Wise Society : I consumi serali costano meno

I consumi serali costano meno

di di Giacomo Selmi
15 Luglio 2010

Con l'entrata in vigore della tariffa bioraria, risparmia chi aziona lavatrici & co. prevalentemente la sera. Un dato che impone piccoli cambiamenti di abitudini. Che fanno bene anche all'ambiente

Dal 1° luglio è entrata in vigore la tariffa bioraria per l’energia elettrica. Questa non è una novità: già adesso infatti è possibile scegliere volontariamente questo tipo di tariffa, sia che si abbia un contratto di fornitura sul mercato libero sia sul mercato vincolato (quello con i prezzi calmierati e imposti dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas – AEEG).

Smart Meter

Smart Meter, Foto di Tom Raftery/flickr

La novità è che ora è obbligatoria per tutti. I primi consumatori a essere trasferiti sulla nuova tariffa sono quelli che già sono stati dotati di “smart meter”, il contatore elettronico “intelligente” che è in grado di misurare i consumi per fascia e mandare informazioni al distributore. Ovviamente, per evitare traumi si consumatori meno attenti – visto che con le nuove tariffe si può risparmiare, ma si può anche avere un aumento della bolletta – è stato pensata una introduzione progressiva del cambio tariffario con un periodo di transizione un anno e mezzo; in questo modo tutte le famiglie avranno tempo di abituarsi alla novità.

Con la nuova tariffa vengono istituite due fasce: la F1, che copre le ore dalle 8 di mattina alle 7 di sera dei giorni feriali, dove il prezzo dell’elettricità sarà maggiore di quello attuale; e la F2 ed F3, che copre le ore dalle 19 alle 8 dei feriali, i sabati, le domeniche e i festivi (tutto il giorno), dove i prezzi saranno ridotti.

Già, perché nonostante fino ad oggi noi abbiamo pagato l’elettricità con lo stesso prezzo, uguale di giorno e di notte, la produzione all’ingrosso costa in modo differente di ora in ora; durante il giorno, quando la domanda è maggiore – il sistema produttivo italiano è in moto e la richiesta di elettricità è più alta – l’energia costa di più; la sera, di meno. Adeguare i prezzi dell’energia al dettaglio a quelli dell’ingrosso vuol dire quindi riequilibrare i consumi e far pagare l’energia secondo il costo reale.

Se noi consumatori ci abitueremo a concentrare l’uso di elettricità nelle ore più favorevoli, cambiando anche di poco le nostre abitudini i risparmi che otterremo in bolletta saranno significativi: secondo studi dell’AEEG più del 66% dei consumi – i due terzi – dovrebbe essere spostato nelle ore serali, il sabato o la domenica per ottenere risparmi. In caso contrario, utilizzando troppa elettricità nella fascia F1, potremmo avere addirittura degli aumenti.

Ovviamente il profilo del consumatore assume un peso rilevante nel calcolo dei risparmi. Un single, o una famiglia di lavoratori senza figli già concentra i propri consumi nelle fasce economiche, mentre casalinghe e pensionati – tanto per citare due categorie – risultano svantaggiate perché tendono a rimanere in casa, o comunque a usare i servizi elettrici durante le ore “pregiate”, e dovranno quindi fare uno sforzo maggiore per modificare le proprie abitudini di consumo (ed è proprio a questo proposito che il Codacons, l’associazione dei consumatori, ha sollevato una critica forte nei confronti della nuova tariffa).

L’Autorità ha messo a disposizione una pagina internet e un numero verde per chi volesse avere maggiori informazioni (http://www.autorita.energia.it/it/schede/C/faq-biorarie2010.htm). C’è anche un piccolo strumento online, il PesaConsumi (http://www.autorita.energia.it/it/consumatori/ele/bioraria1A.htm) che permette di calcolare quanto si consuma nelle “nuove” fasce e come si possono modificare le proprie abitudini per risparmiare in bolletta.

Infine, i vantaggi per i consumatori, o meglio per i cittadini – non saranno limitati alla bolletta. Anche i benefici per l’ambiente sembrano evidenti: secondo dati dell’AEEG se anche solo il 10% del consumo domestico si sposta dalla fascia diurno a quella serale e notturna, sarà possibile risparmiare fino a 9 milioni di euro sulle emissioni di CO2 e 80 milioni sul combustibile – per non parlare dei 120 milioni risparmiati sui costi di impianto. E cioè, meno centrali tradizionali accese in giro.

www.autorita.energia.it

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