La pacifica denuncia del movimento Hands Across the Sand contro le trivellazioni in mare aperto.
Tenendosi mano nella mano con i piedi bien piantati nella sabbia quasi un centinaio di persone si sono incontrate sulla spiaggia a nord di San Clemente Pier nella contea di Orange in California per protestare contro le trivellazioni petroliere in mare aperto. E’ accaduto il 26 giugno scorso grazie all’iniziativa lanciata dal movimento Hands Across the Sand che ha visto tra le tante sigle la partecipazione di Greenpeace e Friends of the Earth. In molti, attivisti e abitanti, si sono mobilitati tenendosi un’ora per mano lungo le spiagge di 860 diverse località nel mondo: il più grande raduno contro i pericoli delle trivellazioni offshore di petrolio presenti nei nostri mari e oceani per la fauna marina, le industrie della pesca e le economie costiere.
«Il messaggio ha un forte impatto visivo» spiega Denise Erkeff, una delle organizzatrici dell’evento, «noi tutti condividiamo la stessa preoccupazione per le condizioni delle nostre spiagge, soprattutto per le trivellazioni petrolifere nelle acque litoranee e in quelle di alto mare, e vogliamo essere un potente segnale ai politici e alle amministrazioni perché abbandonino i combustibili fossili e avviino i paesi verso l’energia pulita. «Nessuna industria dovrebbe essere in grado di occupare tutta l’economia delle regioni costiere e mettere in pericolo gli ambienti marini con errori pericolosi e sporchi» conclude Dave Rauschkolb, fondatore del movimento. www.handsacrossthesand.com