Foto di Andrea Tomas Prato
Sono nato il 22 marzo 1972 a Tortona da una famiglia di commercianti. Non sono sposato, vivo con la mia inseparabile cagnolina di nome Agata. Lavoro nel pubblico impiego. Nel 2009 ho frequentato un corso di fotografia con Enrico Prada dove si parlava di fotografia non esclusivamente in senso tecnico, ma in un senso più allargato, stimolandomi a fotografare cercando le immagini non solo con l'occhio ma anche con me stesso, con i miei sentimenti, i miei stati d'animo. L'innamoramento per la fotografia si completa con la scoperta di Luigi Ghirri e tutto il bagaglio riportato nel libro "Lezioni di fotografia" curato dallo scrittore Gianni Celati. Ghirri mi ha fatto capire che la differenza la fa il nostro occhio e la nostra inquadratura. Da allora ho sempre fotografato, cimentandomi prima in foto di viaggio e dopo, impossibilitato a viaggiare, in foto di soggetti femminili. Questo aspetto della fotografia mi ha insegnato un approccio nuovo con il soggetto, guardarlo, cercando in lui il lato vero, puro, mettendolo a nudo e non parlo solo dell'aspetto fisico. Un percorso di tre anni di continua crescita. Recentemente ho iniziato a insegnare in un laboratorio fotografico per ragazzi di età compresa tra i 12 ed i 14 anni. Non avrei mai accettato di pormi come insegnante per adulti, non credo di averne le basi tecniche, ma ho accettato di trasmettere la mia esperienza e le mie emozioni ai ragazzi perché mi piacerebbe capissero che vale sempre la pena scattare una fotografia. Perché é unica, una parte di noi che si fissa, un modo per archiviare qualcosa che può restare, per far riaffiorare quando e nel momento se ne sentisse la necessità.
Sono fotografie scattate nella quotidianità, è la luce a guidare ogni scatto, è lei che suggerisce situazioni intimistiche, raccontate attraverso assenze o velate presenze. Il punto focale è la luce e i suoi giochi, le atmosfere che crea. Cerco di far trasparire dalle mie immagini un senso di verità, di sincerità fotografica.
Nel vedere i grandi fotografi del passato quali Gianni Berengo Gardin, Franco Fontana, Lean Loup Sieff, William Klein, Elliott Erwitt, André Kertész, per citare solo quelli che più mi stanno a cuore, ho sentito la necessità, per una forma di rispetto, di fare un passo indietro andando a riscoprire la pellicola, il medio formato delle Rolleiflex fino al foro stenopeico da me assemblato. Mi sono creato una camera oscura sfruttando una stanza in un appartamento di mio padre, dove gioco a sviluppare e stampare in maniera sporca e personalizzata.
Il mio sogno nel cassetto? Fare almeno una volta nella vita il fotoreporter di viaggio.