Nel suo passato di principe, Carlo III d'Inghilterra ha dimostrato di essere vicino alle tematiche degli attivisti e militanti in difesta dell'ambiente. Il suo animo ecologista prevarrà anche da re?
Carlo III d’Inghilterra sarà il primo sovrano ambientalista? Lo pensano in molti. Negli anni infatti la causa ambientale è stata una costante nella vita del nuovo re inglese: la difesa delle risorse naturali e la lotta al cambiamento climatico anzi, sono stati gli unici temi a spingerlo a usare in pubblico parole appassionate e toni forti, al di là della sua indole schiva e riservata.
Il passato ambientalista di Carlo III d’Inghilterra
E Carlo non si è limitato solo alle parole: nel suo carnet da “militante” eco-friendly ci sono anche iniziative concrete per promuovere uno stile di vita più sostenibile. Ecco le ragioni per cui il regno di Carlo potrebbe essere davvero “verde”.
Carlo, in campo da giovanissimo
L’impegno del nuovo re Carlo III per la difesa del Pianeta e delle sue risorse non è dell’ultima ora. Su di lui nessun sospetto di greenwashing o di ambientalismo modaiolo: il suo primo intervento pubblico importante in fatto di danni ambientali risale addirittura al 1970, quando era ancora poco più che ventenne. Il giovanissimo Carlo parlava allora non come erede al trono, ma in veste di Presidente del Comitato per l’Ambiente del Galles e metteva in guardia contro i pericoli dell’inquinamento e degli effetti cancerogeni degli sversamenti in mare (letali per pesci e uccelli marini), dei fumi e dello smog. Non poco in un momento storico in cui l’attenzione su questi temi in un Paese industrializzato come la Gran Bretagna era ancora agli inizi. Il discorso del principe ragazzino fu ritenuto stravagante, oggi lo definiamo lungimirante e coraggioso.
Da Greta Thunberg agli Extinction Rebellion: le simpatie di Carlo
Non è un mistero neanche che Carlo nutra una certa simpatia per i gruppi ecologisti e gli attivisti per il clima. Nel 2020 alla World Economic Forum di Davos ha incontrato la più “iconica” e famosa, Greta Thunberg. Con lei (che aveva invece rivolto sguardi severi al presidente americano Donald Trump), una stretta di mano convinta: anche per Carlo è il momento di passare all’azione e di lasciar perdere gli inutili “Bla, bla, bla” dei potenti che tanto infastidiscono Greta.
Nel 2021 Carlo si è messo dalla parte degli attivisti del movimento per il clima Extinction Rebellion (Xr) condividendone apertamente preoccupazione e frustrazione. Un gesto eclatante, soprattutto se si pensa alle spettacolari proteste del gruppo (che vuole mettere sotto i riflettori il destino di estinzione dell’umanità). Sono gli Xr, infatti, che negli ultimi anni, sotto l’hashtag #EverybodyNow, hanno occupato e perfino inondato di sangue finto (alla barbabietola) diverse, simboliche zone del centro storico di Londra, da Oxford Circus al Waterloo Bridge fino a Parliament Square. Carlo li ha incoraggiati a continuare a impegnarsi, anche se preferendo magari forme di protesta più costruttive e meno plateali.
Alla COP26 e nel luglio più caldo
Le ultime parole pubbliche di Carlo sul clima sono recentissime. Durante la COP26 sul clima a Glasgow, nel novembre 2021, ha parlato di quanto sia drammaticamente urgente avviare la transizione ecologica, in un mondo in cui la popolazione cresce e consuma risorse (energetiche e non solo) ormai quasi finite. Un appello ai governanti di tutto il Pianeta e anche alle industrie private per cambiare in modo intelligente le strategie di sviluppo e gli investimenti. Quest’anno poi nel mese più caldo per il suo Paese, quando la Gran Bretagna boccheggiava soffocata da un anomalo e inquietante luglio a 40 gradi, ha sottolineato come il cambiamento climatico sia ormai drammaticamente evidente per tutti. Non una battuta “all’inglese” sul clima ma un richiamo sentito e preoccupato…
Carlo imprenditore green
Carlo è anche, incredibilmente, un attento imprenditore green. La sua Duchy Home Farm, che ha creato e di cui si è occupato dal 1986 al 2020, è un gioiellino di agricoltura biologica che, nata in un periodo in cui le coltivazioni sostenibili erano poco più di un’idea, si è sviluppata su 360 ettari, si è dotata di un sistema di pannelli solari e finanche di un programma di cura per gli animali con medicina omeopatica.
Un impegno significativo per un sovrano la cui famiglia è da sempre appassionata di caccia e pesca (passioni, forse ormai superate che qualcuno rimprovera anche a Carlo di aver amato in passato, soprattutto la pesca al salmone). Non manca neanche un investimento nella moda sostenibile: la sua collezione Modern Artisan (lanciata nel 2020) è realizzata con tessuti biologici e sostenibili e i capi, classici, sono pensati per essere portati a lungo, al contrario di quelli “usa e getta” da fast fashion.
Come sarà il futuro di Carlo da Re d’Inghilterra?
L’anima ecofriendly di Carlo di Windsor è quindi sincera: lo ha dimostrato sempre e senza risparmiarsi. Ma da sovrano potrà ancora essere un ecologista “militante”? E riuscirà a lasciare davvero un’impronta a livello internazionale e nel suo Paese nella battaglia per la sostenibilità? Questo solo il futuro potrà dircelo.
Di sicuro il suo ruolo gli impone obblighi che da principe non aveva: il monarca nel Regno Unito non può interferire con l’azione politica del Parlamento, i campi devono rimanere separati e quindi sicuramente Carlo III non potrà disporre finanziamenti o promulgare leggi sul tema.
Dovrà forse imparare anche a essere più conciliante perché le sue posizioni ambientaliste, negli anni, gli hanno procurato consensi ma anche parecchie antipatie politiche, sia da destra che da sinistra. La speranza che possa parlare in modo autorevole per la causa (comune!) di un mondo più pulito però rimane… Non resta che fargli gli auguri, nel momento in cui prende il posto della sua indimenticabile mamma Elisabetta II.
Lucia Fino