È la provocatoria notizia lanciata dal giornale di satira americano "the Onion". Che invita a riflettere sulla questione della crescente disuguaglianza economica, sempre più diffusa in tutto il pianeta
In una conferenza stampa che si è tenuta a Parigi martedì 25 gennaio scorso, il Comitato per il Patrimonio dell’Umanità ha ufficialmente riconosciuto il gap tra ricchi e poveri come l'”ottava meraviglia del mondo”, descrivendo la divisione della ricchezza globale come «la più colossale e duratura delle creazioni del genere umano». «Di tutte le costruzioni epiche messe a punto dall’uomo, nessuna è più sbalorditiva e imponente della spaccatura tra ricchi e poveri» ha dichiarato il presidente del Comitato Henri Jean-Baptiste. «Si tratta di un enorme, millenaria distesa (o espansione) che ci riempie sia di meraviglia che di umiltà. E grazie a un’attenta manutenzione attraverso i secoli, questa reliquia solida sopravvive intatta, suscitando un senso di soggezione e timore in ogni nuova generazione» ha aggiunto Jean-Baptiste.
Il baratro immenso della ricchezza, che si estende in gran parte del mondo abitato, attrae milioni di osservatori atterriti ogni anno, molti dei quali hanno trovato la sua immensità troppo schiacciante anche da contemplare. Di gran lunga la più grande opera compiuta dall’uomo sulla Terra, è ben visibile da luoghi lontani come l’Europa orientale, Cina, Africa e Brasile, così come tutti i 50 stati degli Stati Uniti.
«Le Sette Meraviglie del Mondo appaiono pallide in confronto a questo», ha dichiarato un membro del Comitato, Edwin MacAlister, in piedi davanti a una fotografia suggestiva del divario tra ricchi e poveri, scattata dall’alto di Città del Messico. «Una stupefacente prodezza di ingegneria umana che eclissa la Grande Muraglia Cinese, le Piramidi di Giza, e forse anche la grande divisione razziale».
Secondo gli antropologi, milioni e milioni di schiavi e servi faticarono tutta la loro vita per completare la crepa. Documenti indicano che il lavoro iniziò probabilmente circa 10.000 anni fa, quando i primi proprietari fondiari al mondo convinsero i loro sudditi che la costruzione di un tale monumento era la volontà di un’autorità divina, una credenza ancora ampiamente diffusa oggi.
Mentre numerose persone hanno cercato di attraversare la voragine tra ricchi e poveri, l’evidenza suggerisce che solo una piccola frazione ha avuto successo e che sono molti invece quelli morti nel tentativo. Il suo riconoscimento ufficiale come ottava meraviglia del mondo segna il culmine di una radicale inversione dai movimenti popolari di solo 50 anni fa che chiedevano la chiusura del Gap. Tuttavia, a causa di un piccolo gruppo di politici dedicati e leader di settore, vigorosi sforzi di conservazione iniziarono intorno al 1980 per il ripristino, e l’espansione, di questa struttura secolare.
«È da togliere il fiato» ha dichiarato l’amministratore delegato di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, un campione di lunga data e benefattore della conservazione dell’abisso. «Dopo tutto quello che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, non c’è privilegio maggiore di vederlo crescere sempre più grande ogni giorno. C’è qualche scettico che teme diventi un giorno troppo ampio e possa collassare su se stesso trascinandosi dietro milioni di persone, ma per quanto mi riguarda sono disposto a correre il rischio». Blankfein ha poi aggiunto «Inoltre, qualcosa mi dice che io probabilmente me la caverò bene» .