La nuova sensibilità ambientale di progettisti e artisti internazionali è in mostra al Maxxi di Roma con foto, video, installazioni e disegni. Per il curatore, Pippo Ciorra, è la dimostrazione di una relazione sempre più stretta tra ricerca espressiva d'avanguardia e attenzione alla sostenibilità
Pippo Ciorra, architetto e senior curator per l’architettura al MAXXI di Roma (da maggio 2010) è anche il curatore della mostra Re-Cycle, strategie per l’architettura, la città e il pianeta allestita in quattro gallerie del Museo nazionale delle arti del XXI secolo (fino al 26 Aprile 2012) e realizzata con il sostegno della società Arcus. Una mappa contemporanea del riciclo come strategia creativa in ottanta disegni, modelli, fotografie, video, oggetti e due installazioni site specific: 27 scatti del fotografo sudafricano Pieter Hugo (Permanent Error) e una grande installazione in legno e rafia sintetica (Maloca) di Ferdinando e Humberto Campana.
Com’è nata l’idea di questa mostra e che cosa vuole proporre al pubblico?
La mostra nasce da idee, esperienze e suggestioni che provengono da linguaggi esterni all’architettura come l’arte, la musica, la fotografia e i video. Ne è un esempio il bellissimo filmato dal titolo Steps dell’artista polacco Zbigniew Rybczynski che sovrascrive con nuovi personaggi a colori la pellicola della scena cruciale della Corazzata Potemkin. La mostra vuole così presentare al pubblico come il riciclo può essere considerato un generatore di creatività e uno strumento per incrementare uno sviluppo sostenibile del mondo.
Con quale criterio sono stati scelti e selezionati i progetti esposti? Quali sono secondo lei i pezzi da non perdere?
I progetti esposti sono stati selezionati con un criterio abbastanza articolato che raggruppa tre categorie di opere del riciclo: d’arte; architettoniche o paesaggistiche; dei racconti o testimonianze. Tra quest’ultime “icone sacre del riciclo” due esempi significativi sono quelli del Palazzo di Spalato, storico palazzo imperiale trasformato in città, e il progetto di Super Studio per la sopraelevazione del Colosseo con delle case. Una cinquantina di progetti sparsi in tutto il mondo che presentano tutte le strategie possibili del riciclo, per costruire un percorso espositivo che avvicini a questo tema sia agli esperti che il pubblico in generale.
Qual è l’autore di quelli che hanno oggetti in mostra più innovativo sul tema del riciclo, dell’attenzione all’ambiente e perché?
Un progetto simbolo del riciclo potrebbe essere quello della High Line a New York degli architetti James Corner Field Operation, Diller Scofidio + Renfro, Piet Oudolf. Un frammento di una vecchia ferrovia, che univa l’area della stazione della 33° strada con il molo alla 12° strada, trasformato in un importante spazio pubblico per la città e gli abitanti del quartiere.
In che direzione sta andando l’architettura italiana, proprio in relazione ai concetti di sostenibilità e risparmio energetico?
Il MAXXI testimonia con la sua architettura un periodo di grande felicità e ottimismo della società, durante il quale sembrava che la ricchezza potesse crescere all’infinito e l’architettura dovesse esprimere questa idea di lusso, bellezza, ardimento e coraggio strutturale. Con l’attuale crisi finanziaria l’architettura deve percorrere nuove strategie progettuali e staccarsi dall’idea del sogno. Il progetto può essere sempre un’utopia ma prendendo coscienza della realtà. Su questo nuovo terreno sia l’architettura internazionale che quella italiana posso muoversi con un passo parallelo. Troviamo in mostra alcuni interessanti esempi italiani di cui andare fieri: una brutta palazzina abusiva a Ragusa trasformata in una bella villa; due gallerie abbandonate su una autostrada di Trento diventate ora un Museo; una discarica vicino Sassari trasformata in una Parco dei Suoni. Proprio l’Italia, con il suo ricco patrimonio esistente e un eccesso di densità edilizia può offrire molte opportunità agli architetti per trasformare con creatività ciò che già esiste realizzando progetti più belli e interessanti. Il riciclo è dunque la nostra risposta al tema della sostenibilità e una delle poche opportunità con le quali l’architettura italiana si può rimettere in gioco al pari dell’architettura internazionale.
Quali potrebbero essere i vantaggi economici e funzionali che deriverebbero dalla scelta di questo tipo di architetture?
Riciclare per sua stessa natura è economico, ecologicamente, socialmente e politicamente corretto ma con la mostra vogliamo dimostrare come il riciclo possa essere un generatore di creatività per realizzare, più di altrettanti metodi di progettazione, progetti belli e interessanti.
Più in generale, che contributo possono dare l’arte e l’architettura alla nostra società nella direzione di un cambiamento virtuoso?
La mostra si conclude con un bellissimo e toccante reportage del fotografo sud africano Pieter Hugo che immortala volti di bambini africani in una discarica del Ghana dove vecchi e inutilizzabili computer, regalati dagli occidentali, vengono bruciati contribuendo così ad incrementare l’inquinamento generale della loro terra e del Pianeta. L’atto del riciclo in se, dunque, non può cambiare il mondo e non garantisce la consapevolezza se non siamo noi per primi a mettercela partecipando ad un progetto comune. Re-Cycle vuole così presentare, attraverso l’arte, la fotografia, l’architettura, i video e i media una serie di progetti diversi affinché ogni visitatore possa riconoscersi in un modo di fare che non può essere solo corretto ma anche attraente, convincente e interessante.