Oro senza mercurio per le medaglie d'oro: per quelle d'argento e bronzo solo metalli riciclati. A Rio 2016 si preserva l'ambiente e gli atleti hanno piantato i semi per la foresta olimpica
Le più grandi e soprattutto le più ecosostenibili di sempre. Sono le 2.488 medaglie che in questi giorni vengono assegnate nel corso dei Giochi Olimpici di Rio 2016 e che vantano già due primati. Oltre ad essere le più grandi di sempre con i loro 8,5 cm di diametro e i 6 mm di spessore (11 mm al centro della medaglia) e 500 grammi di peso, le medaglie in questione sono state realizzate, infatti, con materiali ecosostenibili.
L’oro delle 812 medaglie assegnate a chi raggiunge il gradino più alto del podio è stato prodotto senza uso di mercurio, mentre per le medaglie di argento (altre 812) e di bronzo (864 perché alcune discipline come lotta, taekwondo e pugilato non hanno il 4° classificato), il 30% del metallo deriva da materiali riciclati. Addirittura, il 40% del rame utilizzato per la lega metallica delle medaglie proviene da uno scarto di produzione della stessa Casa da Moeda do Brasil (ovvero la zecca di Stato) dove si è svolto l’intero processo di produzione. Per quanto riguarda le Paralimpiadi, la sostenibilità delle medaglie è rappresentata da un sistema di diffusione sonora per permettere agli atleti non vedenti di “ascoltare” la medaglia.
Create con la direzione del Comitato organizzatore dei Giochi olimpici e paralimpici e dalla Zecca del Brasile, le medaglie sono state disegnate dallo stilista Andrea Marques, e recano disegni identici per tutti e tre i podi: su un lato due foglie di alloro con al centro il logo di Rio 2016 e sull’altro un’immagine della dea Nike – la personificazione della vittoria – con sullo sfondo il Panathenaic Stadium e l’Acropoli di Atene.
Non solo metallo, però. Anche i nastri delle medaglie sono ecologici, creati per il 50% con PET proveniente da bottiglie riciclate, mentre le custodie sono state costruite con legno certificato dal Forest Stewardship Council (Fsc), organizzazione non-profit che si occupa di certificare standard ambientali per foreste e per aziende.
Un forte valore, soprattutto simbolico, per dare una virata ecofriendly a quella che è, sicuramente, una manifestazione dal fortissimo impatto ambientale (a Rio ci si aspetta una produzione di rifiuti di 17 mila tonnellate ed emissioni per 3,6 milioni di tonnellate di CO2). L’edizione dei giochi Olimpici di Rio ha, però, promesso un’edizione ecologica con, tra le altre cose, il più esteso programma di mitigazione delle emissioni, certificazione della filiera del legno e della carne consumata. Il tutto anche per un ritorno d’immagine per l’ambiente e la bellezza del patrimonio naturale brasiliano. Ecco perché le due mascotte delle olimpiadi, Tom e Vinicius, sono rappresentazioni antropomorfe della vegetazione e degli animali brasiliani, e la torcia olimpica presenta delle aperture ondulate e colorate che simboleggiano cielo, mare, foreste e montagne.
E ci sono anche i semi che ogni atleta durante che ha sfilato durante la cerimonia inaugurale ha, non solo simbolicamente, inserito in un mucchietto di terra. Tutte queste piantine verranno poi sistemata in un’area destinata a diventare una foresta olimpica.