natura, ambiente e animali, visitabile sia durante le feste natalizie che nel corso dell’intero inverno e oltre.
Mostre assolutamente da vedere dal nord al sud del Paese che potrebbero diventare anche un piccolo regalo di Natale da fare a se stessi o ai propri cari. Regalare un biglietto di una mostra, da visitare magari insieme, può essere infatti un’idea originale al posto dei soliti regali, talvolta inutili, che si fanno a Natale. Anche perché la cultura, la bellezza, l’arte arricchiscono sempre il cuore e la mente.
Mostre naturalistiche da vedere durante le feste di Natale e l’inverno
Dall’Amazzonia, da anni vittima del disboscamento selvaggio che mette a repentaglio la vita e le abitudini delle tribù indigene e di molte specie animali, agli scatti naturalistici più belli dell’anno che immortalano la bellezza della natura e del regno animale ma anche quanto siano fragili e in pericolo a causa dell’uomo, passando dalle storie di vita quotidiana dove uomo e animali sono legati talvolta in modo indissolubile.
Da Torino a Milano e fino a Roma e Napoli, il menù di quest’inverno delle mostre imperdibili che hanno come focus la natura, l’ambiente e gli animali è molto ricco. Scopriamolo insieme.
Milano: Wildlife Photographer of the Year, autori vari, Palazzo Turati – fino al 31 dicembre 2021
In mostra le cento immagini premiate per la 56° edizione del celeberrimo Wildlife Photographer of the Year, la mostra di fotografie naturalistiche più prestigiosa al mondo, frutto del concorso fotografico indetto dal Natural History Museum di Londra, che ha visto in competizione 45mila scatti provenienti da 95 Paesi, realizzati da fotografi professionisti e dilettanti.
Allestita presso il Palazzo Francesco Turati di Milano e organizzata dall’Associazione culturale Radicediunopercento, l’esposizione propone scatti formidabili che ritraggono animali rari nel loro habitat, comportamenti insoliti e paesaggi straordinari, ma anche la bellezza e la fragilità della natura, che troppo spesso, attraverso comportamenti predatori e di sfruttamento (anch’essi documentati dalle immagini di alcuni fotografi), non viene tutelata e difesa a sufficienza.
Quest’anno il vincitore del titolo Wildlife Photographer of the Year è stato il russo Sergey Gorshkov con “The Embrace” (foto in alto). L’immagine ritrae una tigre siberiana, specie in via d’estinzione, che abbraccia un antico abete della Manciuria per marcare il territorio. Uno scatto per il quale Gorshkov ha impiegato oltre undici mesi utilizzando sofisticate fotocamere con sensore di movimento.
Ma sono molti gli altri straordinari scatti premiati che immortalano gli animali e i loro ecosistemi. Tra i vincitori di categoria anche due italiani: Luciano Gaudenzio, con lo scatto “Etna’s River of Fire” (nella sezione Ambienti della Terra), e il giovane Alberto Fantoni, vincitore del Rising Star Portfolio Award con immagini che documentano la vita degli uccelli nel Mediterraneo. Hanno poi ricevuto una menzione speciale altri cinque fotografi italiani: Domenico Tripodi (Il mondo subacqueo), Alessandro Gruzza (Ambienti della Terra), Andrea Pozzi (Piante e funghi), Andrea Zampatti e Lorenzo Shoubridge (Animali nel loro ambiente). Una mostra davvero imperdibile per chi ha a cuore gli animali e le sorti della nostra casa comune!
Milano: World Press Photo 2021, autori vari, Fondazione Sozzani – fino all’8 gennaio 2022
In mostra presso la Fondazione Sozzani di Milano le opere di 45 fotografi premiati (su 4.315 di 130 Paesi che hanno presentato i loro lavori) alla 64esima edizione del prestigioso World Press Photo 2021. Scatti di grande impatto che raccontano il 2020 divisi secondo 8 diverse categorie suddivise tra “Foto dell’anno” e “Storia dell’anno” in Attualità, Notizie Generali, Spot News, Ambiente, Progetti a lungo termine, Natura, Sport e Ritratti.
