Wise Society : La “particella di Dio”: al Cern annunciata la scoperta che passerà alla storia

La “particella di Dio”: al Cern annunciata la scoperta che passerà alla storia

di Paolo Magliocco
5 Luglio 2012

A Ginevra è stato finalmente individuato il Bosone di Higgs: la particella che dà massa alla materia di cui siamo fatti e a cui gli scienziati "davano la caccia" da cinquant'anni...

Ebbene sì. Il bosone di Higgs esiste. La particella elementare più ricercata del mondo si è arresa e grazie alla potenza dell’acceleratore di particelle Lhc (Large Hadron Collider) del Cern di Ginevra è venuta allo scoperto. Al 99,999999 per cento gli scienziati sono sicuri che ci sia. Solo quando hanno raggiunto questo livello di probabilità, in effetti prossimo alla certezza, hanno deciso di annunciare ufficialmente la scoperta a mattina di mercoledì 4 luglio 2012, una data che resterà scritta nei libri di storia della Fisica.

Bosone di Higgs: come è stato scoperto

 

Per la scienza è un grande traguardo: significa aver completato il quadro del Modello Standard, quello a cui i fisici si affidano per descrivere la realtà che ci circonda, per spiegare di che cosa sono fatti gli atomi e le particelle che li compongono, i protoni e i neutroni che, a differenza degli elettroni, nascondono al proprio interno un gran numero di particelle elementari, come i quark.

Particelle pronte a “saltar fuori”, per poi rapidamente scomparire trasformandosi in qualcos’altro, quando si fanno scontrare le particelle stesse tra loro a grande velocità, come è successo in questi anni nell’Lhc, dove esiste un tunnel lungo più di 25 km in cui soprattutto i protoni prendono la rincorsa prima di andare a sbattere uno contro l’altro frantumandosi in molti pezzi diversi: le particelle elementari, appunto.

Ecco perché il bosone di Higgs è stato così difficile da individuare, al punto che era rimasta l’unica particella mai vista: perché ci vuole tantissima energia per portarlo allo scoperto e solo la realizzazione dell’Lhc ha consentito di arrivarci. E poi perché è velocissimo a scomparire, lasciando dietro di sé solo tracce che vanno interpretate e analizzate con cura, per non correre il rischio di confonderle con quelle di qualche altra particella.

La particella che ha dato massa alla materia di cui siamo fatti

 

Ma, alla fine, che cosa fa questo bosone e perché ci interessa tanto? Come ha detto il direttore generale del Cern, Rolf Heuer, rispondendo a un giornalista, è importante “semplicemente perché se questa particella non ci fosse non ci sarebbe neanche lei”. Il bosone di Higgs è infatti la particella che dà la massa alla materia di cui siamo fatti. Senza questo bosone, la massa non esisterebbe, tutto sarebbe perfettamente omogeneo o meglio, come dicono i fisici, simmetrico. Ma l’altro motivo dell’interesse così forte attorno a questa scoperta, come si è detto, è il fatto che il bosone di Higgs era rimasta l’ultima particella da scoprire, l’ultima tessera mancante del puzzle costruito dai fisici teorici.

E’ stato più quasi cinquant’anni fa uno scienziato che si chiama Peter Higgs, e che adesso ha più di 80, a immaginare che questo bosone che da lui ha preso il nome dovesse esistere per far quadrare i conti.

Allora, nel 1964, non immaginava che un giorno la sua creatura sarebbe stata battezzata addirittura la “particella di Dio”. Un nomignolo frutto in realtà di una scelta editoriale fortunata per un libro che avrebbe dovuto intitolarsi “la particella maledetta” (Goddam particle) e che fu cambiato all’ultimo momento in “La particella di Dio” (God particle).

 

 

 

L’energia oscura: una delle pagine che la fisica deve ancora scrivere

 

Ora che il bosone c’è, però, i fisici dicono che la corsa in realtà è solo cominciata. Bisognerà scoprire e analizzare bene tutte le sue caratteristiche. Prima di tutto perché questo bosone somiglia sì a quello che tutti si aspettavano di trovare, ma non è proprio tale e quale. Di certo è un bosone, il resto ancora non si sa. E quindi potrebbe riservare molte altre sorprese. Addirittura potrebbe cambiare nome, se non rispettasse le ipotesi fatte da Peter Higgs…

E poi perché in realtà aver confermato l’esistenza del bosone è solo una piccola parte della storia ancora molto da scrivere del modo in cui è fatta davvero la materia ordinaria, per non parlare di quella “oscura”, che i fisici sanno che c’è ma non sanno che cosa sia, o addirittura della “energia oscura”, che è questione ancora più esotica e difficile da risolvere. Perciò niente paura: la fisica non è finita. E anche se questa scoperta, come pensano tutti, si aggiudicherà presto un Premio Nobel, di scoperte da fare e di curiosità da toglierci su come è fatto tutto ciò che ci circonda ne restano in abbondanza.

 

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