Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare, illustra le ultime scoperte e le ricadute positive in campo medico, energetico, ambientale
L’ultima scoperta della scienza è un neutrino extragalattico di 5 miliardi di anni fa piovuto sulla terra pochi giorni fa dalla costellazione di Orione e ritrovato nel ghiaccio antartico. Una storia ottima per realizzarci un film il cui protagonista è un singolo neutrino ad altissima energia, giunto dallo spazio, il cui bagliore è stato individuato in uno dei punti più remoti ed estremi della Terra, coincidenza vuole che però lì ci siano diversi sensori impiantati lì per un progetto di ricerca. La scoperta è eccezionale, in quanto si tratta del primo e finora unico neutrino cosmico per cui sia stata individuata una determinata emissione proveniente da una galassia remota. Quanto fosse remota lo ha scoperto un team di quattro astronomi italiani dell’Inaf, in uno studio condotto con l’Asi, alcune università e con l’Istituto nazionale Fisica nucleare, il cui presidente Fernando Ferroni, intervenuto a Campus Party, ha raccontato questa e altre grandi imprese cui è impegnata la fisica nucleare. E delle importanti scoperte fatte, una delle quali, sempre legata a quel neutrino, è la nascita dei raggi cosmici, un mistero che durava da quasi un secolo.
Neutrini, raggi cosmici, universo… la scienza, e la fisica in particolare, sembrano così lontane da noi, invece è grazie ai loro studi e a quelli svolti nel mondo della scienza nel complesso e alle relative ricadute se oggi possiamo contare sul web, o sul GPS, per esempio, ma non solo.
Tra le ricadute positive degli studi fisici c’è l’adroterapia, ovvero lo sfruttamento di particolari proprietà delle particelle subatomiche nella terapia di vari tipi di tumori?
L’adroterapia e quanto c’è dietro è stato un successo, abilmente recepito da un paio di aziende che hanno colto l’importanza di questa possibilità terapeutica e hanno realizzato ciclotroni mirati per questo, ottenendo un riscontro molto importante in termini di sviluppo commerciale.
Lo studio della materia oscura è al momento l’ultima frontiera della ricerca scientifica. Si può immaginare già le ricadute che implica?
La tecnologia della materia oscura implica sviluppi della criogenia positivi. Al momento stiamo realizzando in Sardegna una torre di distillazione criogenica profonda 350 metri all’interno di una miniera in disuso per ricavare argon utile per gli scopi scientifici. Tale impianto potrebbe anche servire a soddisfare il bisogno mondiale di una particolare materia prima utile per la medicina nucleare, in campo oncologico per esempio. Ci sono poi altre applicazioni che potrebbero giovare all’elettronica moderna, derivanti dalla ricerca, e che vedono un’azienda italiana impegnata su sviluppi importanti sempre per le tecnologie di imaging medicale. In questo campo ci sono opportunità sconfinate: per esempio è possibile creare macchine per tomografia dalla rapidità incredibile e con un grado di precisione eccellente.
La fisica come può entrare in gioco nella sostenibilità?
Nel campo della fisica dei materiali ci sono argomenti utili in questo senso, uno dei quali è legato all’efficienza di conversione dell’energia solare in elettricità. Il silicio non ha un grado così elevato di efficienza, ma costa poco. Supponiamo, però, di poter sfruttare una parte anche minima delle grandi distese desertiche in varie parti del mondo per installare parchi fotovoltaici: sarebbero in grado di fornire energia a tutto il mondo. La fisica può svolgere un ruolo davvero importante grazie alla sua capacità di realizzare i cavi per trasportare l’energia. Per i nostri acceleratori realizziamo migliaia di chilometri di cavi superconduttori, che non sono pratici per l’uso energetico in quanto richiedono elio liquido, ma ci sono anche cavi in diboruro di magnesio che vanno a elio gassoso molto più gestibile, interrabili, oppure cavi per superconduttori ad alta temperatura, raffreddati con azoto liquido. Altro tema importante è quello legato allo stoccaggio energetico. Uno dei motivi per cui non vengono realizzati enormi parchi fotovoltaici è che occorre ripensare l’intera rete di distribuzione, ricablandola. Certo, è uno sforzo importante, ma pensando all’Europa, permetterebbe di essere energeticamente autonoma.
In ogni caso il principale obiettivo in tema di sostenibilità, credo sia riconducibile all’energia, a una sua produzione pulita e pressoché gratuita, che permetterebbe di risolvere moltissimi problemi che hanno ricadute importanti sull’ambiente.