Aperto ai professionisti provenienti da tutto il mondo che abbiano fotografato un avvenimento o sviluppato un progetto di forte rilevanza giornalistica, i finalisti di questa edizione del concorso provengono da 28 nazioni: Argentina, Armenia, Australia, Bangladesh, Bielorussia, Brasile, Canada, Danimarca, Francia, Grecia, India, Indonesia, Italia, Iran, Irlanda, Messico, Myanmar, Perù, Filippine, Polonia, Portogallo, Russia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi e Stati Uniti.
A vincere i due premi più importanti, il “World Press Photo Story of the Year” e il “World Press Photo of the Year” sono stati Mads Nissen, che ha vinto la “Foto dell’anno” con “The First Embrace” – l’immagine di un’anziana abbracciata per la prima volta dopo cinque mesi attraverso una tenda di plastica durante la pandemia da Coronavirus – e l’italiano Antonio Faccilongo, che ha ricevuto il premio “Storia dell’anno” con “Habibi”, “amore mio” in arabo. È il racconto della resilienza del popolo palestinese, raccontato in foto che non mostrano il conflitto bensì le difficoltà che i palestinesi affrontano tutti i giorni per far sì che le loro famiglie continuino ad esistere.
Al di là dei vincitori assoluti, tutte le fotografie in mostra hanno un forte impatto emotivo, squarci di verità sulla realtà, più o meno lontana, che ci circonda e che spesso non vediamo se non attraverso l’occhio di questi grandi fotografi.
>>SCELTO PER VOI>> Se si vuole trasformare la visita alle due mostre in un’occasione per scoprire anche un po’ la città di Milano, un’ottima soluzione per dormire è l’Hotel Milano Scala, caratterizzato da una precisa filosofia green e primo albergo a emissioni zero del capoluogo meneghino.
Torino: Animals, Steve McCurry, Palazzina di Caccia di Stupinigi – fino all’1 maggio 2022
Sessanta scatti iconici del celeberrimo fotografo Steve McCurry in mostra alla Palazzina di Caccia Stupiningi che hanno come protagoniste storie di vita quotidiana dove uomo e animali sono legati indissolubilmente. Immagini di grande impatto emotivo con animali da lavoro, usati come via alla sopravvivenza, animali talvolta sfruttati come unica risorsa in condizioni di miseria, altre volte amati e riconosciuti come compagni di vita per alleviare la tristezza o, semplicemente, per una forma di simbiotico affetto.
Un percorso unito da un unico fil rouge e un chiaro messaggio: sebbene esseri umani e animali condividano la medesima Terra, solo noi umani abbiamo il potere necessario per difendere e salvare il pianeta.
Il progetto Animals nasce nel 1992 quando McCurry svolge una missione nei territori
di guerra nell’area del Golfo per documentare il disastroso impatto ambientale e faunistico nei luoghi del conflitto tornando con nelle mani alcune delle sue più celebri fotografie, come i cammelli che attraversano i pozzi di petrolio in fiamme e gli uccelli migratori interamente cosparsi di petrolio, reportage che gli consente di vincere in quello stesso anno il prestigioso Word Press Photo.
Il percorso espositivo offre moltissimi spunti narrativi grazie a magnifiche foto accompagnate anche da numerosi approfondimenti volti a sensibilizzare il pubblico verso le tematiche dell’ecosostenibilità e della salvaguardia del pianeta.
>>SCELTO PER VOI>> All’interno di un palazzo signorile in stile neoclassico nel cuore della città, grazie a un rispettoso recupero edilizio, l’Hotel Opera 35 Suite and Studio conserva tutto il fascino della Belle Époque della Torino di fine ‘800.
Roma: Amazônia, Sebastião Salgado, Museo Maxxi – fino al 13 febbraio 2022
Unica tappa italiana del progetto Amazônia del grande fotografo brasiliano Sebastião Salgado, “frutto di sette anni di vissuto umano e di spedizioni fotografiche compiute via terra, acqua e aria”, come lo stesso autore ha sottolineato. “Immagini che vogliono essere la testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire”.
Allestita nella suggestiva cornice del Maxxi, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, la mostra è curata da Lélia Wanick Salgado, compagna di viaggio e di vita del fotografo.
