Wise Society : Piastrelle di design con vetro riciclato. Per innovare a impatto zero

Piastrelle di design con vetro riciclato. Per innovare a impatto zero

di Olivia Rabbi
21 Marzo 2012

L’azienda Ceramiche Refin, con il progetto Glass Plus, riutilizza gli scarti dei vecchi televisori a tubo catodico per produrre piastrelle di gres porcellanato, nuovo eco-materiale particolarmente adatto alla bioedilizia

Riutilizzare il vetro usato dei vecchi televisori a tubo catodico e monitor, soppiantati senza scampo dai video Lcd e schermi piatti, per produrre piastrelle di gres porcellanato ad alto contenuto di design, conformi ai requisiti del protocollo Leed (Leadership in Energy and Environmental Design, lo standard internazionale per la classificazione degli edifici ecoefficienti e a basso impatto ambientale). Lo fa Ceramiche Refin, sede a Casalgrande in provincia di Reggio Emilia, che due anni fa ha lanciato il progetto Glass Plus per la realizzazione di piastrelle con impasto ceramico contenente materiali post-consumo riciclati. Il risultato è un prodotto adatto alla realizzazione di edifici ecosostenibili secondo uno dei più rigidi protocolli internazionali.

Una filiera aziendale garantita dal marchio Ecolabel

 

La vocazione dell’azienda per il “green” è partita con la scelta di dotarsi del marchio Ecolabel, che prevede la certificazione di ecosostenibilità per l’intero processo produttivo, dalla provenienza della materia prima allo smaltimento dei residui di lavorazione, alla limitazione delle emissioni di agenti inquinanti in atmosfera e per la salute umana. Il salto in avanti è la produzione di collezioni certificate Leed, contenenti materiale riciclato. «Lavoriamo sul riciclo dei rifiuti da sette anni», spiega Paolo Cesana, direttore marketing di Ceramiche Refin, «prima con il recupero degli scarti di prodotto interno pre-consumo, come le piastrelle rotte e il materiale ceramico non cotto. La sfida successiva è stato l’uso di materiali post-consumo come il vetro proveniente dagli schermi dei vecchi televisori a tubo catodico e dei monitor di computer» continua Cesana. Secondo l’azienda emiliana, partendo dalla stima di raccolta di 75mila tonnellate di televisori e monitor per il 2012, con le piastrelle nate dal progetto Glass Plus si potrebbero rivestire 83mila appartamenti, con un grande risparmio di energia, una riduzione dell’81 per cento delle emissioni di CO2 e, anche, un minor consumo di risorse non rinnovabili. Le ricadute sulla vita quotidiana potrebbero essere rilevanti, con benefici in termini di riduzione dei rifiuti. Una piastrella in gres porcellanato da 60×60 centimetri e peso medio di 7/8 chilogrammi contiene 1,5 chilogrammi di vetro proveniente dai vecchi televisori. Da qui, potenzialmente per un appartamento di 70 metri quadrati potrebbe essere riutilizzato il vetro di trenta televisori medi, pari a 300 chilogrammi di materiale riciclato.

Più vantaggi per l’ambiente

 

La scintilla che ha portato Ceramiche Refin a sviluppare il progetto Glass Plus per il riciclo del vetro usato risale al 2008, grazie alle sinergie con l’azienda consociata Meta, che per Refin produce l’impasto ceramico per la produzione del gres porcellanato. Nel 2010 arriva il progetto Glass Plus, che con il sostegno del programma europeo Eco-Innovation per i piani di innovazione ecocompatibile di rilevanza europea a riduzione dell’impatto e del rischio ambientale, inquinamento, utilizzo sostenibile delle risorse materiali e dell’energia, e la collaborazione fra gli altri del consorzio Remedia, specializzato nel riciclo dei prodotti dell’industria elettrica ed elettronica, porta all’avvio dei primi esperimenti per la produzione di prodotti per l’architettura conforme ai principi Leed. «Il vetro è un prodotto a base di silice perfetto per la produzione del gres. È un materiale nuovo per l’industria della ceramica e questo ha richiesto accorgimenti produttivi particolari», spiega Cesana. I vantaggi sono diversi, a cominciare da quelli per l’ambiente. «Con questo processo vengono riciclate le parti vetrose di televisori e monitor che diversamente non avrebbero collocazione economica. Rilevare il vetro ha certamente un costo ma il riutilizzo per un prodotto ad alta qualità sostituisce con ottime caratteristiche altri materiali come molti feldspati e silicati», aggiunge il manager. Non è una questione di risparmio, ma di obiettivo. «Il riciclo diventa un fattore di scelta decisivo per quei clienti che apprezzano il prodotto conforme al protocollo Leed per la costruzione di edifici sostenibili», aggiunge Cesana. Le costruzioni “green” sono la molla che fa scattare il mercato, soprattutto in Nord America e nell’Italia settentrionale. «Il mercato italiano aveva vissuto un discreto entusiasmo verso la produzione di edilizia ecosostenibile che con la crisi si è in parte scontrato con una situazione di difficoltà del settore. Ma su questo percorso, comunque, si è continuato a lavorare».

Un’officina creativa per materiali di scarto

 

Prodotto ecologico uguale prodotto bello, su questa equazione lavora anche il “DesignTaleStudio”, l’officina creativa varata da Ceramiche Refin nel 2005 con il coinvolgimento di alcuni fra i maggiori designer e artisti di fama internazionale da Michele De Lucchi a Karim Rashid, da Alessandro Mendini a Massimiliano Adami, stilisti come Elio Fiorucci, Krizia e Vivienne Westwood, fino cantautore e musicista, recentemente scomparso, Lucio Dalla. Il mix fra innovazione tecnologica, percorsi di ricerca sperimentale e sapienza artigianale si uniscono al riutilizzo dei materiali di scarto per la produzione di alcune delle nuove collezioni d’autore. «Cerchiamo sempre di stimolare architetti e designer sul tema del riciclo», continua Cesana, «e loro si dimostrano molto sensibili verso questo argomento. All’interno del DesignTaleStudio è nata per esempio la collezione Beside di Massimiliano Adami (presentata a Cersaie 2011) che riutilizza vecchie piastrelle rismaltate sul retro per proporre una reinterpretazione creativa del mosaico ceramico». La collezione Kaos di Luca Nichetto, lanciata nel 2010 sia con impasto tradizionale che con l’aggiunta del vetro riciclato, è nata dalla capacità di osservare le trasformazioni, anche di texture, del prodotto in fase di lavorazione nello stabilimento e di valorizzarle come plus estetico. Del 2011 è la collezione Wood2 che, secondo Cesana, è «il progetto più rappresentativo dell’esperienza di Glass Plus che reinterpreta il legno naturale usurato dal tempo con un formato quadrato, utilizzando vetro riciclato e materiale pre-consumo di provenienza ceramica. Senza distruggere le foreste». La strada è segnata. Verso il riciclo dei materiali di scarto si muoverà in futuro anche la collezione “Cromie” di ceramiche per l’architettura. Il prossimo step prevede prodotti ibridi che uniscono sia scarti pre-consumo che post-consumo. «Il gres porcellanato è, di per sé, già un prodotto sostenibile», conclude il marketing manager, «l’azienda ha lavorato per ridurre in fase di lavorazione i consumi di gas, l’acqua utilizzata viene interamente riciclata, dallo stabilimento non vengono emessi fumi tossici. Aggiungere agli impasti un prodotto rigenerato è un passo ulteriore in questa direzione».

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