Annarita Serra, dopo aver approfondito un linguaggio pittorico più tradizionale, ritrova le sue radici in una ricerca volta a dare una nuova identità a materiali di recupero, con particolare attenzione alla plastica raccolta sulle spiagge della sua Sardegna. L’artista punta sull’utilizzo di oggetti frammentati e tracce di spazzatura, raggiungendo un impegno estetico intenso ed una energica, e insieme dolce, comunicabilità. Annarita utilizza la plastica esattamente come ne è pieno il mare: non viene tagliata, ma anzi viene utilizzata nella sua forma originale. I pezzi di plastica oltre non venir tagliati, vengono lasciati nella loro forma originale senza colorarli, vengono solo lavati e divisi per sfumatura. Il proposito dell’artista è quello, oltre ad evidenziare la triste condizione del mare, attirare l’attenzione attraverso colori e opere riconoscibili.