È importante vigilare per non lasciare che l'ecosistema marino sia compromesso
Cemento a fiumi sulle coste, scarichi fognari non trattati, pesca illegale, discariche a cielo aperto, privatizzazione del demanio.
Sono stati migliaia, precisamente 13.149, i reati ambientali consumati l’anno scorso ai danni dei nostri mari e litorali.
I dati sono contenuti nel dossier “Mare Nostrum 2012“, presentato da Legambiente in occasione della partenza di Goletta Verde, l’imbarcazione dell’associazione ambientalista che, dal 1986, perlustra le coste in difesa dell’ecosistema e della natura.
In cima alla graduatoria delle infrazioni, il rapporto mette la regione Campania che vanta il triste primato di 2.387 illeciti, pari al 18% del totale nazionale, cinque ogni chilometro di costa; subito dietro compaiono la Sicilia con 1.981 violazioni, la Puglia che ne ha fatte registrare 1.633 e la Calabria con 1.528 crimini ambientali.
Realtà che evidenzia quanto le zone tradizionalmente caratterizzate dalla presenza della criminalità organizzata siano più facilmente preda di violazioni con un’incidenza pari al 57% del totale.
Infine, nel dettaglio degli illeciti, quelli commessi con più frequenza sono la pesca di frodo, l’abusivismo edilizio e l’assenza di depurazione delle acque.