Il direttore della Corporate Social Responsability di Autogrill ritiene fondamentale conciliare business e etica d'impresa. Soprattutto per un grande gruppo internazionale, che continua a vincere le sfide del mercato globale proprio grazie a progetti innovativi e di valorizzazione del capitale umano. Come "Afuture" e "Buon per me"
Autogrill è il primo operatore al mondo nei servizi di ristorazione e retail per chi viaggia, presente in 37 Paesi con oltre 5.300 punti vendita, 62.500 addetti e un giro d’affari di 5,7 miliardi di euro nel 2010. Un settore in cui qualità, rispetto dell’ambiente e sostenibilità si rivelano strategici per affrontare le sfide del mercato, come sottolinea Silvio De Girolamo, Direttore Internal Audit & Corporate Social Responsability del Gruppo.
Che cos’è per Autogrill la responsabilità sociale d’impresa?
Sviluppare al meglio il nostro business, quindi fare meglio il nostro mestiere. Un tempo, parlare di responsabilità sociale significava parlare di filantropia nel senso che l’azienda faceva spesso cose “brutte, sporche e cattive” e poi collateralmente si occupava di progetti filantropici. Oggi un’azienda come Autogrill deve essere invece in grado di affrontare responsabilmente tutto quello che fa, per poter farlo meglio in una prospettiva di lungo termine. Se si fa bene il proprio mestiere e si hanno buone relazioni con tutti gli stakeholder si hanno anche maggiori possibilità di portare avanti meglio il proprio business negli anni a venire. La sostenibilità è sempre più un elemento di forte vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza e un modo per fare cose che altrimenti non si riuscirebbero a fare.
Questo è fondamentale in un mercato globale sempre più competitivo e ricco di nuovi player, provenienti anche dai nuovi Paesi emergenti…
Autogrill opera prevalentemente in un mercato dove le attività devono essere gestite partendo da un contratto di concessione, quindi vuol dire che per poter operare dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare, attraverso la partecipazione a gare competitive per aggiudicarci la concessione. Proprio seguendo i temi e l’evoluzione della globalizzazione, il Gruppo Autogrill partecipa a gare in Europa, nell’Est, in America e nel resto del mondo e ogni volta presentarsi come un’azienda che è attenta alla sostenibilità diventa un tratto distintivo in grado di fare la differenza.
Questo discorso è valido, a maggior ragione, per quelle realtà in cui chi fa il contratto è una società pubblica, come tale maggiormente concentrata sui temi che riguardano l’ambiente e il territorio. Sempre più spesso, infatti, gli elementi legati alla competizione e alla sostenibilità fanno parte dei capitolati delle gare e le richieste che ci vengono fatte sono legate anche ai temi della sostenibilità. Non di rado ci viene per esempio chiesto di inserire nella nostra offerta commerciale prodotti locali, come forma quindi di attenzione al territorio. E altrettanto spesso ci viene chiesto cosa il Gruppo fa per ridurre il suo impatto sull’ambiente e sui consumi energetici. Tutti temi legati allo sviluppo sostenibile che dimostrano quanto si stia accorciando la distanza fra business e sostenibilità.
In che rapporto stanno, invece, sostenibilità e valorizzazione del capitale umano?
Sono strettamente legati. Come Autogrill siamo partiti un po’ di anni fa lanciando il progetto “Afuture” attraverso cui abbiamo provato a immaginare il futuro della nostra azienda per orientarla verso l’innovazione. L’obiettivo: aumentare il coinvolgimento e la motivazione dei collaboratori e accrescere il nostro vantaggio competitivo attraverso un impegno concreto nello sviluppo di buone pratiche di sostenibilità. All’interno di questo progetto ci siamo sempre occupati delle persone, dell’ambiente e di tutti gli aspetti economici legati alla sostenibilità. In particolare, per quanto riguarda le persone, ci stiamo impegnando da anni su due fronti: uno è quello del benessere dei nostri dipendenti, l’altro è il tema del “diversity”.
In che modo?
L’azienda si impegna a rendere il proprio ambiente il più soddisfacente possibile per le persone che ci lavorano, favorendo sia una corretta retribuzione che il miglioramento delle condizioni generali. Per esempio con il progetto “Buon per me” nel ristorante della sede centrale di Autogrill. Qui cerchiamo di dare tutte quelle informazioni utili a favorire una sana ed equilibrata alimentazione, naturalmente in base alle attività che le persone svolgono e alle loro caratteristiche psicofisiche. Per quanto riguarda, invece, il tema della “diversità” sempre in ambito alimentare, mettiamo a disposizione la consulenza di una nutrizionista che viene negli uffici Autogrill, offrendo i suoi consigli alle persone che vogliono rendere la loro dieta ancora più legata alle proprie specifiche esigenze individuali. Un approccio del genere è per noi una responsabilità da cui non possiamo prescindere perché di fatto operiamo nel settore della ristorazione e quindi i nostri dipendenti sono, oltre che nostri collaboratori, anche nostri consumatori.
Possiamo lanciare uno slogan per sostenere questo approccio sostenibile all’impresa?
Lo slogan potrebbe essere, riprendendo quello del nostro progetto, “Buon per me, buon per tutti” perché oggi non c’è più la contrapposizione di un tempo fra interessi delle imprese e interessi dei cittadini-consumatori. Se un’azienda fa bene il proprio mestiere e rispetta l’ambiente è anche in grado di rispettare e recepire meglio le aspettative dei propri consumatori.