Wise Society : Tutti i numeri del bio italiano

Tutti i numeri del bio italiano

di Mariella Caruso
12 Settembre 2015

Cresce del 13% la domanda interna di biologico, ma vola anche l'export e aumentano le superfici coltivati. I dati arrivano dal Sana2015, il 27esimo Salone internazionale del biologico e del naturale

Vola il biologico italiano: crescono le superfici coltivate, il numero degli operatori, l’export e – particolare da non trascurare – crescono anche le vendite nel mercato interno. Nei primi sei mesi del 2015, a dispetto dei consumi calati dell’1%, la domanda di biologico va in controtendenza e cresce del 13%. «In base alle stime Ismea il mercato domestico dei prodotti biologici in Italia ha espresso, nel 2014, un valore al consumo superiore ai 2,1 miliardi di euro», ha spiegato Fabio del Bravo di Ismea nel corso del convegno “Tutti i numeri del bio” organizzato a Bologna nel giorno di apertura di Sana2015.

Il comparto biologico che è cresciuto di più nei primi mesi del 2015 è quello dei vini che ha fatto registrare una crescita del 91%. A seguire i cereali con i propri derivati (+28%), gli ortaggi freschi e trasformati (+21%), la frutta fresca e trasformata (+13/14%). Altro dato interessante è la crescita dei consumi di uova, yogurt, latte fresco, pasta e succhi di frutta biologici a fronte della decrescita in termini assoluta dei consumi degli stessi alimenti. I dati distinti per area geografica, invece, evidenziano l’incremento dei consumi al Sud (+28%) notoriamente “maglia nera” italiana per acquisti biologici.

A guidare la crescita della domanda di biologico, che nel primo semestre del 2015 è cresciuta del 18% solo nella Grande distribuzione, intervengono più fattori. Da un lato c’è il freno ai prezzi dei prodotti biologici, dall’altro la maggiore consapevolezza dei consumatori che, ha spiegato Fabio del Bravo di Ismea, «in periodo di flessione hanno rivoluzionato il carrello della spesa con un downsizing degli acquisti, ma facendo scelte precise in merito alla qualità di quanto acquistato. Nonostante la crisi, che sembra in fase di chiusura, – ha concluso – il consumatore italiano chiede sempre più il prodotto biologico, che pesa il 2,5% sul totale degli acquisti degli italiani».

Oggi è forte, finalmente, «la percezione che il biologico non sia più riservato a un’elite, ma sia entrato nel paniere tipo del consumatore italiano», ha detto Silvia Zucconi di Nomisma che ha condotto con il supporto dell’Istituto per il commercio estero, l’indagine “L’agroalimentare biologico italiana all’estero” per conto dell’Osservatorio Sana 2015. «Nel 2014 l’80% delle aziende delle imprese agroalimentari certificate bio del campione dell’Osservatorio Sana ha venduto all’estero – ha continuato Zucconi -. L’export biologico italiano, infatti, ha raggiunto quota 1,4 miliardi di euro, pari al 4% del totale di tutto quello dell’agroalimentare italiano. In testa all’export frutta e verdura (20%) e i sostituti vegetali del latte (16%)». «La crescita dell’export bio made in Italy – ha aggiunto – è stata ininterrotta dal 2008, ed è pari al 300%, il che significa che c’è una grande richiesta del Made in Italy a marchio bio».

Continua, poi, in Italia l’aumento delle superfici coltivate secondo il metodo dell’agricoltura biologica. Oggi l’11,2% dei 12.426.000 ettari di superficie agricola italiana è biologica. Un dato che fa dell’Italia il Paese europeo con la maggiore incidenza di coltivazioni biologiche, il secondo per superficie dietro la Spagna. «L’Italia, inoltre – ha concluso Francesco Giardina del Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica (Sinab)- mantiene lo scettro di primo paese europeo per numero di operatori».

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