Wise Society : Il “pane sospeso” contagia anche il Nord

Il “pane sospeso” contagia anche il Nord

di Redazione Wise Society
3 Giugno 2014

Dopo Napoli, dove la formula del pane a disposizione degli altri è stata inventata, l'iniziativa si sta propagando anche in altre parti d'Italia. E anche all'estero

In principio a essere sospeso era il caffè. Grazie ad un’iniziativa che, nata a Napoli, consente a chi non può permetterselo di bere in un bar un caffè già pagato da un altro avventore.

Poi, sempre dal capoluogo partenopeo, qualche mese fa hanno pensato di mettere a disposizione dei meno abbienti anche la pietanza per eccellenza: il pane. Ed ecco allora nascere per iniziativa di alcuni panificatori riuniti nell’Unipan, l’associazione panificatori della Campania, il pane sospeso la cui regola è uguale a quella del caffè. Dopo aver comprato il pane, al fornaio si lascia un’offerta che può essere anche di pochi centesimi. I soldi vengono tenuti da parte e quando si presentano persone in difficoltà, il panettiere prepara, con discrezione, un sacchetto con il pane.

In poco tempo l’idea del pane sospeso si sta propagando a macchia di leopardo anche nel Nord Italia. A San Felice del Benaco, piccolo paesino sulle sponde bresciane del Lago di Garda, l’associazione San Felice Più Felice, ha lanciato l’iniziativa che vuole aiutare le famiglie e le persone in modo concreto.
 «Perché – come spiegano i promotori – partendo dal pane si potrebbe ampliare l’iniziativa anche ad altri esercizi commerciali con altri prodotti di prima necessità. Il “pane sospeso” è un’iniziativa a costo zero per i commercianti e rappresenta un modo per esprimere solidarietà e fare comunità”.

A San Colombano al Lambro, invece, a offrire pane sospeso è lo stesso proprietario della panetteria pizzeria del paese in provincia di Milano. «Ogni giorno metto a disposizione 5 chili di pane fresco naturale lavorato da me – come ha spiegato Carmine Buro al quotidiano Il Cittadino di Lodi -. Lo faccio grazie alla collaborazione di alcuni fornitori a cui ho raccontato l’idea e che mi hanno appoggiato. Tanta gente entra e chiede di segnare, poi a fine mese magari non riesce a pagare. Quando ho visto che la situazione era diventata davvero allarmante, allora ho iniziato a mettere a disposizione del pane per chi ha bisogno, e lo faccio nel rispetto delle norme: ho contattato la finanza, mi sono fatto spiegare come fare, ed emetto lo scontrino per tutto il pane che esce dal negozio».

E la cosa pare essere piaciuta anche all’estero. In Francia l’iniziativa sta contagiando varie città: da Lille a Nantes, da Bordeaux a Lione, da Brest a Rouen.

E chissà che questo granellino di sabbia per combattere la fame non si propaghi anche nelle altre parti del globo

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