Si tratta di un’impattante immersione nella foresta amazzonica, tra la maestosità della sua vegetazione, la potenza delle montagne, il fragore delle acque, la vita delle popolazioni indigene – minacciate costantemente dal disboscamento – che la abitano e custodiscono.
Prodotta dal Maxxi in collaborazione con l’agenzia fotogiornalistica Contrasto, la mostra condensa intensi scatti che catturano l’incredibile ricchezza e varietà della foresta amazzonica brasiliana e i modi di vita dei suoi popoli, che Salgado è riuscito a immortalare stabilendosi nei loro villaggi per settimane e fotografando i diversi gruppi etnici.
La foresta dell’Amazzonia occupa un terzo del continente sudamericano, un’area più estesa dell’intera Unione Europea, e non è un caso che questo progetto sia durato ben sei anni, durante i quali il maestro brasiliano ha fotografato la foresta, i fiumi, le montagne e le persone che vi abitano, registrando l’immensa potenza della natura di quei luoghi e cogliendone, allo stesso tempo, la fragilità.
Le oltre 200 fotografie esposte propongono un’immersione totale nella foresta amazzonica, invitandoci a riflettere sulla necessità di proteggerla insieme con i suoi abitanti. Perché, come ha sottolineato lo stesso autore, “affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela”.
>>SCELTO PER VOI>> In un angolo raccolto di Trastevere e a pochi passi dal Gianicolo, l’Hotel Donna Camilla Savelli è ricavato in un ex convento, autentico gioiello seicentesco recuperato grazie a un accurato lavoro di restauro che ne ha valorizzato l’architettura e le suggestive atmosfere, che si respirano anche all’interno del ristorante Il Ferro e il Fuoco, dove lo chef propone un affascinante viaggio fra piatti contemporanei e gustose pietanze del periodo rinascimentale.
Napoli: Rethinking Nature, autori vari, Museo Madre – fino al 2 maggio 2022
La mostra Rethinking Nature, al Museo Madre di Napoli, indaga, attraverso lo sguardo dell’arte contemporanea, i temi legati all’ecologia politica ponendo l’attenzione sulla necessità etica di costruire un nuovo rapporto fra gli esseri umani e gli ecosistemi di cui essi fanno parte.
Il tutto declinando un pensiero critico condiviso tramite nuove produzioni di opere e una programmazione di eventi e laboratori che coinvolgono artisti e ricercatori di provenienza geografica e sensibilità diverse.
Il percorso espositivo si apre con opere di artisti italiani e internazionali che riflettono sulle radici storiche di una visione colonialista della natura: una serie di progetti scultorei e di video porta l’analisi ai nostri giorni illustrando le pratiche odierne di sfruttamento delle risorse naturali che, protette da politiche governative e multinazionali, sovrastano le posizioni critiche delle minoranze che si oppongono a un tale tipo di approccio e indeboliscono ecosistemi delicati e complessi.
La mostra prosegue attraverso una serie di pratiche multidisciplinari incentrate su spiritualità, guarigione ecologica e saperi tradizionali che hanno come leitmotiv l’urgenza di sviluppare relazioni etiche con l’ambiente e il pianeta. Un viaggio emozionale, talvolta anche duro, all’interno dell’essenza umana e della necessità assoluta di un deciso cambio di rotta nei confronti della nostra casa comune, un pianeta che non possiamo più continuare a sfruttare e danneggiare come abbiamo fatto fino ad ora. Perché danneggiando la Terra e il suo equilibrio finiamo col danneggiare inevitabilmente noi stessi.
>>SCELTO PER VOI>> Per chi oltre alla mostra vuole visitare bene anche Napoli e le sue tante meraviglie artistiche, il Santa Chiara Boutique Hotel rappresenta un’ottima soluzione per dormire, un’oasi di silenzio e di pace nel cuore pulsante della città partenopea. Situato a Spaccanapoli, è ricavato in una dimora storica del XVII secolo decorata da affreschi restaurati e con ambienti sapientemente recuperati con materiali naturali, travi in legno a vista e innovative soluzioni di design.
Vincenzo Petraglia