Uno studio inglese pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health rivela come si viva di più nel Nord della Spagna, nel Nord Est dell’Italia e nel sud-ovest della Francia e meno nel Regno Unito, Paesi Bassi e Scandinavia.
Si vive più a lungo nel nord della Spagna, nel Nord Est dell’Italia e nel sud-ovest della Francia. Va invece meno bene agli abitanti del Regno Unito, dei Paesi Bassi e della Scandinavia. A dirlo, evidenziando come negli ultimi vent’anni in Europa si sia registrata una «altalena» della longevità, è uno studio inglese pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health. Soprattutto in Gran Bretagna sarebbero pochissime le aree dove i residenti hanno una bassa percentuale di invecchiare. Tra le cause, secondo gli esperti, la povertà e i cattivi stili di vita.
I NUMERI DELLA RICERCA – La ricerca ha preso in esame oltre 313mila persone residenti in 4404 piccole aree di 18 Paesi europei. Gli autori dello studio hanno analizzato il tasso di sopravvivenza nel periodo di dieci anni, controllando persone con un età compresa tra i 75 e 84 anni di età. Nel 2001 la quota di uomini di età compresa tra i 75-84 anni che ha raggiunto gli 85-94 anni di età ammontava al 27 per cento, mentre quella delle donne al 40 per cento. Dieci anni più tardi, nel 2011, il tasso di sopravvivenza era decisamente aumentato: 34 per cento tra gli uomini e 47 per cento tra le donne. Nel 2001 le aree dove i maschi hanno vissuto più a lungo sono state Madrid e Salamanca, Andorra e Ginevra. Mentre si è avuto un tasso di mortalità elevato nelle zone di Glasgow, Manchester, Liverpool e Londra, nelle zone industriali della Francia. Nel 2011 invece, le aree dove i maschi sopravvivevano a lungo sono aumentate, passando da 27 a 49. Mentre quelle dove si moriva di più sono diminuite da 31 a 24. Le zone di mortalità sono rimaste comunque le stesse.
MAGLIA NERA AL SUD ITALIA – Per le donne, nel 2001 si viveva più a lungo in 45 aree, mentre in 35 la mortalità era più diffusa. Anche in questo caso, come per gli uomini, la distribuzione geografica è molto simile, con l’aggiunta del Sud della Spagna e del nord-est dell’Italia (Emilia Romagna e Veneto) nelle aree con maggiore invecchiamento. La maglia nera al sud Italia, con la Campania e la Sicilia tra quelle con basso tasso di sopravvivenza. Nel 2011 le prime sono aumentate a 102, mentre le aree con maggiore mortalità sono diventate cinquanta. Le aree geografiche sono rimaste immutate, solo che, dopo dieci anni, anche nel nord-est il tasso di invecchiamento è diminuito, aumentando dunque il tasso di mortalità.
COSA INFLUENZA LA LONGEVITÀ? – Secondo gli esperti «sono tanti i fattori che influenzano la longevità: la povertà, l’economia, il progresso, i geni, gli stili di vita, l’inquinamento e l’accesso alle cure sanitarie». È probabile che i modelli osservati derivino da una combinazione di due tipi di determinanti della salute: la povertà, il che spiega la longevità bassa si trova in aree come Portogallo, sud della Spagna, Italia meridionale e zone post-industriali, e gli stili di vita non salutari (per esempio il consumo di tabacco o una dieta non bilanciata), che potrebbero spiegare la presenza di aree a bassa sopravvivenza in zone ricche della Scandinavia o Paesi Bassi.
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