Negli aeroporti di Amsterdam e Bruxelles grazie alla stazione di ricarica WeBike basta una pedalata di mezz'ora per far ricaricare telefoni e tablet
Aeroporto Schiphol di Amsterdam in un pomeriggio infrasettimanale: due uomini vestiti da businessmen conversano uno di fronte all’altro seduti ad un tavolino. Le loro gambe si muovono come se stessero andando in bicicletta.
E, guardando meglio la sedia, ci si accorge che in realtà è una sella e i loro piedi sono appoggiati a due pedali. Un nuovo modo di fare ginnastica tra un volo e l’altro? In realtà no anche se poi di movimento ne fanno. I due signori sono lì per ricaricare il loro telefono. Sì perché l’energia cinetica che producono non serve solo a tenerli in forma. I loro telefonini, infatti, e le loro tavolette appoggiate sul tavolo sono collegate attraverso il cavetto ad una presa e vengono ricaricate proprio grazie alla spinta sui pedali. Una vera e propria stazione di ricarica dal nome eloquente – WeBike – realizzata dalla compagnia WeWatt. E, manco a dirlo, con materiali riciclati o provenienti da scarti industriali. Come il tavolino di appoggio per esempio. O come la sedia-sella che è di pelle riciclata. Così come riciclato è il legno di cedro su cui poggia.
Occorre meno di mezz’ora e la batteria del cellulare è di nuovo piena. Basta quindi con ricerche affannose di prese elettriche nel terminal, non serve nemmeno più andare al bar e consumare chiedendo gentilmente al cameriere se ti attacca gentilmente il caricatore alla spina a muro.
Per ora anche i viaggiatori in transito all’aeroporto di Bruxelles e i clienti di un paio di catene di ristorazione belghe possono usufruire di WeBike. Ma, nelle previsioni delle due socie dell’azienda produttrice, altre stazioni verranno presto installate in altri luoghi.