Macchine capaci di assistere gli anziani, di sbrigare le faccende domestiche, di riparare selettivamente dall'interno il corpo umano: è la base di un progetto italiano di ricerca che oggi potrebbe essere finanziato dall'Unione Europea
Robot colf e badanti, capaci di assistere gli anziani con competenza, di curarli e di sbrigare le faccende domestiche. Un po’ come nel film “Io e Caterina” con Alberto Sordi. Ma non solo: robot volanti esploratori del pianeta in tutti i suoi elementi, robot idraulici capaci di introdursi nei tubi e riparare le perdite, robot capaci di infilarsi nel corpo umano e di ripararlo selettivamente dall’interno.
Non è fantascienza: si tratta di un progetto italiano di ricerca coordinato a livello europeo, che si chiama “Robot Companions for Citizens” e che proprio oggi potrebbe ricevere da Bruxelles un finanziamento vitale per i suoi prossimi sviluppi: un miliardo di euro in dieci anni. Questo progetto multidisciplinare basato sulla robotica di terza generazione, settore che vede la ricerca italiana in prima fila – rappresentata in particolare dall’Istituto italiano di BioRobotica della scuola superiore Sant’Anna, a Pisa, e dall’Istituto italiano di tecnologia a Genova – viene oggi presentato ufficialmente alla Commissione europea. I candidati in lizza sono sei e due soli riceveranno il finanziamento. Ma quello italiano ha buone chances di vincere e possibilità pressoché infinite in ambito applicativo.