Dai combattimenti clandestini alla pesca illegale, dal traffico di animali online al mercato dei cuccioli dai Paesi dell'est non c'è una specie che sia al sicuro
Un maltrattamento ogni ora. Violenze gratuite e non, abusi, sevizie, uccisioni. Se la civiltà di un Paese si misura nel modo in cui vengono trattate le bestie, qui le bestie siamo noi.
Il quadro poco edificante è uscito dalla tredicesima edizione del Rapporto Zoomafia 2012 che la LAV – la Lega Anti Vivisezione – ha presentato in questi giorni.
I “pet” sono vittime di sfruttamento illegale da parte della criminalità organizzata, oltre che dei reati più tradizionali, tanto per citarne alcuni nel dossier figurano: truffe nell’ippica, corse clandestine di cavalli, abigeato, bracconaggio, pesca illegale, macellazioni clandestine, lotte tra cani, vendite illegali di animali via internet e traffico di cuccioli.
Per un totale di 4.880 crimini registrati nel 2011, vale a dire uno ogni sessanta minuti. Dato che riguarda le infrazioni denunciate. Ma la situazione reale è anche più fosca: «È opportuno ricordare – spiega Ciro Troiano, criminologo, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV e autore del Rapporto – che il numero dei reati ufficiali rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti. Molti, infatti, pur essendo stati commessi restano, per motivi vari, nascosti e non vengono registrati. Naturalmente, la quota di reati nascosti sul totale di quelli reali – il cosiddetto numero oscuro – varia a seconda del tipo di crimine, soprattutto in funzione della sua gravità. Quello di maltrattamento di animali per sua natura ha un numero oscuro altissimo»
Allora, per non essere complici in maniera più o meno consapevole di questo massacro silenzioso, facciamoci carico di ciò su cui possiamo intervenire. E se dovessimo venire a conoscenza di violenze e maltrattamenti sugli animali, non voltiamoci dall’altra parte, ma denunciamo subito alle autorità competenti.